Chiara Beria Di Argentine, la Stampa 29/9/2012, 29 settembre 2012
LADY URBANISTICA A MILANO E PALADINA DELLA SUA CIOCIARIA
Disgustata dalle gesta di Franco Fiorito, l’ex sindaco di Agnani detto “er Batman”, e dei suoi compari Ada Lucia De Cesaris via Facebook ha avvertito i suoi amici: «Guai a voi se pensate che la Ciociaria sia quest’orrore! La Ciociaria è fatta di persone oneste. E’ una zona meravigliosa di grandi tradizioni».
Perché mai l’avvocato De Cesaris alla quale nel giugno 2011 il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha affidato la responsabilità del superdelicato e strategico assessorato all’urbanistica ed edilizia privata ha così a cuore l’onorabilità della Ciociaria? «Sono molto legata a quei luoghi», spiega. «Per 20 anni mio padre è stato sindaco di Guarcino (paese, in provincia di Frosinone, ndr).Fin da piccola nei viaggi in auto da Roma in Ciociaria mi raccontava la storia del sindacato e dei partiti. Gli ero molto legata, lui era un “democristianone” cattolicissimo e molto rigoroso. Non avrebbe mai immaginato un simile degrado della politica».
Non solo Ciociaria. Benedetto De Cesaris (scomparso nel 2003), dc d’area Dossetti-Fanfani, tra i fondatori della Cisl, fu un manager pubblico assai potente, dall’Eni di Mattei alla guida della Gepi e delle Ferrovie dello Stato ma non era certo il tipo da festini in maschera. Tanto padre - per sua ammissione- ha avuto un ruolo chiave nella formazione della tosta ma assai preparata Ada Lucia; al suo insediamento da assessore temuta come fosse una talebana da lor signori del mattone. Ragazza secchiona («Ho sempre pensato che lo studio garantisce una retta via»), laureata in legge (ovviamente con lode), allieva dell’insigne giurista Sabino Cassese; a Milano dove vive da anni (è sposata 2 volte ha 3 figli) De Cesaris è stata l’avvocato di molti comitati di quartiere. «Ma anche di molte imprese», puntualizza lei. Il fatto è che lady urbanistica, una tecnica senza tessere di partito, alla sua prima esperienza in politica sta macinando risultati restando, a differenza di certi suoi colleghi di giunta, ben lontana dai riflettori tanto che a palazzo Marino c’è chi ha già fondato il «De Cesaris fan club». Tre le operazioni più significative firmate Ada Lucia: il nuovo Pgt, Piano del governo del territorio, approvato lo scorso maggio che blocca l’overdose di cemento che ha consumato tanto territorio; la bonifica di Santa Giulia il megaquartiere sotto sequestro (era stato progettato su terreni inquinati); la difesa della vocazione agricola del Parco sud (tanto per iniziare a giugno è stato demolito un albergo di 7 piani mai ultimato.
Risultato: al posto di un vero ecomostro 260 mila mq recuperati all’agricoltura e al verde). «Talebana? Figuriamoci. E’ solo mio dovere chiedere rispetto delle regole e più attenzione al territorio. Sono diventata assessore in una Milano dove la recessione ha colpito un mercato affetto da gigantismo e dove tanti operatori sono in difficoltà. In questo scenario il sindaco Pisapia ha avuto il coraggio di volere soluzioni equilibrate per non aggravare la situazione. Anzi. Spero che alla crisi si risponda con più attenzione ai reali bisogni dei cittadini». Tradotto: più ristrutturazioni meno grattacieli di archistar; meno profitti più case per i giovani e il ceto medio. Ha avuto molte pressioni? «I mesi del Pgt sono stati faticosi», ammette. «Sono aperta al confronto con tutti, da Porta Nuova e City Life (i più grandi cantieri aperti a Milano, ndr) ai piccoli operatori. Non ho interesse che gli interventi in corso rimangano abbandonati ma non esistono corsie preferenziali, le relazioni devono essere su un piano istituzionale non basate su amicizie personali o politiche».
Nominate 2 donne, Giuseppina Sordi e Paola Viganò, ai vertici del suo assessorato De Cesaris ora ha deciso di espropriare una cascina al Parco sud di Salvatore Ligresti gestita da anni da un gruppo di agricoltori con tanto di mucche. Un gesto impensabile nei lunghi anni del potere di don Salvatore. «Quella cascina è un patrimonio di Milano», dice l’assessore. «Ligresti ha avuto molto da questa città senza cedere mai all’amministrazione nulla, neanche un’area. Adesso Ligresti deve ridare a Milano».