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 2012  settembre 24 Lunedì calendario

YAHOO. MAMMA MARISSA SI PREPARA ALLO SHOPPING

In soli due mesi alla guida di Yahoo!, Marissa Mayer è riuscita a chiudere una partita che si trascinava da anni, placare le ansie degli azionisti e portare in cassa abbastanza liquidi da investire per rilanciare la dot.com dal passato glorioso ma dal futuro più che incerto. E tutto questo nonostante il pancione. La 37enne manager è, infatti, alle ultime settimane di gravidanza: il 7 ottobre dovrebbe nascere il suo primo figlio, mentre a Wall Street tutti si interrogano su quali startup sono nel suo mirino.
Con il cash a disposizione — circa 2 miliardi di dollari — comprerà Yelp (la guida online di ristoranti e negozi fatta dagli utenti, su base locale), Foursquare (il social network geo-mobile) o quale altra società utile a far crescere di nuovo fatturato e profitti di Yahoo?
Decisione
Il colpo grosso è stato, la settimana scorsa, la vendita della metà del 40% di azioni del gruppo cinese Alibaba, che Yahoo! aveva comprato nel 2005 pagando 1 miliardo di dollari. La trattativa si trascinava da tempo, dopo che l’alleanza fra i due soci si era deteriorata. Mayer è riuscita a chiuderla ottenendo in tutto 7,6 miliardi di dollari che, al netto di tasse e commissioni, diventano 4,3 miliardi cash. L’85% ovvero 3,65 miliardi saranno restituiti agli azionisti di Yahoo! sotto forma di buy back (riacquisto delle azioni proprie) o con un dividendo straordinario; i rimanenti 650 milioni, insieme al miliardo e mezzo già in cassa, sono a disposizione della nuova ceo (chief executive officer, amministratore delegato) per lo shopping.
Mayer, entrata in carica lo scorso 16 luglio, ne avrebbe voluti di più, appoggiata dal principale azionista di Yahoo, il gestore attivista di hedge fund Daniel Loeb. Ma quando l’aveva fatto intendere un mese fa, le azioni di Yahoo! erano scivolate ancor più in basso, perché il mercato si aspettava invece il sicuro guadagno da buy back o dividendi, come il precedente ceo aveva promesso. Così Mayer è scesa a un compromesso: ha accontentato la massa degli azionisti, ma si è tenuta abbastanza munizioni per andare a caccia di nuovi business. Una mossa rischiosa, certo, ma obbligata se vuole evitare la discesa di Yahoo! nell’oblio.
Mosse
Le prime mosse di Mayer sono state finora bene accolte soprattutto dai dipendenti, che per la sua prima settimana a Yahoo! le hanno dedicato un poster con la scritta Hope (speranza) nello stesso stile della prima campagna elettorale di Barack Obama. Lei li ha premiati importando alcune abitudini caratteristiche di Google, la sua ex azienda: cibo gratis per tutti; riunioni settimanali dove la gente può farle domande dirette; iPhone o Android per tutti, al posto dei vecchi BlackBerry. Quest’ultima scelta ha una motivazione legata al nuovo corso che Mayer vuole imprimere a Yahoo!: «Ci piace che i nostri dipendenti abbiano telefonini simili a quelli dei nostri utenti, così possiamo pensare e lavorare come fa la maggioranza di loro», ha spiegato la ceo.
Entrata in Google come prima donna ingegnere, Mayer era diventata responsabile dei «prodotti della ricerca» e della «esperienza degli utenti», con un’attenzione maniacale nella messa a punto delle novità e nel monitoraggio del loro utilizzo da parte della gente. Poi era passata a occuparsi di pubblicità e informazioni utili sul piano locale. Ora sta trasferendo la sua esperienza in Yahoo!, dove continuamente fa appello ai suoi collaboratori perché si concentrino «sul prodotto» e «sugli utenti»; e ha dichiarato di puntare sullo sviluppo o l’acquisizione di nuovi servizi web che sfruttino le nuove «piattaforme» come il social networking, gli apparecchi mobili e le tecnologie per dare informazioni alla gente sull’ambiente circostante, compresi i ristoranti e gli altri business locali.
Per questo le startup più chiacchierate come suo possibile target sono Yelp e Foursquare, entrambe non quotate: la prima è valutata 1,47 miliardi di dollari, la seconda 600 milioni. Mayer le aveva già adocchiate mentre era a Google e ora potrebbe usare il cash accumulato per lanciare un’offerta d’acquisto e scommettere decisamente sul business dell’eCommerce e della pubblicità locali, ancora ai primi passi.
Futuro
Altri liquidi potrebbe ricavarli dalla vendita futura del resto delle azioni di Alibaba (quando il gruppo cinese andrà in Borsa) e da quelle di Yahoo! Japan. Mentre non è chiaro quanti risparmi intende realizzare ristrutturando l’azienda, che secondo il precedente ceo doveva tagliare 2 mila dipendenti.
Mayer vorrebbe semmai assumere più programmatori e pagarli meglio, per colmare il deficit di talenti tecnologici che è una delle cause del declino di Yahoo!. E nella Silicon Valley si dice anche che sarebbe alla ricerca di un suo braccio destro «operativo», un coo (chief operating officer) che si occupi del business mentre lei si dedica all’innovazione di prodotto. Oltre che al suo bebè.
Maria Teresa Cometto