Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  settembre 27 Giovedì calendario

LA REPUBBLICA.IT


NEW YORK - Ha ribadito fino a ieri che non era in corsa per la carica di primo ministro e che dopo le prossime elezioni l’esecutivo tecnico da lui presieduto si sarebbe messo da parte. Ma Mario Monti, da New York dove partecipa all’Assemblea generale dell’Onu, oggi si dà una possibilità. "Dopo le elezioni - dice intervenendo al Council of Foreign Relations- è giusto che i partiti politici possano presentare un presidente del Consiglio che sia uno di loro e che non sarò io. Certo che se ci fosse una circostanza particolare, se dovesse essere richiesto, considererei l’ipotesi di dare una mano". Dopotutto, ricorda, "sono stato nominato senatore a vita e non ho bisogno di presentarmi alle elezioni".

Il professore è indulgente nei confronti della sua esperienza di premier: "Si può considerare il mio strano governo come un esperimento - spiega- un esecutivo tecnico che cerca di mettere insieme diversi partiti per cercare di tenere sotto controllo la situazione finanziaria. È presto per dire che non ce l’ha fatta". E non è affatto pentito di aver accettato l’incarico di presidente del Consiglio: "Non ho mai invidiato la posizione di Mario Draghi alla guida della Bce. Forse durante i miei anni accademici come studente di politiche monetarie sarebbe sembrato naturale per me finire nel circolo del banche centrali, ma quando ero commissario europeo mi era stato proposto di entrare nel board della Bce ed ho istintivamente rifiutato pensando che sarebbe stato noioso".

Super Mario potrà garantire che Silvio Berlusconi non torni a Palazzo Chigi? "Trovo assolutamente normale che Berlusconi, leader di un grande partito come il Pdl, si ricandidi - ribadisce Monti - non è che in questi mesi se ne sia andato su un’isola deserta". E con questa battuta fa capire alla platea americana, raccolta presso la sede del prestigioso think tank, come il Cavaliere sia rimasto sempre attivo in politica. "Fu Berlusconi in un certo senso - ricorda - a ’scoprirmi’ nel 1994 nominandomi Commissario Ue".

Monti ha poi risposto alle domande sulla stabilità monetaria europa: "L’euro non è nelle mani dei governi nazionali - ha spiegato - e nonostante la crisi profonda, non ha sofferto come moneta, ha subìto delle normali fluttuazioni". E ha rassicurato: "La Grecia non uscirà dall’Eurozona perché l’euro è irreversibile e l’uscita di un paese avrebbe ripercussioni troppo gravi". Bisogna però ancora lavorare per risolvere una situazione difficile. "Per farlo - ha spiegato il premier - serve anche una maggiore unità bancaria".

Sulla situazione economica italiana il premier spende parole cariche di speranza: "Per raggiungere un avanzo primario del 5 per cento del Pil - spiega - stiamo cercando di rallentare l’aumento del debito attraverso politiche rigorose su deficit e un piano di privatizzazioni". Ma le prospettive per il nostro Paese non sono cupe: "Da noi - ha detto ancora Monti - c’è un potenziale di crescita assolutamente inesplorato. C’è la combinazione della natura degli italiani, della ricchezza del patrimonio culturale, della bellezza del territorio, che abbiamo distrutto ma non del tutto - ha proseguito -. Le qualità soft stanno diventando sempre più importanti, e i poteri soft possono diventare decisivi. Il mio fortunato successore avrà 5 anni di tempo davanti per pensare a questi temi. Sono tantissime le aree in cui l’Italia è forte, dobbiamo solo sbloccare la produttività di industria e servizi attraverso le riforme, che erano già state avviate dal governo precedente". Sul piano politico, il professore confida in una rapida approvazione della legge elettorale: "Questo governo non si è impegnato sulla riforma - spiega - perchè era stato chiamato per salvare il Paese. Ci stanno lavorando le forze politiche e, con una figura chiave come il presidente Giorgio Napolitano, confido che diventi realtà in tempi non troppo lunghi".

E a chi gli chiede di dispensare suggerimenti al presidente Barack Obama per risolvere i problemi economici degli Stati Uniti, risponde: "Non ho consigli tecnici da dare agli Usa, penso dovrebbero cercare di fare il massimo da un punto di vista politico, esplorare tutte le modalità per affrontare le questioni importanti. Obama è abbastanza saggio nel cercare di capire e aiutare noi a capire le questioni dell’economia globale, anche perchè l’America ha un ruolo tutt’altro che marginale nella crisi".
(27 settembre 2012)


CORRIERE.IT
Il premier Mario Monti non si candiderà alle prossime elezioni, come ha sempre assicurato, ma si dice pronto a servire ancora il Paese qualora fosse necessario. Monti ricorda infatti - intervenendo al Council on Foreign Relations di New York, che si tiene a margine dei lavori della 67esima Assemblea generale delle Nazioni Unite - di essere stato nominato senatore a vita, quindi di non poter partecipare alle elezioni, ma non esclude di tornare «al servizio del Paese».

CIRCOSTANZE PARTICOLARI - Monti ha spiegato: «Nel caso di circostanze particolari, che spero non si verificheranno, potrebbero chiedermi di tornare. Potrei considerare questa ipotesi, ma spero di no». Se il Paese ne avesse bisogno sarebbe pronto a dare il suo contributo, ha poi ancora specificato alla domanda dell’intervistatore a questo proposito: «Se richiesto dalle forze politiche sono disponibile a un secondo mandato». Però questo non sarebbe normale: «Prima di tutto, dopo le elezioni i partiti dovrebbero essere capaci di presentare come primo ministro uno dei loro membri, e non me. Poi, se mi venisse posta la questione, esaminerei la situazione».

LA LEGGE ELETTORALE - Il rischio è di andare a votare ancora con la vecchia legge elettorale, ma l’esecutivo di Monti su questo non ha fretta: «Questo governo non si è impegnato sulla riforma elettorale perchè era stato chiamato per salvare il Paese». Ci stanno, però, lavorando le forze politiche e, «con una figura chiave come il presidente Giorgio Napolitano, confido che venga approvato in tempi non troppo lunghi», ha concluso il premier.

BERLUSCONI - Ancora una volta, poi, Monti ha toccato l’argomento Berlusconi: «Lui non è partito per un’isola deserta. È in Italia, è sempre il presidente del partito maggiore del Parlamento, il suo impegno politico è una cosa che dovrà decidere lui stesso», ha ribadito.

L’EUROZONA - Gli investitori americani hanno poi chiesto informazioni sulla situazione dell’euro, e il primo ministro li ha rassicurati: «come valuta non ha sofferto la crisi, ed è molto importante». Inoltre, ad avviso di Monti, l’Eurozona non perderà pezzi, a partire dalla Grecia: «Non credo succederà, perché c’è l’idea di irreversibilità». E allora Atene, ma anche la Spagna e l’Italia, potrebbero essere da salvare con l’aiuto del Fondo di stabilità, che «dovrebbe coinvolgere anche il sistema bancario - evidenzia Monti, ritenendo che se ne parlerà a breve - Ci sono cose che non vengono discusse per un giorno o per un anno ma poi tornano».

L’ITALIA, IL FUMO E L’EVASIONE - L’evasione fiscale è uno dei nemici da abbattere perché l’Italia possa ripartire. E il premier lo spiega agli americani con un esempio pratico: «Molti ritengono che sia difficile fare rispettare le leggi agli italiani. Ma venite in Italia, andate in un qualsiasi luogo pubblico, e vedrete che il semplice divieto di fumare viene rispettato dal cento per cento degli italiani. Mi piacerebbe che la stessa cosa valesse per il pagamento delle tasse... Stiamo cercando di rallentare l’aumento del debito attraverso politiche rigorose sul deficit e attraverso un piano di privatizzazioni: c’è un grande potenziale di crescita non ancora sfruttato».

CORRIERE.IT
«È la più profonda e peggiore crisi nella storia dell’Unione Europea». Il presidente del Consiglio Mario Monti è intervenuto alla 67ma Assemblea generale dell’Onu portando l’impegno dell’Italia nello scenario internazionale e ricordando che «continuerà a fare la propria parte per un ulteriore rafforzamento della sostenibilità fiscale e migliorare il potenziale di crescita». Nel suo discorso al Palazzo di vetro, il presidente del Consiglio italiano ha affrontato la crisi economica e l’instabilità internazionale. «Non possiamo trascurare l’importanza delle misure che vengono prese nell’Unione europea per rafforzare la governance e l’integrazione a livello fiscale», ha detto aggiungendo che , nonostante la crisi economica, l’Italia continua a fare la sua parte nella gestione delle crisi, nel peace-keeping e nelle missioni di stabilizzazione. È chiaro che «il concetto di "più Europa" è un concetto di interesse generale», soprattutto perché nel 2011 i mercati finanziari hanno mostrato «gravi segnali di tensione, soprattutto per il deterioramento dei conti pubblici» e quello che si sta sperimentando «non sono squilibri ciclici».

LA CRISI E L’ITALIA - Successivamente, il premier in un’intervista alla Pbs ha aggiunto: «Sono abbastanza sicuro» l’Italia non rischia più di infiammare la crisi del debito. E’ importante per l’Italia, per l’area euro, l’Europa e l’economia globale che un paese che è la terza economia dell’area euro non aggiunga peso a una serie di focolai locali»

I TEATRI CRITICI - Dopo i temi economici, il premier davanti all’assemblea dell’Onu ha toccato altri temi. «L’Italia è sempre stata al fianco del popolo arabo soprattutto negli ultimi mesi di lotta alla giustizia e alla democrazia», ha aggiunto Mario Monti facendo riferimento alle Primavere arabe e ai processi che hanno innestato. «Anche con l’Europa stiamo prestando un aiuto concreto ai loro nuovi governi per assistere la loro ripresa». E riferendosi all’Italia ha aggiunto: «La nostra esperienza e le nostre risorse rimarranno impegnate in diversi teatri critici, specialmente Afghanistan e Libano». Si tratta di un peso finanziario che «per noi rappresenta un investimento», ha sottolineato Mario Monti sottolineando che di fronte alle crisi nel Mediterraneo «non possiamo lasciare che la situazione di deteriori ulteriormente e l’Italia darà il suo contributo per evitarlo». Un impegno necessario per l’interesse comune. E anche per questo «aiutare la Somalia resterà un punto in cima alla mia agenda di governo, affinché ritrovi integrità e dignità».

NUCLEARE - All’Iran, l’Italia chiede di rispettare tutte le risoluzioni. «Non possiamo sottovalutare il pericolo crescente di una proliferazione nucleare», ha detto ribadendo il sostegno italiano L’Italia sostiene all’Aiea per ottenere chiarimenti sulla vera natura del programma nucleare iraniano. «L’Italia sostiene la necessità di maggiori controlli sulle armi del regime» ha detto Monti, aggiungendo che attende «concrete misure per il disarmo nucleare, come proposto dal presidente Obama a Praga».

COOPERAZIONE - Alla pace, alle minoranze e alle crisi umanitarie nei tetri di guerra, Mario Monti ha dedicato un ampio stralcio del suo discorso. Ogni forma di «estremismo e intolleranza deve delle isolato e rigettato», ha detto. «L’obiettivo di pace e cooperazione potrà essere raggiunto solo se tutti i paesi lavorano insieme sulla base del mutuo rispetto e condividendo gli obiettivi. La cultura del dialogo deve prevalere sul confronto», ha osservato il premier reclamando il rispetto dei diritti, della dignità e delle opportunità che devono essere garantite a tutti, «soprattutto alle minoranze e alle donne». E rispetto alla Siria il premier italiano ha ribadito il sostegno del nostro Paese alla missione del nuovo Rappresentante speciale per la Siria chiedendo «con forza al Consiglio di sicurezza di superare lo stallo che impedisce l’adozione di una efficace azione internazionale». Per mettere fine «ai massacri in corso e alle massicce violazioni dei diritti umani in Siria», ha detto Monti, sono necessari «buona fede e buona volontà».

RELIGIONI - Il terrorismo «trova nuove strade per colpire l’Europa», ha ricordato il premier italiano sottolineando il bisogno di «cooperare con saggezza e rigettare con fermezza la rappresentazione sbagliata di religioni o credi religiosi come strumenti di distruzione e destabilizzazione». Un obiettivo per cui «sono sempre necessarie delle buone leggi, ma queste spesso non sono sufficienti» ha detto invitando governo e società civile a promuovere la tolleranza.

Redazione Online