Marco Bellinazzo, Il Sole 24 Ore 23/9/2012, 23 settembre 2012
IL CALCIO EUROPEO DALLE UOVA D’ORO
La crisi internazionale e l’ottovolante degli spread non lambiscono il calcio europeo. Almeno non quello dorato della Champions e dell’Europa League. Le competizioni continentali fattureranno nella stagione 2012/13 1,5 miliardi di euro. Merito soprattutto della Champions che fra vendita centralizzata dei diritti tv e marketing vale 1,3 miliardi.
Un tesoro che la Uefa distribuirà, in modo tutt’altro che equilibrato, agli 80 club in gara. I 32 team che partecipano alla Champions si spartiranno 910 milioni (156 in più di quelli della scorsa stagione, +20,7%), mentre i 48 dell’Europa League potranno contare su un budget di 209 milioni (con un aumento rispetto ai 150 dello scorso anno, di quasi il 40%). Il resto – quasi 400 milioni – sarà destinato alle federazioni, a programmi di sviluppo per il calcio e all’Uefa per le spese organizzative.
Dei 910 milioni riversati ai club partecipanti alla Champions, 500 saranno assegnati come premi fissi in base ai risultati; 410 milioni saranno divisi secondo il "market pool", ossia ripartiti proporzionalmente agli investimenti delle tv di ogni Paese. Per esempio, le squadre italiane riceveranno di più di quelle cipriote dal market pool, la cui suddivisione viene comunicata al termine della competizione anche in base al numero di squadre per paese che vanno avanti nel torneo (per Milan e Juventus non avere compagni di viaggio italiani, in questo senso, è già un vantaggio).
Le squadre ammesse ai play off (come l’Udinese, che poi non è passata alla fase a gironi) riceveranno una somma garantita di 2,1 milioni. La partecipanti alla fase a gironi partiranno da 8,6 milioni, ai quali andranno aggiunti 1 milione per ogni vittoria e 500mila euro per ogni pareggio. Le qualificate agli ottavi di finale intascheranno 3,5 milioni, quelle ai quarti 3,9. Accedere alle semifinali varrà altri 4,9 milioni. La finalista (perdente) della Champions riceverà 6,5 milioni e la vincente 10,5. Complessivamente, di soli premi fissi, la squadra campione d’Europa potrà incassare fino a 37,4 milioni di euro, senza contare la parte del market pool che per i Paesi può permettere di raddoppiare la cifra.
Inferiori, ma comunque interessanti, sono i premi per l’Europa League ai quali ambiscono Inter, Lazio, Napoli e Udinese. Il giro d’affari della competizione è di 225 milioni, ai quali vanno aggiunti 40 elargiti dalla Champions League. I club si divideranno 208,7 milioni: 125,2 milioni in premi collegati ai risultati e 83,5 tramite il market pool.
Le 48 società ammesse alla fase ai gironi otterranno direttamente 1,3 milioni di euro. A questa cifra si sommeranno 200mila euro per ogni vittoria e 100mila euro per i pareggi. Le vincenti dei gironi intascheranno 400mila euro supplementari e le seconde 200mila. Ci saranno ulteriori 200mila euro per i sedicesimi di finale, 350mila per gli ottavi, 450mila per i quarti e un milione per le semifinali. La finalista (perdente) riceverà 2,5 milioni, la vincente 5. Il club che vincerà il trofeo potrà ottenere fino a 9,9 milioni, oltre alla parte del market pool.
Somme notevolmente inferiori rispetto alla ex Coppa dei campioni. Questa disparità sta inducendo l’Eca (l’associazione che riunisce i più importanti club europei) e la stessa Uefa a ripensare la struttura delle due manifestazioni, per fonderle e per creare una sorta di Superlega europea di calcio, giocata dai top club. StageUp ha stimato che un torneo con le big europee potrebbe attrarre investimenti e pubblicità fino a 6 volte l’attuale Champions League, eguagliando gli introiti delle grandi Leghe americane di football e basket.
Lo scorso anno i club che hanno gareggiato in Champions ed Europa League hanno dovuto "accontentarsi" di bonus minori. Il Chelsea di Roman Abramovich che ha alzato la Coppa dalle grandi orecchie nella finale di Monaco ha guadagnato 60 milioni di euro. Un incasso che supera da solo il fatturato di due terzi delle squadre che militano in Serie A tanto per avere un termine di confronto. Più di 40 milioni a testa hanno incassato Bayern Monaco e Barcellona.
I club italiani hanno portato a casa complessivamente 104,7 milioni. La parte del leone l’hanno fatta le squadre che hanno giocato in Champions (il Milan ha incamerato 39,8 milioni, l’Inter 31,5 e il Napoli 27,7). Più magro il bottino delle squadre che hanno affrontato, non andando molto avanti, l’Europa League: l’Udinese ha ottenuto 3,1 milioni e la Lazio 2,6.
Rispetto alla serie A quote superiori di "fondi Uefa" li hanno drenati, la Premier league (i club inglesi hanno incassato 163,9 milioni), la Liga spagnola (134,7 milioni) e la Bundesliga (114 milioni). L’Italia si è piazzata quarta nella classifica per nazioni, lasciando a distanza Francia (70,4 milioni), Russia (41,4) e Turchia (31,8). Una posizione che sarà sempre più difficile difendere in futuro con il rischio di dover rinunciare a risorse indispensabili per tenere in equilibrio l’intero movimento. Marco Bellinazzo • QUALIFICARSI, MONTE INGAGGI DA 40 MILIONI - L’Europa del calcio non è per tutti. Ad analizzare i risultati delle ultime stagioni la componente economica pare sempre più decisiva. Soprattutto per chi ha ambizioni da Champions.
Forse, quando le norme del fair play finanziario entreranno in vigore (nel 2013/14 le prime sanzioni per i club più riottosi agli equilibri di bilancio) le cose cambieranno, ma per ora esistono barriere piuttosto alte all’ingresso nel più prestigioso torneo. Fra 2006 e 2011, come rileva uno studio della Pwc, in serie A per qualificarsi è stato necessario allestire organici da 40 milioni di euro. Solo due squadre in cinque anni sono arrivate in Europa con un budget ridotto (intorno ai 30 milioni): la Lazio ha conquistato il terzo posto nel 2006/07 spendendo in ingaggi 31 milioni e l’Udinese nel campionato 2010/11 è arrivata ai prelimiari pagando 28 milioni in stipendi.
Guardando alla serie A solo sei squadre potranno tentare la scalata alla Champions: Juventus (115 milioni), Inter (100), Milan (100), Roma (99) Lazio (66) e Napoli (53). Tra queste, Juve a parte, nessuna avrebbe le carte per accedere alle semifinali. Fra 2006 e 2011 hanno raggiunto la fase cruciale di Champions club che avevano rose da 112 milioni. Mai un team con un costo del personale inferiore ai 100 milioni ha ottenuto le semifinali (era il budget dello Shalke 04 semifinalista nel 2010/11).
Tra le squadre vincitrici nelle ultime stagioni quella con l’organico più "povero" è stato il Milan nel 2007 (133 milioni). Poi, hanno conquistato la Champions nel 2008 il Manchester United (152 milioni di ingaggi), nel 2009 il Barcellona (148), nel 2010 l’Inter (191) e nel 2011 ancora il Barcellona (176). Nel 2012, in semifinaliste Real Madrid (216 milioni di ingaggi), Barcellona (241) e Bayern Monaco (156), sconfitto dal Chelsea (organico da 210 milioni). M. Bel.