Giordano Tedoldi, Libero 23/9/2012, 23 settembre 2012
L’ACIDO COME VENDETTA D’AMORE MA STAVOLTA LA VITTIMA È L’UOMO
Ci viene da pensare agli estremisti islamici, alla storia di Fakhra Younas, la pakistana che si è uccisa il marzo scorso dopo essere stata sfigurata dal marito. A questo pensiamo quando sentiamo che l’amante abbandonato ha gettato acido muriatico in faccia all’amore irrimediabilmente perduto. E siamo abituati a pensare che la vittima sia una donna e l’esecutore un uomo. Da Travagliato, in provincia di Brescia, ci giunge una storia opposta. La barbara vendetta è stata concepita da una donna, inflitta a un uomo, ed eseguita da un altro uomo, di lei complice e succube, un ultras del Brescia con tatuaggio della X Mas sul collo taurino. Tutti italiani. Ecco dunque il racconto della variante coltivata in terra lombarda di come ti disonoro l’amante che mi lascia, di come lo sfregio per incidergli nelle carni i segni di quel dolore che non ho saputo sopportare. E di come, essendo donna in avanzata gravidanza, lo faccio fare a un mio spasimante che considero talmente pazzo di me da essere incapace di dirmi di no. Colui che sarà presto sfregiato è un ventiseienne che lavora in un bar di Azzano Mella. La notte di mercoledì cala la saracinesca del bar e si appresta a tornare nella sua casa di Travagliato.
Forse ha qualche presentimento, di certo non è tranquillo, ha troncato a luglio una storia con una ragazza bresciana di ventitré anni, ma le cose stanno precipitando perché la ragazza è incinta e il parto è imminente, una decina di giorni al massimo. La rottura con la donna è stata traumatica proprio su questo: lui non vuole riconoscere il bambino poiché dubita che sia veramente suo. Così le ha detto che aveva un’altra e l’ha lasciata.
Ora, qualunque cosa gli dica la sua coscienza ormai la decisione è stata presa, quindi due chiacchiere fuori dal bar e poi a casa, a dormire. Nonostante il turbamento non può immaginare lontanamente quale atroce vendetta lo attenda. I pensieri della donna abbandonata sono un tormento che sta per cambiargli la vita per sempre. Sulla rampa delle scale di casa conosce il terrore: un energumeno dal volto coperto, molto più forte di lui, emerge dal buio e lo immobilizza. Ma l’aggressione fisica non è tutto. Tra le mani di quel’orco vede una bottiglia, il cui contenuto gli viene versato addosso. In un istante il ventiseienne si rende conto di cosa gli sta capitando, perché quel liquido gli sta divorando la carne. Acido muriatico. L’incappucciato, che è in compagnia di un’altra figura, una ragazza anch’essa incappucciata, scappa. Mentre l’acido gli sfregia la faccia, il ragazzo lancia urla disperate. La sua coinquilina esce sulle scale, vede l’orribile scena e chiama un’ambulanza e i carabinieri. Si corre all’ospedale Civile di Brescia, la situazione del ragazzo è gravissima, ustioni sul 30% del corpo. Perderà l’occhio sinistro, sta rischiando di perdere anche l’altro, la prognosi è riservata ma, perlomeno, la sua condizione non è a rischio della vita. I due assalitori vengono presto acciuffati dai carabinieri.
L’energumeno è un 43enne di Gussago, tifoso del Brescia già colpito da divieto di accesso allo stadio e con precedenti per aggressione, ora se ne sta rinchiuso nel carcere di Canton Mombello. Ma non è che un ottuso strumento nelle mani della mente dell’orribile vendetta, cioè l’ex fidanzata del giovane barista. È lei, che partorirà tra dieci giorni, la ragazza di ventitré anni di Brescia, a aver decretato che quel ragazzo con cui aveva convissuto un anno e mezzo a Travagliato, avendola abbandonata e rifiutandosi di riconoscere il bambino, meritava di essere bruciato dall’acido.
Per meglio sobillare il suo complice, gli aveva raccontato di essere stata più volte picchiata dal suo ex. A quel disperato, totalmente alla sua mercé, sarebbe bastato che lei avesse ordinato e lui avrebbe eseguito senza nessuno scrupolo. Anzi, avrebbe trovato un qualche immondo piacere nel castigare il suo uomo, mirando a prenderne il posto. Lei, il perno di tutta questa folle storia, si trova ora in una comunità protetta. Ha un bambino da dare alla luce.