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 2012  settembre 28 Venerdì calendario

EFFETTI SUI MERCATI QUATTRO VOLTE PIÙ GRANDI DEL MONDO

Marting Wheatley, direttore dell’Autorità britannica Fsa, stima che il tasso Libor sia alla base di transazioni finanziarie in tutto il mondo per un ammontare di 300mila miliardi di dollari. Si tratta di un mercato quasi cinque volte più grande del Prodotto interno lordo del mondo intero. E questa stima rischia di essere eccessivamente bassa: la Commodity Futures Trading Commission, Autorità Usa, sostiene per esempio che solo i contratti derivati ancorati al tasso Libor valgano la bellezza di 350mila miliardi di dollari. A questi, se la stima fosse corretta, andrebbero sommati i "trilioni" di mutui, finanziamenti e bond indicizzati al tasso Libor: il totale – calcolano alcuni – potrebbe essere di 800mila miliardi. Tredici volte il Pil del mondo.
Qualunque sia il numero giusto, si tratta di qualcosa più grande dell’immaginazione umana. Come il numero di stelle, l’infinito dell’universo, la velocità della luce. Ecco perché lasciare a sole 16 banche la facoltà di decidere autonomamente il valore "giusto" del tasso Libor, permettendo loro di manipolarlo quotidianamente, era un delitto contro l’unico vero motore di mercati sani: la fiducia nelle regole. Manipolare il Libor ogni giorno anche di un solo punto base (cioè dello 0,01%), significa infatti spostare profitti e perdite da un gruppo di investitori agli altri per svariati miliardi di dollari.
Ovvio che gli unici vincitori certi di queste manipolazioni fossero le 16 banche, o alcune di loro, che lo manipolavano. Questo non significa, però, che tutti gli altri fossero i perdenti, dato che il Libor veniva ritoccato a volte al rialzo e a volte al ribasso. Sta di fatto che, in un mercato così immenso, anche piccole "aggiustatine" falsavano il gioco. E tradivano la fiducia.
Cosa cambierà, dunque, dopo la riforma (si veda articolo sopra)? Nulla che possa essere percepito. Il Libor continuerà a fluttuare, giorno dopo giorno. Le rate sui mutui continueranno a salire e scendere, come hanno sempre fatto. I tanti inglesi o americani che hanno i mutui indicizzati al tasso Libor non percepiranno la differenza: semplicemente sapranno che quella è la rata giusta da pagare. Perché è stabilita dal mercato, non da un clan di poche banche. Chi invece, come le famiglie italiane, ha il mutuo legato all’Euribor non sarà toccato dalla riforma.
Qualcosa potrebbe cambiare nel mondo dei derivati: cioè quei contratti che le banche e gli investitori stipulano ogni giorno. Per esempio i contratti swap, che consistono in uno scambio di tassi d’interesse (per esempio fisso contro variabile) tra due controparti. Qui, essendo i numeri del mercato giganteschi, miliardi di profitti e di perdite saranno più equamente distribuiti. Dato che i derivati sono inseriti in tante obbligazioni strutturate vendute allo sportello bancario anche ai piccoli risparmiatori (difficilmente italiani), questi avranno i rendimenti dei loro investimenti più equi. Idem per i bond a tasso variabile, legati al Libor.
Questo non significa che i risparmiatori guadagneranno più di prima: potrebbero anche perdere di più. Perché, come detto, il Libor era manipolato a volte al rialzo e a volte al ribasso. Insomma: chi si aspetta di avere un beneficio tangibile dalla riforma del Libor resterà deluso. Chi invece spera che i mercati diventino un po’ più trasparenti e un po’ meno manipolabili, forse verrà soddisfatto. Forse.