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 2012  settembre 26 Mercoledì calendario

Nel 2013 la moda avrà il suo fondo – La settimana della moda milanese dedicata alle collezioni donna per la primavera-estate 2013 si è chiusa ieri in un’atmosfera di cauto ottimismo, ma non era iniziata nel migliore dei modi

Nel 2013 la moda avrà il suo fondo – La settimana della moda milanese dedicata alle collezioni donna per la primavera-estate 2013 si è chiusa ieri in un’atmosfera di cauto ottimismo, ma non era iniziata nel migliore dei modi. C’erano stati i soliti malumori legati a cambiamenti dell’ultim’ora in un calendario che, al contrario di quanto fanno da anni a Parigi, non si riesce a "blindare". A ogni tornata – e sono quattro all’anno – qualcuno cambia giorno oppure orario, mettendo in pericolo il precario equilibrio tra stilisti affermati ed emergenti. A metà manifestazione era poi arrivato l’annuncio – in gran parte a sorpresa – di un’alleanza tra le fiere organizzate dall’ente fiorentino Pitti Immagine e quelle milanesi, manifestazioni che non dipendono dalla Camera della moda. L’impressione era che, per l’ennesima volta e nonostante i numerosi proclami, la moda italiana non riesca a fare sistema e che perda così l’opportunità di cogliere appieno i frutti dell’innegabile qualità ed eccellenza della nostra filiera del tessile-abbigliamento, qualità che all’estero tutti ci riconoscono. Alla fine tutto sembra essersi ricomposto e la settimana della moda ha lanciato segnali positivi: buyer e giornalisti stranieri non sono fuggiti verso Parigi, che oggi raccoglie il testimone da Milano per le collezioni PE 2013, e hanno affollato fino all’ultimo le sfilate. «Abbiamo contato 146 collezioni per 71 sfilate e 53 presentazioni – ha sottolineato Mario Boselli, presidente della Camera della moda –. Siamo più che soddisfatti, anche se speriamo che dalla prossima tornata, quella di febbraio, si torni a occupare sette giorni pieni: è il solo modo per permettere ai 15mila operatori e 2mila giornalisti che accogliamo per ogni settimana della moda di vedere tutto con la necessaria calma». Boselli e Saverio Moschillo, vicepresidente vicario della Camera della moda, hanno ribadito il sostegno agli stilisti più giovani, ai quali era dedicata l’intera giornata di ieri (si veda l’articolo a fianco): «Ho sempre sostenuto che stilisti come Giorgio Armani siano un patrimonio nazionale – ha detto Moschillo –. Ma penso anche che buyer e giornalisti non abbiamo alcuna fretta di scappare a Parigi perché, come ho sentito dire o scrivere, l’ultima giornata, quella per i giovani, sarebbe poco interessante. È vero il contrario: tutti, specie in un periodo economicamente difficile come questo, hanno voglia di creatività, di sguardi nuovi sul mondo, proprio quello che hanno i talenti emergenti della moda». In questo impegno a favore dei giovani la Camera della moda continua ad avere il migliore alleato nella Camera di commercio di Milano: le due istituzioni lanceranno nel 2013 il fondo "Capital moda", come ha spiegato Pier Andrea Chevallard, segretario generale della CdC: «L’obiettivo è raccogliere 30-40 milioni di euro. Si tratterà di un fondo di investimento chiuso di cui saremo promotori insieme alla Camera della moda. I soci sottoscrittori saranno invece banche, imprenditori e soci istituzionali. I capitali saranno usati per finanziare attività già esistenti di giovani stilisti o per avviarne di nuove». Tornando alle fiere, quelle che si sono chiuse ieri hanno contribuito al generale clima di ottimismo: i saloni di Pitti – Touch, neoZone e cloudnine – sono stati visitati da quasi 10mila compratori, in gran parte stranieri. Il Mipap, organizzato da Fiera Milano, con le sue 150 collezioni, ha attratto 7mila buyer in tre giorni e il White ha avuto 16.500 presenze, l’8% in più rispetto all’edizione del 2011. Il sindaco di Milano ha riconosciuto l’importanza della moda per la città: «L’integrazione delle fashion week va sostenuta anno dopo anno – ha detto Pisapia – per rendere questi avvenimenti sempre più speciali e diffusi nel territorio». Giulia Crivelli