Andrea Laffranchi, Corriere della Sera 01/10/2012, 1 ottobre 2012
GAGA SHOW —
Altro che i falsi follower di Twitter. Questi sono tutti veri. E li si può contare. I Little Monsters presenti allo Sportpaleis di Anversa sono 17 mila. Uomini con tacchi a spillo e drag queen, teenager truccati da zombie, ma anche bambine in compagnia di mamma e papà. È l’ennesimo sold out del «The Born This Way Ball», il tour mondiale di Lady Gaga che domani sarà al Forum di Milano-Assago.
Sul palco c’è un castello, a metà strada fra un’attrazione kitsch di Gardaland e una fiaba visionaria. Nel racconto che si snoda lungo le due ore e mezza di concerto, la parte della buona è per Lady Gaga, che entra in scena tenuta prigioniera in sella ad un unicorno meccanico («Highway Unicorn»).
Il ruolo della cattiva è invece riservato a una maschera: si chiama «Mother GOAT», è un essere alieno che ha i lineamenti della cantante, ma deformati da protuberanze mostruose e, dall’interno di una diamante di neon sospeso sulle torri del maniero, darà la caccia all’eroina con l’operazione ribattezzata «Ammazza la putt...».
A dire il vero il primo a lasciarci le penne è un ballerino con una maschera fra l’horror e il sadomaso che, dopo del sesso orale mimato con Lady Gaga, si trova un paio di pallottole in corpo. Arriva «Born This Way» e il palazzetto esplode: dal portone del castello Gaga canta sormontando un pallone gonfiabile che la forma del pancione e delle gambe aperte di una donna incinta e, dalla vagina-zip si autopartorisce.
La sua sfida a «Mother GOAT» è quella di creare «una nuova specie all’interno della specie umana». Artisticamente, invece, la sfida è quella di creare una nuova razza di popstar. La 26enne americana non è la replica di Madonna con 30 anni di ritardo. La differenza è profonda. Nello spettacolo ci sono 12 ballerini, ma Gaga non riesce a tenergli testa coma faceva invece la Ciccone degli anni d’oro. Lei però rifiuta il playback e fra una canzone e l’altra lascia appositamente il microfono aperto per far sentire il fiatone.
Ma c’è di più. Madge è la diva inarrivabile, la stella che mostra la strada ai fan, Gaga vuole essere una di loro. «Non sono un’aliena. Non sono una donna. Non sono un uomo. Non sono una creatura del vostro governo. Io sono voi. Condividiamo le stesse speranze, lo stesso futuro, lo stesso pianeta», proclama fra gli applausi del pubblico. Quindi rivede il pensiero cartesiano. «Io "sono" perché mi avete creato voi». Non vuole sentirsi imitata. Anzi si dice felice di vedere che i fan che qualche anno fa «si vestivano come me, oggi si vestono da se stessi». Continua con il messaggio: «Siete persone reali con un proprio punto di vista sulla vita. Spero che rimaniate voi stessi per poter stare assieme a me per i prossimi 30 anni in cui continuerò a fare musica. Sotto qui c’è una persona come voi, ma l’artista vi appartiene per sempre».
Non andrà a comprare pane e latte tutti i giorni, ma sa che c’è la crisi e ringrazia tutti quelli che hanno speso una bella somma per il biglietto (quelli per il Forum andavano da 80 a 100 euro, chissà a quanto li piazzeranno domani i bagarini) e per il viaggio e incita il pubblico a divertirsi: «Tutti in piedi, anche quelli che sono stati invitati. Non è un funerale».
Le canzoni hanno un piglio più rock dal vivo, c’è spazio per qualche schitarrata e anche per un momento con Gaga sola al piano («Hair») anche se il ritmo e l’elettronica di «Just Dance» fanno saltare la platea.
Ci si diverte anche con gli abiti, ben 11 diversi, pensati dal team creativo Haus of Gaga e dai grandi nomi della moda, Versace, Armani, Moschino. Una maschera-copricapo con delle corna bianche, un corona tipo Statua della libertà lucente di glitter, un costume bianco virginale che nasconde delle ruote che portano la cantante in giro per il palco sono i più spettacolari. Quindi la replica, questa volta in tessuto, dell’abito di carne che ha fatto scandalo due anni fa. Serve per rendere più chiaro il messaggio di «Americano». Gaga canta in mezzo a dei quarti di bue appesi in scena: «La donna non sia più trattata come carne», spiega. Ma poi su «Poker Face» entrano in scena dei tritacarne dove sia lei che le ballerine faranno una brutta fine. Quella per la carne è un’ossessione: per «Alejandro» si rimane in macelleria con un divano che sembra fatto di muscoli da cui miss Germanotta, indossando un reggiseno sulle cui coppe è innestato un mitragliatore, canta «Alejandro». Con «Paparazzi» arriva la sconfitta della maschera cattiva che gronda sangue. Non resta che celebrare nei bis («The Edge of Glory» e «Marry the Night»), assieme ai fan più stravaganti invitati sul palco. È una dei 17 mila.
Andrea Laffranchi