Elena Galli, Italia Oggi 27/9/2012, 27 settembre 2012
A PARIGI LA MAGIA DEL CANALETTO
Una gondola è attraccata lungo la Senna. Al Musée Maillol di Parigi (fino al 10 febbraio 2013) una mostra consacrata a Canaletto (Giovanni Antonio Canal, Venezia, 1697-Venezia, 1768) consente ai francesi di scoprire una cinquantina di capolavori, provenienti da musei e collezioni private, la maggior parte dei quali mai visti prima nell’Esagono.
Protagonista assoluta, Venezia, vista con gli occhi di un uomo che, a 68 anni, due prima di morire, disegnò una superba veduta interna di San Marco e sul foglio, in basso, scrisse di averla realizzata senza occhiali: orgoglioso come solo un veneziano doc può esserlo.
Nel 1727 l’irlandese Owen Mc Swiny, che fu uno dei suoi committenti, scrisse: «Il buon uomo è capriccioso, cambia i prezzi ogni giorno. E chi desidera avere una delle sue opere non deve dar l’impressione di apprezzarla troppo perché altrimenti sarebbe penalizzato, sia dal punto di vista del prezzo sia da quello della pittura. Ha più lavoro di quanto non possa portare a termine in tempi ragionevoli».
I principali clienti di Canaletto erano giovani dell’aristocrazia europea che arrivavano in Italia per il Grand tour e che volevano portarsi a casa un souvenir della Serenissima. Gli inglesi furono i primi e più numerosi acquirenti: si servivano di un intermediario come il banchiere e mercante Joseph Smith.
Tra le mani di quest’ultimo, che fu a lungo mecenate di Canaletto, passarono così tante opere del pittore che il numero di capolavori approdati all’estero (dal castello reale di Windsor, che ne conta una cinquantina, alla National Gallery di Londra, dalla Wallace Collection alle opere di proprietà del duca di Bedford che ornano le sontuose pareti di Woburn Abbey; per non parlare dei dipinti conservati all’Ermitage di San Pietroburgo) supera di gran lunga quelli rimasti a Venezia.
Una Venezia magnificata, serena e idilliaca, quella di Canaletto, resa ancor più bella da ingegnose modifiche spaziali e architettoniche. Al Musée Maillol è esposta una ricostruzione, realizzata da artigiani veneziani, della camera ottica che Canaletto utilizzava: in legno, chiuso da una coperta e pesante diversi chili, l’apparecchio, che spesso veniva piazzato su una barca, con l’obiettivo puntato sul soggetto scelto, offriva un campo visivo e una precisione unica per l’epoca.
Un’altra chicca in mostra a Parigi è il quaderno di schizzi di Canaletto, un tesoro unico, conservato al Gabinetto dei disegni e delle stampe delle Gallerie dell’Accademia e in trasferta temporanea al Maillol: ben 500 fogli riuniti originariamente in sette fascicoli. I visitatori possono ammirarlo aperto, ma anche sfogliarlo virtualmente su un touchscreen. Veri e propri disegni preparatori, gli schizzi testimoniano la genesi delle opere di Canaletto e sono spesso accompagnati da osservazioni e informazioni (nomi dei palazzi e delle botteghe, numero delle finestre e delle colonne, tonalità dei colori ecc.) che l’artista utilizzava al momento della trasposizione in pittura nel suo atelier, un’operazione che richiedeva almeno tre mesi per le tele di maggiori dimensioni.
Il risultato è oggi sotto gli occhi dei francesi, uno dei quali (lo scrittore e poeta Theophile Gautier) in passato così riassumeva il vantaggio di avere una tela di Canaletto sotto gli occhi: «Se non siete mai andati a Venezia, il viaggio sarà fatto. La realtà non aggiungerà nulla di più, l’illusione è completa».