Angelo Aquaro, La Repubblica 28/9/2012, 28 settembre 2012
AUTORI TROPPO LENTI LA PENGUIN FA CAUSA
NEW YORK
La crisi globale dell’editoria sembra finalmente avere trovato una via d’uscita: giudiziaria. E a pagare, secondo gli editori, devono essere gli stessi autori: colpevoli di omessa consegna. Sì, l’ultima uscita della Penguin è così inedita che già qualcuno starà pensandoci di farci su un bel libro. L’editore diventato famoso per aver inventato i libri tascabili, e quindi più economici, ha deciso adesso di fare economia facendo causa: ai suoi stes-
si scrittori. Rivuole indietro centinaia di migliaia di dollari. Il tempo delle vacche grasse è finito, la contrazione nel mercato è del 30 per cento dall’inizio della grande recessione: salviamo allora il salvabile. E tanto peggio se a pagare sono quegli scrittori fino a ieri sbandierati come fiore all’occhiello. Alcuni esempi? Prendete Elizabeth Wurtzel, l’autrice del bestseller
Prozac Nation
che è diventato anche un film con Christina Ricci. Sì, Elizabeth può avere anche incantato il mondo trasformardo la sua battaglia in un megasuccesso commerciale: però tra una pasticca e l’altra si dev’essere dimenticata di consegnare come promesso la sua formidabile inchiesta sui giovani e la depressione. Il contratto
l’aveva firmato nel 2003, il libro doveva produrlo entro il 2008. E adesso il suo editore rivuole indietro i 33mila dollari già incassati per quel contratto da 100 mila: con 7 mila dollari di interessi.
Oppure guardate al caso di Margaret Mead, la brillantissima giornalista del
New Yorker
che – strombetta lo stesso sito del patinatissimo e supersnob magazine – «ha incontrato e scritto su tutto e tutti: dai pastori della Mongolia ai membri della elite modaiola di San Paolo del Brasile, da Slavoj Zizek a Shaquille O’ Neal». Proprio un saggio di tanta bravura doveva essere condensato in un solo, brillante
volume, che la bella Margaret si era impegnata a scrivere sempre nel 2003. Beh, all’aprile del 2011 gli editor della Penguin non avevano ancora visto niente: così le hanno chiesto la cortesia di restituire i 20mila d’anticipo. Più altri 2000 d’interessi. Ma un caso ancora più eclatante è quello di Ana Maria Clox, seguitissima blogger del
Guardian
e firma di
GQ.
Il suo libro sulla new generation della politica è stato bocciato dalla stessa Penguin: troppo povero. Però lei non ha restituito, come da contratto, gli 81mila dollari di anticipo sui 325mila pattuiti: e ora l’editore vuole anche 50mila dollari di interessi.
La guerra agli autori, rivelata dal sito
Smoking Gun
e rilanciata dal
New York Post,
ha ovviamente messo a soqquadro il mondo del libro. Chi sarà il prossimo? Gli altri editori seguiranno l’esempio di Penguin? E riusciranno gli autori a replicare alle accuse? Robert Gottlieb, uno dei più grandi agenti letterari Usa, ha giudicato “sbagliata” la mossa: minacciando una vera e propria rivolta. Certo, aggiunge, questo dimostra che gli scrittori hanno bisogno di più “protezione”. E già: così oltre ai soldi per l’editore, i nostri autori dovranno sborsare anche quelli per l’agente. Fino alla prossima causa.