Emanuela Fiorentino, Panorama 26/9/2012, 26 settembre 2012
RIMETTO LA LEGA IN MOTO E FRA TRE ANNI SMETTO– [ INTERVISTA A ROBERTO MARONI]
Non la imbarazza parlare di federalismo in
un momento in cui il potere delle regioni
si sta rivelando scandaloso?
È il contrario, il federalismo approvato nel
2009 non è stato attuato. Siamo nella via di
mezzo, non c’è ancora un sistema federale che
impone di rendere conto di entrate e uscite.
Le regioni oggi possono fare cose come quelle
che vediamo, siamo all’autolesionismo puro
proprio perché non c’è un sistema federale.
Ma il problema più grave è che i partiti non
fanno selezione, in particolare il Pdl. Il rischio
è che poi uno come Franco Fiorito (ex capogruppo
del Pdl nel Lazio, ndr) venga mandato
a ricoprire incarichi di responsabilità. Le
preferenze in sé non sono garanzia di niente.
Come li prende uno i voti? Boh…
Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega,
e Fiorito: che cosa accomuna questi
due personaggi, che un po’, almeno fisicamente,
si assomigliano?
La comune desinenza del cognome, ito, andato.
Lasciando perdere Lombroso, le cui
teorie considero con favore, io mi fido molto
del primo impatto. Non dico che se uno è fatto
in un certo modo è un criminale, però ci sono
persone che quando le vedi dici: pare bravo.
Oppure, meglio stare alla larga. Era capitato
anche con Belsito, ma non lo avevo scelto io.
La Margherita ha restituito 5 milioni allo
Stato dopo lo scandalo Lusi. Voi restituirete
i rimborsi dopo lo scandalo Belsito?
A chi dovremmo restituirli? Sono stati dati al
partito perché ne aveva diritto, la Margherita
non esisteva più quando ha preso i soldi. La
contestazione alla Lega è di avere utilizzato
soldi pubblici in modo improprio. Ed è tutto
da vedere.
Perché l’ultima tranche del rendiconto
del 2010, quello sotto inchiesta, è stata
bloccata?
Il bilancio è stato valutato corretto, ma i revisori
hanno chiesto ai nostri di certificare ogni
operazione, delle 200 mila effettuate. Cosa impossibile
e neanche prevista dalla legge. Sono
12 milioni, che abbiamo già deciso di dare
alle onlus. Sono loro che aspettano, non noi.
Lei, al posto del presidente della Regione
Lombardia, Roberto Formigoni, le vacanze
da Pierangelo Daccò se le sarebbe
fatte pagare?
No, a Formigoni non mancano i soldi, farsi
fregare per 50-100 mila euro e passare le
pene dell’inferno è un indice di leggerezza
imperdonabile.
Sarà lei il candidato del Carroccio alle
politiche?
Sono un segretario democratico, voglio che
queste decisioni vengano prese dai militanti
all’assemblea generale di febbraio. Porrò la
questione: è meglio presentarsi per rifare la
battaglia sul federalismo o concentrarsi sui
territori per diventare il partito egemone del
Nord e condizionare da qui il governo?
Come la Volkspartei…
La nostra storia è fatta di tentativi, dall’indipendentismo
agli accordi col Pdl. Ora c’è la
fase nuova. La fase uno era salvare la Lega,
la fase due aggiornare le proposte, ridurre i
riti magici e le barbe verdi, la fase tre recuperare il consenso e prepararsi alla battaglia. Il
mio orizzonte non sono le politiche, ma le
regionali del 2105. Lì voglio stravincere, per
me le politiche sono un passaggio che vedo
solo in prospettiva del 2015. Meglio andare a
Roma o stare fuori? Non escludo che la Lega
possa stare fuori.
Se non resterete fuori, Umberto Bossi
sarà ricandidato?
Le liste si presentano il 7 marzo, il 6 decideremo.
Ci avrà pensato e ripensato…
(Silenzio)
Che fine farà il Sinpa, il sindacato padano
guidato da Rosi Mauro?
Non c’entra con la Lega, è una struttura autonoma,
il legame con la Lega era rappresentato
solo da lei. Adesso il Sinpa va per conto suo,
paga un affitto alla Lega, in una sede che voglio
vendere perché non mi interessa avere
le proprietà degli uffici del Sinpa. O cammina
con le sue gambe o pazienza.
Matteo Renzi, il 22 settembre a Varese,
si è rivolto anche ai leghisti delusi. Lo
considera un’insidia?
Ha detto a Varese le stesse cose che direi io a
Firenze, mi rivolgerei alla sinistra delusa dalla
cattiva amministrazione del capoluogo e della
Toscana. La Lega parla il linguaggio del Nord
e lui non può competere. Io posso dire: la
Lombardia deve tenersi il 75 per cento delle
tasse pagate, riducendo i trasferimenti al Sud.
Lui no, perché se poi va a Palermo qualcuno
gliene chiederà conto. L’insidia è un’altra: se
passa lo schema nuovo contro vecchio, dove
il nuovo può prevalere al di là dei contenuti
e il vecchio soccombere al di là dei meriti,
allora il pericolo c’è.
In che senso?
Che noi che abbiamo un’anzianità di servizio
ventennale rischiamo di soccombere anche se
abbiamo le risposte alla questione settentrionale.
Quindi dobbiamo essere pronti.
A fare che cosa?
A schierare le nostre risorse. Abbiamo un
movimento giovanile molto attivo nelle università,
leghisti dai 18 ai 30 anni, alcuni nei
consigli comunali, altri no. E poi nuove leve
che voglio buttare nella mischia, rinnovando
senza essere giovanilista.
Chi sono?
Se deve prevalere lo schema nuovo contro
vecchio, eccoli. Federico Caner, il vicesegretario
federale della Lega, 38 anni, capogruppo in
Regione Veneto, Lucio Brignoli, 32, segretario
dei giovani padani, Edoardo Rixi, 37, consigliere
regionale in Liguria, Elena Maccanti, 41, assessore regionale in Piemonte. Poi, in Emilia, c’è Manes Bernardini, 40 anni, in Friuli Massimiliano
Fredriga, 32, responsabile welfare della
Lega. Sono i sei giovani che si aggiungono agli
Zaia, ai Cota e ai Tosi.
Ha un debole per il ministro allo Sviluppo
economico Corrado Passera, l’unico dei
tecnici invitato agli stati generali?
Io non salvo nessuno di questo governo, ma
siccome abbiamo identificato Mario Monti
con le tasse e Passera con il poliziotto buono,
quello che deve puntare alla crescita ma
non ci è riuscito, vogliamo interrogarlo. Gli
imprenditori desiderano chiedergli conto delle
promesse non mantenute sulla crescita. Lo conosco
da quando era alle Poste, sono curioso
di capire che cosa ci fa in questo governo e se
ha qualche brillante idea che non sia la banda
larga o l’agenda digitale. Nessun retroscena,
non lo voglio come candidato della Lega.
Perché la Lega di Maroni ci tiene a fare a
meno di corna, fischietti e campanacci?
I leghisti non sono così, le prime file di Pontida
sono così, dalla terza in poi c’è gente normale
che viene perché ha problemi da risolvere.
Il dramma del giovane disoccupato lo risolvo
dicendogli dipingiti la barba di verde o aiutandolo
a non pagare le tasse per 5 anni se
propone una nuova impresa?
Che cosa farà nel 2015, quando scadrà
il suo mandato?
A 60 anni si è ancora giovani. José Maria Aznar,
Tony Blair, José Luis Rodriguez Zapatero si
sono ritirati. Solo in Italia sembra un fatto
strano passare la mano. Comunque vada, la
questione per me si chiuderà nel 2015 e non
mi ricandiderò, qualcun altro sarà pronto a
gestire la Lega per i successivi 10 anni.
La Lega è popolare, Beppe Grillo è populista.
Affronterebbe su questo tema il
leader del Movimento 5 stelle in un confronto
pubblico?
Assolutamente sì. Io sono pronto, ho alle spalle
una palestra insuperabile in tv che è stata
Milano-Italia con Gad Lerner nei primi anni
Novanta. Due ore di diretta, io ero sul palco
con i big della politica. A Grillo avrei da chiedere
un paio di cosette, ma qui non le dico.
Chi ha ragione, Diego Della Valle o Sergio
Marchionne?
È ovvio che l’imprenditore mira ai profitti e
se l’Italia è un posto inidoneo cercherà di
andarsene. Ma in questo caso Marchionne
deve dire chiaramente che cosa ha in testa per
dovere di onestà nei confronti dei lavoratori e
per debito di riconoscenza, visti i contributi diretti o indiretti che ha ricevuto dallo Stato negli ultimi 40 anni. Temo lo scenario peggiore,
la Fiat che, ops, sparisce, chiude e scappa
in America. Stiamo assistendo a ricattucci,
birignao, se fate come il Brasile sì, sennò...
C’è qualcun altro, nel governo, che ritiene
un interlocutore oltre a Passera?
Non faccio questioni personali, ma il governo
ha dolosamente fallito. Lo dice l’Eurostat, lo
dicono tutti i dati. Sul rigore ha fallito perché
nel 2012 il rapporto debito/pil è aumentato
di 4 punti; sull’equità neanche a parlarne:
l’aumento delle tasse sui produttori di ricchezza
ha penalizzato imprese e famiglie del
Nord; e sulla crescita siamo in recessione.
Io non penso, come il ministro dell’Interno
Annamaria Cancellieri, che i comuni non debbano
lamentarsi per i tagli di fondi perché mal
comune è mezzo gaudio.
Il pregiudizio del dolo...
Hanno mirato al peggioramento della crisi
per realizzare l’obiettivo di svendere i beni
dell’Italia ad altri: alle banche, alla finanza
internazionale. Il crimine è di avere favorito
la deindustrializzazione dell’Italia, che dava
e dà fastidio ai competitor francesi e tedeschi
perché la rete di piccole e medie imprese è
una rete dinamica, in grado di adeguarsi facilmente
alle novità. L’avere depresso con le
misure fiscali questa capacità produttiva va
nella direzione della deindustrializzazione,
facendo perdere al Nord la sua vocazione
naturale. Non sono incapaci, essendo professori,
ma semplicemente favoriscono altri
paesi.
L’appoggio al governo Monti e ora il Laziogate.
Con l’amico Angelino Alfano le
strade si separano ancora di più?
Questp Pdl è finito, se si trasformasse in una federazione di movimenti regionali sul modello Lega, sarebbe un’opportunità che valuterei con favore. Ecco, un soggetto nuovo, con la
forma di una federazione di movimenti territoriali
di area, una specie di Pdl del Nord,
potrebbe diventare un interlocutore rispetto
al Pdl a trazione siciliana. O Angelino copre
tutto come ha fatto il segretario del Pd Pier
Luigi Bersani con i suoi scandali interni o
si rinnova nel profondo. Se seguirà questa
seconda strada, saremo molto interessati.
Perché fa ancora presa sulla Lega e fuori
la sua contrapposizione con Bossi?
Senta, mi sono caricato di responsabilità che
non avrei mai voluto avere. Quelli che hanno
giocato sulla contrapposizione ora sono rimasti
pochi giapponesi nella foresta che pensano
che la guerra non sia ancora finita. La guerra
è fi-ni-ta. E con un accordo di pace, non con
un armistizio. Chi non se ne fa una ragione,
può accomodarsi fuori.
«Il Fatto» sostiene che Isabella Votino, la
sua portavoce, sia malvista dalla base.
Sono i soliti giapponesi a fomentare il
malcontento o lei l’ha imposta senza tanti
complimenti?
Gli attacchi arrivano solo da alcuni giornali,
non dalla Lega. E se l’argomentazione è che
lei non debba svolgere questo ruolo perché
è meridionale, alla faccia del razzismo della
Lega... Quali altri argomenti usa Il Fatto? Dal
2006 è una mia stretta collaboratrice, se
lavorasse male non sarebbe al mio fianco.
Ha una capacità fondamentale: capisce al
volo le intenzioni di chi mi ascolta e mi
stoppa se parlo troppo. Lei è più furba di
me, è bene che stia qui.