Claudia Cervini, ItaliaOggi 26/9/2012, 26 settembre 2012
L’e-commerce scopre l’artigianato – Porta la firma dei tedeschi di DaWanda la prima vetrina online dedicata all’artigianalità italiana
L’e-commerce scopre l’artigianato – Porta la firma dei tedeschi di DaWanda la prima vetrina online dedicata all’artigianalità italiana. Grazie alla crescita dell’e-commerce nella Penisola, e dopo aver lanciato piattaforme analoghe in Spagna, Olanda e Polonia, l’operatore berlinese specializzato nella vendita online di prodotti fatti a mano, ha deciso di puntare sul paese della moda e del design. E di aprire, in autunno, una nuova filiale a Milano. Si tratta del primo passo di un piano di marketing che passa da accordi con stilisti, designer e artigiani per arricchire l’offerta con proposte pensate espressamente per il mercato italiano e destinate a stupire, in particolare, le clienti trentenni della moda artigianale. La scelta di Milano, a sei anni dalla nascita del marchio, non è casuale. «Qui c’è il punto di riferimento per il trend del gusto e della moda artigianale: quello che funziona qui, funziona in tutto il mondo», spiega a ItaliaOggi Claudia Helming, fondatrice e ceo di DaWanda. «Inoltre solo nel Belpaese lavorano 1,2 milioni di creativi e artigiani. Questi professionisti potranno trovare in DaWanda un partner privilegiato per mostrare i loro prodotti ai 9 milioni di visitatori che mensilmente consultano il nostro sito. Il tutto a costi quasi nulli». Il progetto è inoltre incoraggiato dai numeri del fenomeno e-commerce: le vendite online sono aumentate fino a 19 miliardi di euro nel 2011 (+35% rispetto al 2010) e tra le principali voci di crescita c’è l’abbigliamento (+30% rispetto al 2010), come testimonia il Rapporto e-commerce 2012. E non è tutto. «Nel 2015 l’internet economy italiana si prevede avrà un valore di 59 miliardi di euro; noi vogliamo esserci e contribuire a questo sviluppo», continua Helming. Questa apertura nel Mediterraneo darà nuovo impulso al business, ma anche alla creatività dell’offerta di articoli unici handmade (cioè fatti a mano), dall’abbigliamento ai gioielli, dagli accessori agli articoli per la casa, proposti dalla piattaforma tedesca. «Abbiamo chiuso il 2011 a 4,6 milioni di euro e prevediamo di raddoppiare il fatturato a fine 2012», racconta l’imprenditrice. «La rapida crescita si deve al consistente investimento da parte del fondo di venture capital Insight Venture Partners che ha portato alla creazione di DaWanda Italia, Spagna, Olanda e Polonia». La piattaforma in questi tre paesi è sbarcata durante l’estate. Al momento l’operatore berlinese offre globalmente 2 milioni di prodotti personalizzati e 150 mila negozi, mentre in Italia conta già 1.500 shop che dovrebbero raddoppiare, secondo le previsioni, nel giro di pochi mesi dal lancio. «L’obiettivo è quello di raggiungere entro fine anno 20 mila consumatori sul territorio», aggiunge Helming. Gli oggetti di artigianato fashion hanno un costo che può variare da uno a diverse migliaia di euro (in base al nome dello stilista, ai materiali utilizzati, alla lavorazione richiesta), ma il grosso dell’offerta si concentra nella fascia di prezzo accessibile tra i 10 e gli 80 euro. Ancor prima dei prodotti i protagonisti del progetto sono i designer, gli artigiani, gli stilisti e i creativi. «Tutti i nostri sforzi al momento sono concentrati nello sviluppo della comunità di creativi, che vogliamo mettere in contatto tra loro e con il pubblico», conclude l’a.d. «Sono infatti loro i testimonial che contribuiranno a creare tanto la fortuna dei brand quanto quella della piattaforma». Per cominciare i creativi sono stati protagonisti con le loro storie e con i loro oggetti, del blog DaWanda Community, così come del lancio italiano del progetto: il 15 settembre scorso al DaWanda Village (Garage di Milano, via Achille Maiocchi 5) 50 artigiani e designer italiani hanno messo in scena le loro creazioni. Claudia Cervini