Claudio Plazzotta, Italia Oggi 27/9/2012, 27 settembre 2012
GOOGLE PAGA DI PIÙ
Fabio Vaccarono sta prendendo le misure di Google Italy srl, la consociata italiana del grande gruppo americano di cui guida le operazioni da questa estate. E sulla penisola Google si pone, almeno ufficialmente, come «fornitore di servizi di marketing e di ricerca e sviluppo per Google Ireland e Google Inc.
Usa». Questo consente al motore di ricerca di fatturare all’estero tutti i suoi ricavi. Che, nel dettaglio, sono stati pari a 44,1 milioni di euro nel 2011 (rispetto ai 28,4 mln di euro del 2010, con una crescita boom del 55,3%). In particolare, verso l’Irlanda sono stati venduti servizi per 40,4 mln, mentre verso gli Stati Uniti le vendite sono ammontate a 3,6 mln di euro.
Pure i costi, d’altrocanto, sono decollati lo scorso anno, passando dai 26,4 mln del 2010 ai 40,7 mln del 2011 (+54,1%). Motivo? Soprattutto la crescita dei costi per il personale, saliti da 14 a 21,8 mln (+55,7%). Google Italy, in effetti, ha modificato la composizione dei suoi 137 dipendenti: i dirigenti sono aumentati da 16 a 21, i quadri da zero a 46, mentre gli impiegati hanno perso 23 unità, scendendo a quota 52. Questa manovra ha portato il fatturato per dipendente a 321.716 euro nel 2011 (+5,3% sul 2010), mentre il costo del lavoro unitario è di 159.587 euro (+5,4% sul 2010). Va sottolineato che non ci sono molte imprese in Italia con un costo del lavoro per dipendente così alto.
Ma, detto questo, resta il grande escamotage dell’Irlanda, che consente di avere ricche agevolazioni fiscali e di versare, alle casse italiane, appena 1,8 milioni di euro nel 2011, per un utile finale di 1,5 mln (contro il milione tondo tondo del 2010).
Il mol (margine operativo lordo) di Google Italy srl ha leggermente sofferto nel 2011: si è attestato a 4,8 mln di euro, il 10,9% dei ricavi. Nel 2010 la percentuale era più soddisfacente, e pari al 12,5%. E che lo scorso anno abbia anche avuto i suoi piccoli problemi lo testimonia la voce «debiti verso fornitori», schizzata a otto milioni contro i 3,2 mln del 2010.