Cesare Fiumi, Sette 28/9/2012, 28 settembre 2012
LE MADRI-CORAGGIO DEI “RAGAZZI IN ERBA”
Ci sono storie dove trovare il coraggio è una caccia al tesoro che non si sa di avere. Spesso solo fingendo quel “non sapere”, in modo da non mettersi neppure a cercare: scambiando l’indulgenza con l’amore e mettendo al silenzio il proprio dovere. Pure quello di amare davvero, e cioè: di fare il bene di chi più ti sta a cuore, di chi hai messo al mondo. Anche se ti costerà – e gli costerà – molto dolore.
L’anziana signora elemosinava con l’aria di averne un bisogno disperato ma nessuna attitudine e abitudine a farlo quando gli agenti l’hanno trovata. E difatti, all’età di 77 anni, era lì a fare le veci della figliola di 54, già bastonata abbastanza dalla vita e dal figlio 31enne: una donna che ha già subito ventiquattro ricoveri a seguito delle percosse familiari, ogni volta pietosamente mutate, dal suo cuore di madre, in incidenti domestici o cadute accidentali.
Solo quando ha scoperto che anche l’anziana madre, spedita sulla strada dal nipote in cerca di soldi per strafarsi, aveva ecchimosi su tutto il corpo, avendo fatto pure da portacenere – le mani bruciacchiate dalle sigarette spente sulla pelle –
ha deciso infine di denunciare il figlio tossicodipendente. A un passo dal precipizio, dopo una caduta infinita: non più accidentale ma quasi definitiva.
cadute accidentate. È accaduto a Damaso, alle porte di Modena, mentre a Milano – esattamente un mese dopo – un’altra nonna di 82 anni, dopo l’ennesima lite accaldata, è finita accoltellata dal nipote al quale aveva rifiutato i soldi per comprare altra erba, ché i 10 grammi di marijuana che gli han trovato in tasca gli agenti non gli erano sufficienti. Due ambienti familiari (uno disagiato, l’altro benestante) dove i drammi quotidiani sono arrivati oltre il limitare del silenzio, dell’indulgenza e della protezione a fondo perduto: i peggiori consiglieri di qualsiasi “voler bene”.
Un vero gesto d’amore, anche se ti fa a brandelli il cuore, è quello compiuto quest’estate – in due storie, dirimpettaie di quelle narrate – da una coppia di giovani madri di Treviso e di Lodi. Perché a denunciare un figlio per spaccio “ci vuole tanto, troppo coraggio”, canterebbe il poeta. Eppure queste mamme, spezzate in due, lo hanno trovato.
La prima è rincasata anzitempo, un pomeriggio, e ha scoperto il figlio 17enne seduto davanti al piano d’appoggio del salotto dove aveva apparecchiato, per sé e per gli amici, una bella merenda a base di marijuana, i ciuffi verdi a fare da centrotavola. Panico giovanile, indignazione materna, fuga della compagnia con la merenda infilata in tasca, compreso il 17enne padrone di casa che la madre non è riuscita a trattenere, in modo da parlare, chiarirsi, spiegare. Così, dopo un acquazzone di lacrime, a ciglio asciutto, la signora trevigiana ha deciso che la cosa giusta da fare fosse chiamare la Polizia. E denunciare quell’erba-party, permettendo la perquisizione della camera del figlio, dove sono saltate fuori dodici bustine, già confezionate e pronte allo smercio.
cadere dalle nuvole. A Lodi, invece, la perquisizione l’ha fatta lei, la madre di un 16enne da lei denunciato. Quella strana borsa, nella stanza del ragazzo, l’aveva incuriosita, sicché la signora l’ha aperta per capire se contenesse roba da riassettare o da lavare. Dentro, invece, solo roba da spacciare: in una busta di cellophane con 40 grammi di hascisc, contanti, nomi e numeri telefonici.
Ha detto, piangendo, agli agenti che nella cameretta hanno scovato pure un bilancino di precisione e semi di sostanze stupefacenti con tanto di macinino: «Non me l’aspettavo. Sono caduta dalle nuvole».
E si è fatta male davvero, ma almeno ha evitato la caduta definitiva a suo figlio, fermato in tempo, prima del ciglio. E rifornito di una dose d’amore che dovrebbe bastare a fargli guardare il fondo del burrone dove, piccolo spacciatore, si stava andando a buttare via.
«Spero che questa lezione gli serva», s’è fatta coraggio, senza celare il dolore che le fa, e le farà, compagnia. Anche lei, come la signora di Treviso, un tesoro di madre per un figlio che, ritrovata la mappa affettiva, avesse voglia di ritrovarsi.