Massimo Galli, Italia Oggi 28/9/2012, 28 settembre 2012
IL PRIMO MERCATO MONDIALE DEL WHISKY SI TROVA IN INDIA
Diageo, primo produttore mondiale di whisky, torna a scommettere sul mercato indiano, il numero uno per consumi. In India si vendono ogni anno 120 milioni di casse di whisky locale rispetto ai 90 milioni di scotch whisky sull’intero pianeta. La differenza è sostanziale, perché il whisky indiano è considerato diverso da quello prodotto in Scozia, sottoposto a rigidi canoni di lavorazione.
Per dirla con una battuta spregiativa degli scozzesi, il whisky della nazione asiatica invecchia nei camion.
In ogni caso, le vendite dei colossi occidentali in India sono in continuo aumento. La britannica Diageo, grazie soprattutto al marchio Johnny Walker, registra quest’anno un +24%, anche se i dazi doganali frenano le esportazioni verso Delhi.
Fatto sta che Diageo non molla la presa ed è tornata all’attacco di United Spirits, l’azienda di proprietà del miliardario Vijay Mallya che i britannici avevano già tentato, senza successo, di conquistare nel 2009. Ora le condizioni sono cambiate e l’imprenditore indiano sembra più disponibile a cedere, in tutto o in parte, la quota del 28% del capitale. Le trattative sono in corso e la partecipazione in United Spirits, quotata alla borsa di Bombay, è valorizzata circa 600 milioni di euro.
Per Diageo, rivale della francese Pernod Ricard, il produttore indiano rappresenta una preziosa opportunità di avere un accesso più semplice alla nazione asiatica. United Spirits ha una quota di mercato superiore al 40% degli spiriti commercializzati in India. Tra i marchi più conosciuti spiccano il whisky McDowell, lo scotch Jura e il single malt Dalmore, oltre alla vodka Romanov.
Il colosso d’Oltremanica sta puntando decisamente sui mercati emergenti. L’anno scorso ha acquistato in Turchia Mey Icki, grande produttore di raki, la bevanda aromatizzata molto apprezzata nel paese. Quest’anno Diageo ha messo gli occhi sul marchio brasiliano di cachaca Ypioca, è salito nel capitale dell’azienda cinese Shuijingfang e sta negoziando con il maggior produttore di tequila, la società messicana José Cuervo. Nell’ultimo anno i paesi emergenti hanno costituito il 40% del fatturato di Diageo, pari complessivamente a circa 13,5 miliardi di euro. L’incremento in quest’area è del 15% rispetto a una flessione di tre punti percentuali in Europa occidentale.