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 2012  ottobre 01 Lunedì calendario

PETROLIO. ECCO COME IL PREZZO E’ AUMENTATO DI SESSANTA VOLTE

Il calo nelle vendite del settore auto europeo ha riacceso un faro sul record raggiunto dalla benzina verde oltre i 2 euro al litro, prezzo che non era stato toccato nemmeno durante il luglio 2008, quando il petrolio qualità West Texas quotato al Nymex di New York aveva segnato il record a 147 dollari.
In quei mesi la benzina verde aveva toccato il prezzo di 1,56 euro al litro. Ora con il petrolio West Texas a 90 dollari, la benzina segna un rialzo del 33%. Un bel mistero, insomma.
Diverse quotazioni
A incidere sul prezzo finale alla pompa c’è una lunga serie di fattori che va affrontata a partire dalle diverse quotazioni del petrolio sui mercati internazionali, all’influenza del cambio euro/dollaro, al calo dei consumi registrato a livello internazionale, alla crescita delle riserve, fino al rapporto con il ciclo economico e alla pressione fiscale record su ogni litro di benzina. Una prima differenza rispetto al 2008 si registra nelle quotazioni delle varie qualità di petrolio che vanno dal barile di Dubai (101 dollari), alla qualità Niger scambiata a Lagos (110), dal Brent di Londra (108), che rappresenta la quotazione del petrolio estratto nel mare del Nord, al Wti texano (89).
In particolare la differenza tra le quotazioni del Brent di Londra e la qualità West Texas dopo essere rimasta per decenni intorno al dollaro, improvvisamente dal maggio 2011 è salita a 20 dollari, che corrisponde ad una oscillazione media dei prezzi del 12%. A cosa è effettivamente dovuto questo rincaro del Brent di Londra? Per capirlo è necessario comprendere le motivazioni che stanno alla base dell’apertura dello spread tra le quotazioni del petrolio Wti e quelle del Brent di Londra che oggi viene stranamente indicato come base dei prezzi per l’industria petrolifera italiana anche se poi di fatto viene importato da altri paesi come Iran, Irak, Arabia Saudita e Niger.
Il cambio euro dollaro
Una seconda influenza sui prezzi petroliferi è determinata dall’andamento del cambio euro dollaro che dopo aver segnato nel 2008 i massimi a 1,60 è sceso per ben tre volte in area 1,20, prima sotto la pressione della crisi finanziaria americana nel dicembre 2008 e poi nel giugno 2010 e nel luglio 2012 per la crisi del debito europeo, che ha aggravato di un 18% le quotazioni del petrolio rispetto al luglio 2008. Un effetto positivo di compensazione si era verificato, invece, durante il rialzo record del 636% delle quotazioni del West Texas passato dai 19,6 dollari del 2002 ai 147 del 2008.
Consumi mondiali
Mentre i consumi internazionali sono saliti dai 30 miliardi di barili del 1965, agli attuali 88, con un rialzo del 188%, e la produzione è passata dai 31 agli attuali 83 miliardi con un rialzo del 163%, il prezzo del greggio è salito del 6.000%, passando da un dollaro e ottanta agli attuali 89 del Wti, l’unica serie storica su cui si possono costruire degli studi di lungo periodo. Sono percentuali che impressionano.
Europa in calo
Di fronte ad una crescita esponenziale dei consumi nei paesi emergenti, a partire dalla crisi petrolifera del 1973 si è registrato un freno nei paesi più industrializzati del G7. Soprattutto in Europa dove nell’ultimo anno si è registrato un forte calo della domanda di petrolio con i segni meno dell’Irlanda (-10%), della Grecia (-7,9%), del Portogallo (-7,3%), della Svezia (-5,3%) che subisce la crisi nonostante sia fuori dall’euro come la Svizzera (-3%), l’Inghilterra (-2,6%) e la Danimarca (-1,7%). In negativo, come si sapeva, non solo l’Italia (-2,7%) ma anche la Germania (-3,3%). Un dato che mostra come la sua economia sia legata a quella europea.
Petrolio e automobili
Il calo dei consumi non colpisce solo l’Europa ma anche l’economia americana (-1,9%). I grandi cambiamenti che sta subendo il mercato petrolifero mondiale indicano oltre all’espansione dell’economia globale, anche il cambio della geografia internazionale dei mercati dell’auto, che di fatto si spostano dove i consumi dei prodotti petroliferi per motivi valutari e di modello economico, sono in forte rialzo.
Marco Zulberti