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 2012  settembre 29 Sabato calendario

SPAGNA: 40 MILIARDI ALLE BANCHE

Il Governo spagnolo è determinato a chiedere all’Europa «40 miliardi di euro» per ricapitalizzare le banche, ben meno della metà del finanziamento complessivo da 100 miliardi di euro che l’Eurogruppo di inizio luglio aveva concesso a Madrid con lo specifico obiettivo di troncare i legami tra il bilancio nazionale e le difficoltà del sistema finanziario iberico e bloccare il contagio verso gli altri Paesi della zona euro.
Il premier Mariano Rajoy ha atteso i risultati definitivi degli stress test realizzati da Oliver Wyman per comunicare l’importo effettivo degli aiuti che il suo Governo chiederà. Secondo le analisi della società di consulenza americana, le banche spagnole avranno bisogni di capitali addizionali per «un totale lordo di 59,3 miliardi di euro che diventano 55,9 miliardi una volta eliminati gli effetti impositivi e che scendono ancora a 53,7 miliardi di euro se si considera il processo di integrazione tra alcuni istituti minori già avviato», segnala il ministero dell’Economia.
Salve le due grandi banche del Paese, Santander e Bbva. Superano senza problemi l’esame anche Caixabank, Kutxabank, Sabadell, Bankinter e Unicaja: non avranno bisogno di alcuna iniezione di risorse. Più difficile la situazione per le casse di risparmio in parte già salvate dall’intervento del Frob, il Fondo di ristrutturazione ordinata creato dal Governo di José Luis Zapatero in piena bufera finanziaria internazionale e poi modificato dall’attuale Esecutivo. Bankia avrà bisogno di capitali per 24,7 miliardi: la più disastrata tra le banche spagnole, nata come modello di aggregazione per tutte le cajas, quotata in Borsa e poi diventata la causa più evidente del tracollo dell’intero sistema del credito spagnolo assorbirà quasi il 46% del fabbisogno complessivo suggerito da Oliver Wyman. Per Ibercaja-Liberbank-Caja3 serviranno 2,1 miliardi; per il Banco Mare Nostrum 2,2; il Banco Popular è in affanno per 3,2 miliardi; il Banco de Valencia necessiterà di una ricapitalizzazione di 3,5 miliardi; NovaGalicia di 7,2 miliardi e Catalunyabank di 10,8 miliardi di euro.
I test sono stati realizzati - per conto dello stesso Governo spagnolo - sui 14 principali istituti di credito del Paese che rappresentano quasi il 90% dell’intero settore bancario e tengono conto di un ulteriore pesante peggioramento dello scenario economico con un calo del Pil del 4,1% nel 2012 e del 2,1% nel 2013. Nell’indagine, condotta partendo dai bilancio degli istituti di credito utilizzando i dati di Deloitte, PwC, Ernst&Young e Kpmg, sono pesanti anche le condizioni ipotizzate per i prezzi delle case e la disoccupazione. Con 270 miliardi di perdite sui crediti complessive.
Dopo gli stress test il Governo Rajoy continua a fare resistenza cercando di limitare quanto più possibile l’utilizzo effettivo degli aiuti internazionali. «Le cifre riportate dagli stress test - ha spiegato il viceministro dell’Economia, Fernando Gimenez Latorre - devono essere ridotte di un terzo, quindi si parla di circa 40 miliardi, perché parte del fabbisogno verrà colmata con la cessione di attività». Dopo quattro riforme in tre anni Madrid conta di «chiudere con questa operazione» ogni conto con la bolla immobiliare.
La Bce assicura il sostegno «ai piani delle autorità spagnole per assicurare che le necessità di capitale siano soddisfatte in maniera tempestiva». Positive anche la reazione del direttore generale dell’Fmi, Christine Lagarde e del presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker.
«Entro novembre» è prevista la ricapitalizzazione del primo gruppo di banche spagnole «sulla base dell’approvazione dei piani di ristrutturazione, sottolinea la Commissione europea in una nota.