Giampaolo Visetti, la Repubblica ???, 28 settembre 2012
65 MILIONI A CHI SI SPOSA MIA FIGLIA LESBICA
La figlia si chiama Gigi. Il padre Cecil. Lui è uno degli immobiliaristi più ricchi di Hong Kong. Grattacieli. Lei ha 33 anni e non ha mai conosciuto un uomo. Lui ha passato i 76 e assicura di avere avuto oltre 10 mila donne. Gigi è coniugata. Cecil celibe. Hanno due problemi. La ragazza, il 4 aprile, è volata a Parigi per sposare Sean Eav, da sette anni sua fidanzata fissa. Sono lesbiche, ma nell’ex colonia britannica le unioni omosessuali non vengono riconosciute. Il problema del padre è che no, pretende che la figlia sposi un maschio.
Lui ha trovato una soluzione: offrire un premio di 65 milioni di dollari all’uomo capace di far dire a Gigi un’altra volta sì. Non è un obbligo: un tentativo. Possibile solo ad Hong Kong: nel resto del mondo la figlia risulta sposata. «Non importa - assicura Cecil - se chi si fa avanti è ricco o è povero. Basta che abbia talento e sia buon cuore». Descrive Gigi così: «Molto buona e bella, dedita ai genitori e al volontariato». Lei tace, ma i maschi dell’Asia sono già in coda. Non è per i soldi, occorre dirlo? È che in Cina mancano femmine. Inconvenienti dell’obbligo di figlio unico. Un buon partito è sempre un buon partito: e qui Mao non c’entra.