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 2012  settembre 30 Domenica calendario

IL DE SADE PRIMA RUBATO E POI CONTESO

Con Sade, nulla può e s s e re n o r m a l e. Nemmeno il destino del manoscritto delle sue Centoventi giornate di Sodoma , forse il suo capolavoro, certo un libro per stomaci forti. Tanto che, tradotto in Corea del Sud, le autorità l’hanno vietato «per estrema oscenità» ordinandone il sequestro: e non un secolo, ma pochi giorni fa. Il divin marchese lo scrisse a partire dal 1777, quando era già in carcere prima a Vincennes e poi alla Bastiglia. Per evitare che lo sequestrassero anche lì, riempì con la sua piccola e fitta scrittura dei foglietti di 12 centimetri di larghezza che, riuniti in un rotolo, potevano essere nascosti dietro una pietra della cella (quanto al fatto che fossero conservati in un astuccio a forma di fallo, la storia è verosimile ma purtroppo non vera).

Arriva il fatidico 1789. Il 2 luglio, Sade fuori di sé arringa la folla da una finestra della Bastiglia e viene perciò spedito al manicomio di Charenton. Però lascia in cella tutti i suoi effetti personali. Ma il 14 il popolo prende la Bastiglia e poi la demolisce. Sade morirà (nel 1814) convinto che il suo libro sia sparito insieme alla fortezza.

Invece no. Tale Arnoux de Saint-Maximin trova il rotolo e lo vende. Di proprietario in proprietario, il manoscritto finisce, nel 1929, nelle mani di una coppia (molto male assortita) di celebri mecenati del tout Paris, il visconte Charles de Noailles e sua moglie Marie-Laure. Poi viene ereditato dalla loro seconda figlia, Nathalie, che nell’82 lo presta a un amico, Jean Grouet. Qualche mese dopo, Grouet le restituisce solo lo scrigno: ha venduto il manoscritto, per 300 mila franchi, a Gérard Nordmann, miliardario svizzero e celebre collezionista di materiale erotico.

A questo punto, l’affare passa alla giustizia. Di sentenza in sentenza, quella francese dà ragione al figlio di Nathalie, Carlo Perrone, l’editore del Secolo XIX . Quella svizzera a Nordmann. Così in Svizzera il manoscritto può essere esposto, ma se passa il confine francese dev’essere sequestrato. Stallo.

Però, secondo Le Monde , adesso la Bibliothèque Nationale de France vorrebbe comprarlo (si parla di 4 o 5 milioni di euro). Già, ma da chi? Dal legittimo proprietario o dall’attuale possessore? Gli eredi di Nordmann vorrebbero vendere e anche Perrone dice di essere disposto ad «aiutare» la Bnf, purché gli svizzeri non traggano profitto da «un furto». La Bnf si dice ottimista, ma per ora il manoscritto resta in esilio. Altro che cinico e baro: alle volte il destino è proprio sadico.