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 2012  settembre 30 Domenica calendario

UN «PESCE IN BARILE» NELLA VIRTUOSA LOMBARDIA

Roberto Formigoni E se abolissimo le Regioni? I soldi dispersi dalle vecchie Province al confronto fanno ridere. Dopo lo scandalo alla vaccinara del Lazio e le inchieste aperte in Campania, Sicilia e Sardegna, tocca alle «virtuose» amministrazioni di Piemonte ed Emilia. Sono «indagini conoscitive», ma la sola idea che i consiglieri si siano autocertificati ogni tipo di spesa, persino la cresta sulla spesa, dalla settimana bianca al parrucchiere per l’amante, getta nello sconforto.
Partiti e consiglieri non sono tenuti a giustificare lo shopping con scontrini o fatture, nemmeno a indicarne le finalità, e sulla disciplina delle spese dei gruppi consiliari vale il principio dell’autonomia: ogni Regione fa a sé. Anche nel federalismo chi fa per sé moltiplica per tre. In Italia, il finanziamento pubblico ai partiti è il più elevato del mondo: 200 milioni di euro all’anno, con il minore controllo in assoluto. Il costo della politica in democrazia è un «male» necessario che potrebbe essere mitigato solo se sapessimo dove finisce questa marea di soldi.
Di fronte a questa diffusa disonestà da mezza calzetta (il ristorante di lusso, i capricci di una sera...) si prova disagio. La cosa più scoraggiante è che si tratta di malamministrazione di coattoni (tutti però regolarmente eletti), incapaci di una qualsiasi assunzione di responsabilità.
È anche vero che i grandi scandali non riguardano i buoni pasto, ma le infrastrutture, la spesa sanitaria, le partecipazioni azionarie. Per questo stupisce che Roberto Formigoni continui a fare il pesce in barile, mostrandosi il più virtuoso di tutti. La Lombardia riceve per i fondi destinati ai gruppi consiliari qualcosa come 12.265.752 euro (i due euro a chi vanno?), il governatore è indagato per corruzione, lo scandalo della Fondazione Maugeri è rovinoso.
Si può sorridere sui rimborsi fai da te dei Fiorito ma non esiste una moralità per le piccole cose e una moralità per quelle grandi. La crisi della democrazia rappresentativa parte da un deficit di etica, immemoriale e pressoché inevitabile. Come insegna la parabola dell’«amministratore infedele», chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto.
Aldo Grasso