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 2012  settembre 25 Martedì calendario

UNA CASA

del tutto autosufficiente. È questa la sfida di un team italo-francese che ha pensato di costruire una struttura in grado di sfruttare il calore dei raggi del sole per produrre energia. Un impianto fotovoltaico sul tetto ricurvo provvede al rifornimento elettrico e termico. Ma non solo. La struttura è priva di qualsiasi sistema di riscaldamento e raffreddamento, sfrutta infatti il comportamento passivo della casa (anche se c’è comunque una pompa di calore che permette di raggiungere il confort anche in inverno) ed è fatta di materiali eco-sostenibili e naturali al 100%. Questo dato in particolare, oltre ad offrire notevoli vantaggi ambientali, permette anche di abbattere i costi di produzione, rendola una casa prefabbricata low cost, oltre che low tecnology.

LE IMMAGINI

1Il tutto, però, con un occhio al design e alla tradizione. Perché il progetto, guidato dal professor Maurizio Brocato, insegnante sia all’ENSA Paris-Malaquais che all’ENPC di Parigi e pensato, disegnato e costruito da studenti, tutti architetti e ingegneri strutturali e dell’ambiente, si inserisce perfettamente nell’ambiente, rispettandone l’ecologia e lo sviluppo, ma anche l’estetica. La casa sostenibile si chiama Astonyshine 2 e nasce da una collaborazione fra due università di Parigi, tra cui la ENSA Paris-Malaquais, e due poli italiani, il Politecnico di Bari e il Dipartimento di Fisica dell’Università di Ferrara.

Proprio a Bari hanno sviluppato (FOTO 3) un prototipo di casa ecologica. Simile, ma non perfettamente uguale, a quello costruito a Parigi. "La struttura parigina è fra le finaliste al concorso Solar Decathlon Europe 2012 4 che si tiene a Madrid. Una competizione internazionale a cui partecipano le università di tutto il mondo per promuovere la ricerca e lo sviluppo di case sempre più efficienti ed ecologiche", spiega Lucia Mondardini, ingegnere italiano e dottoranda in architettura a Parigi. "Il nostro progetto è stato pensato in 4 mesi di lavoro, 15 giorni di costruzione del prefabbricato e 150 mila euro spesi in tutto. Davvero economico e innovativo", prosegue. L’obiettivo dei partecipanti al concorso castigliano è disegnare e costruire abitazioni che consumano una bassa percentuale di risorse naturali. Particolare attenzione nella selezione dei progetti da parte della commissione viene prestata alla riduzione dei consumi e a come ottenere tutta l’energia, necessaria al funzionamento della casa, sfruttando i raggi solari. "Le innovazioni di Astonyshine sono molte", aggiunge la Mondardini, "a cominciare dai pannelli solari sul tetto ricurvo che si muovono seguendo la posizione del sole. O ancora l’isolamento termico ottenuto utilizzando il sughero, prodotto in una azienda italiana, e la lana di pecora, tosata proprio dagli studenti".

La casa di 70 metri quadrati, per 6 metri di altezza, ecologica e sostenibile, utilizza solo materiali ’nobili’: pietra, legno e lana di pecora. L’uso di pietra da taglio per la costruzione, in particolare, è una promessa di sostenibilità e di efficienza energetica, con grande attenzione anche all’aspetto estetico. La struttura muraria è fatta in pietra da taglio, il telaio in legno è utilizzato per ragioni di trasporto e di messa in opera. Legno lamellare è nelle travi della copertura a doppia curvatura che presenta una struttura a travi curve. "La pietra ha una particolare caratteristica che garantisce lo sfasamento termico: la casa si mantiene fresca anche quando fuori è caldo e calda quando fuori è più fresco. Nella migliore tradizione delle costruzioni italiane". La ricerca di un nuovo design, di nuove materiali e tecnologie, riduce i problemi di fabbricazione e i costi di produzione con un significativo impatto commerciale.


(24 settembre 2012)