Aldo Grasso, Corriere della Sera 25/09/2012, 25 settembre 2012
«ITALIA LOVES EMILIA». NON SOLO EMOZIONI
Ancora due o tre cose sul concerto «Italia loves Emilia». Il concertone è stato un evento mediatico che ha aperto una nuova strada alle forme della beneficenza in tv. Per la prima volta un broadcaster, Sky Italia, ha messo a disposizione pro bono le sue professionalità per seguire l’evento in diretta e trasmetterlo in pay per view, attraverso la funzione Primafila. Il simbolico ingresso a Campovolo dal divano di casa costava dieci euro, interamente devoluti in beneficenza, e gli spettatori hanno potuto seguire il concerto in diretta, oppure accedervi per tutta la settimana successiva, sempre sui canali Primafila.
La miseria della discografia italiana ha rischiato di rovinare tutto. I troppi momenti di talk, pur condotti molto bene dal volto Sky Alessandro Cattelan con Carolina Di Domenico, che per volere dei discografici hanno coperto alcune esibizioni, non sono stati il massimo per chi voleva gustarsi la musica.
«Italia loves Emilia» è stato in primo luogo un concerto di beneficenza, dove i più importanti e amati cantanti pop e rock italiani si sono esibiti di fronte a 150mila persone per raccogliere fondi a favore delle popolazioni emiliane. Al di là della retorica che coinvolge sempre eventi di questo genere, è stata una serata emozionante, si percepiva che il gruppo di artisti era mosso da un’intenzione sincera, guidato soprattutto da alcune personalità trascinanti che hanno saputo trasmettere al concerto il senso di un abbraccio ideale all’Emilia.
Quando Sky mette il suo brand su un evento fa le cose per bene, e la resa televisiva del concerto è stata accurata ed elegante (lontane certe trascuratezze delle charity Rai), valorizzata anche dalla regia di Cristian Biondani. Era questa una manifestazione da Servizio pubblico, ma il Servizio pubblico forse non esiste più. Per una volta meglio lasciarsi la polemica alle spalle e cedere all’effimero senso di consolazione della solidarietà mediatica.
Aldo Grasso