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 2012  settembre 25 Martedì calendario

MARCHIONNE-DELLA VALLE, INSULTI DA STADIO. NEL PREPARTITA

Rischia di diventare il nuovo derby d’Italia. Meglio del tradizionale Juventus-Inter o del più recente Juventus-Milan. È Fiorentina-Juventus, con il risvolto Tod’s-Fiat o Della Valle-Marchionne, a essere al centro della scena. Il conflitto sull’asse Firenze-Torino potrebbe allargarsi se, come si vocifera, i tifosi viola, oggi, dovessero contestare il tecnico bianconero, Antonio Conte, sanzionato dalla giustizia sportiva e costretto a seguire la partita dalla tribuna. Ma da quale? Se i tifosi fiorentini potessero avvicinarlo l’incidente sarebbe certo. E allora in Questura si sta cercando di capire la collocazione più adeguata: nella tribuna delle autorità oppure nella sala delle Tv o, addirittura, in quella della sicurezza. Il Questore si dice sicuro che tra la tifoseria prevarrà lo sberleffo e che tutto si svolgerà tranquillamente. Ma ieri pomeriggio le prime contestazioni sono già cominciate.
PER NULLA tranquillo è il confronto a distanza tra il patròn della Fiorentina, Diego Della Valle e l’amministratore del gruppo Fiat, Segio Marchionne (tra i due si è infilato anche Luca Cordero di Montezemolo, chiedendo “un confronto serio”). Il primo, parlando alla Bocconi ha chiesto al governo di “non perdere tempo a sentire certi chiacchieroni dire banalità offensive”. E ancora: “La Fiat è stata presa con le mani nella marmellata di chi vuole lasciare il paese - graffia il patron di Tod’s - i suoi uffici stampa lavorano più degli uffici di progettazione” e invece di dare ancora denari “a una famiglia (gli Agnelli, ndr.) che ha preso tutto quello che poteva” meglio aiutare, “anzi, prestare” ad aziende come la Volkswagen che fa belle macchine. Anche perché, aggiunge Della Valle, “la crisi esiste soprattutto per chi non ha nulla da vendere” e “gli improvvisati della Fiat vorrebbero spiegare a imprenditori seri che è meglio non fare prodotti nuovi”. Sberle come se piovesse e applausi a scena aperta quando l’imprenditore conclude il suo intervento.
Ma anche l’ad del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, non le manda a dire: “Se è gente che fa le borse a darci consigli - ha detto rispondendo rapidamente alle domande dei giornalisti a Torino - ci viene da ridere” ricordando che “con quello che Della Valle investe in un’anno noi non ci facciamo nemmeno un parafango” quindi, “la smetta di rompere le scatole”.
Il gigante che scaccia via il nano con una mano, esattamente come la Juventus con la Fiorentina. Eppure, il nano è già arrivato all’8,7% di proprietà della Rcs, salotto editoriale del capitalismo nordico da cui Della Valle è stato estromesso e in cui aspira a rientrare.
Intanto si cerca di capire che cosa succederà agli stabilimenti e cosa c’è dietro l’insistenza sugli aiuti all’export. “Questa storia dell’export rischia di essere la nuova Fabbrica Italia” spiega con una esibita diffidenza Giorgio Airaudo, responsabile auto della Fiom. E la sua diffidenza è confortata dai numeri. Per dare stabilità agli attuali impianti, infatti, servirebbe un raddoppio delle vendite dalle attuali 450mila ad almeno 800mila. Solo in questo avrebbe senso discutere, in tema di ammortizzatori sociali, dell’ipotesi dei contratti di solidarietà che, per realizzarsi, ha bisogno di una produzione reale.
IERI MARCHIONNE ha ribadito di nuovo che l’Italia fa parte del futuro Fiat e, dopo aver liquidato Della Valle e definito una “pirlata” l’ipotesi di vendita del marchio Alfa Romeo alla Volkswagen avanzata da Maurizio Landini, è tornato a prendersela con gli altri: “Il governo deve fare la sua parte per rimuovere quelle zavorre che stanno ancorando il nostro Paese al passato”. Un riferimento alla trattativa in corso sulla produttività nonostante la Fiat benefici già di un contratto aziendale molto vantaggioso. In realtà il mercato, come ammette lo stesso Marchionne , è “disastroso” e i “5 miliardi di investimenti fatti negli ultimi tre anni”, esibiti nel comunicato congiunto con Palazzo Chigi, riguardano gli investimenti complessivi dell’azienda, non solo quelli del settore auto. Dentro ci sono tutti i progetti, anche quelli “pensati” in Italia ma poi attuati all’estero, ad esempio in Brasile.
Il premier Monti, in ogni caso, ha confermato che al vertice di sabato scorso la Fiat non ha chiesto nulla in termini di ammortizzatori sociali e di nuovi finanziamenti. Anche perché gli ammortizzatori sociali esistono già: a Mirafiori, Pomigliano, Cassino e anche a Melfi. Quanto ai finanziamenti, è stato lo stesso ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, a ricordare quelli “per l’innovazione tecnologica” che ancora attendono la nascita di “prodotti nuovi” come le auto elettriche. Il governo, intanto, ieri ha convocato i sindacati per questa sera. Alle 19,30 si incontreranno con i ministri Elsa Fornero e Corrado Passera. Proprio nel giorno in cui gli operai di Termini Imerese hanno occupato il Comune. Sono indignati perchè il loro caso è stato "completamente ignorato" nell’incontro di sabato.