Bianca Carretto, CorrierEconomia 24/09/2012, 24 settembre 2012
FIAT. QUANTO CONTA LA SPONDA AMERICANA
La chiamano Fiat americana. L’alleanza con il gruppo Chrysler ha portato ad una fusione tra due realtà industriali che pareva non potessero amalgamarsi. E molti dei 66 modelli che Sergio Marchionne ha annunciato alla platea dei 2.600 concessionari, riuniti a Las Vegas, saranno sviluppati insieme, con una condivisione di progetti e forza lavoro, per risparmiare centinaia di milioni di euro.
Voci
«Sono andato a Las Vegas chiedendomi cosa potevo aspettarmi ed è stato un successo. Vedere tanti modelli e versioni nuove è stata una rivelazione. E vendo auto del gruppo Chrysler da molti anni», ha detto Bill Golling, proprietario di Golling Chrysler Dodge Jeep a Bloomfield Hills nel Michigan.
Chrysler, da gennaio ad agosto ha venduto 1,1 milioni di auto, un salto del 24%, che ha permesso di conquistare l’11,1% del mercato Usa, ma è Carlo Hidalgo, che possiede una concessionaria a Folson, in California a sottolineare: «il mercato è molto competitivo, ma adesso abbiamo ottimi prodotti grazie all’alleanza con Fiat».
Il marchio che darà ancora più forza a questo legame, sarà l’Alfa Romeo che, nel 2014 tornerà negli Stati Uniti, con la 4C, un coupé che verrà dotato di motori prodotti in collaborazione con la Ferrari. Il brand Fiat si arricchirà con il lancio, a giugno 2013, della 500L prodotta nello stabilimento serbo di Kragujevac, mentre nel sito di Jefferson North, a Detroit dal 2013, verrà costruito, a fianco della Grand Cherokee, il grande suv Maserati.
La piccola Jeep si fabbricherà con la 500X (saranno gemelle) sulla stessa piattaforma in un sito europeo e verranno esportate nel mondo. David Kelleher, proprietario di David Dodge-Chrysler-Jeep-Ram di Philadelphia e presidente del Consiglio nazionale dei concessionari Chrysler negli Stati Uniti conferma che «Fiat e Chrysler, insieme, sono un ticket vincente. Nessun dealer ha il minimo dubbio. Ecco perché siamo tutti molto motivati».
Programmi
Questa positività del mercato americano, potrebbe aiutare a risolvere la situazione degli stabilimenti europei di Fiat che, nel 2009, avevano prodotto circa 1,24 milioni di vetture, ridotte nel 2012 a 734 mila, una contrazione vicina al 40%. Per il 2013 si ipotizzano circa 830 mila unità.
Grugliasco, l’ex fabbrica Bertone, è pronta per riaprire le porte. Da questo mese gli operai hanno ricominciato a lavorare, dopo due anni di cassa integrazione, sulla nuova Maserati Quattroporte e, dal 2013, sarà realizzata anche la piccola del Tridente. A Mirafiori, il sito più significativo dal punto di vista storico, secondo l’ultima stima verranno realizzate 44.200 automobili (nel 2009 erano state 172 mila), colpa non tanto della fine corsa della Lancia Musa e della Fiat Idea, ma del calo della domanda dell’Alfa Romeo Mito. Sergio Marchionne, dopo l’incontro con il governo Monti potrebbe decidere quali modelli portare nell’impianto torinese, per soddisfare la crescente domanda americana.
Diminuzione
Melfi, il più grande stabilimento italiano, per la prima volta scenderà sotto le 150 mila macchine. Qui viene realizzata la Grande Punto e tutte le sue versioni aggiornate.
Ma la vera scommessa di Marchionne è Pomigliano, a cui è stato assegnato il modello di maggior successo, la Fiat Panda (prima prodotta in Polonia a Tychy). Lo stabilimento è stato rinnovato completamente e riconosciuto tra 700 impianti dislocati in 15 paesi, come Automotive Lean Production 2012, per aver adottato i più avanzati standard di produzione. Per quest’anno da Pomigliano è attesa l’uscita di circa 120 mila auto, contro le 200 mila previste. Per il 2013 le proiezioni migliorano, anche perché termina la produzione della vecchia Panda, inizia la costruzione della Panda 4x4, per cui si potrà risalire a 180 mila esemplari.
Da Cassino usciranno invece 102 mila unità, (Alfa Romeo Giulietta, Fiat Bravo, Lancia Delta) e nel 2013 non dovrebbero esserci importanti.
I due siti europei, quello polacco di Tychy e quello serbo di Kragujevac (per cui la Bei, la banca europea per gli investimenti, ha confermato l’arrivo di 500 milioni di euro), sono anche loro profondamente toccati dalla crisi. Dal primo, dove si assemblano la Lancia Ypsilon, la Fiat 500 berlina, la 500 Cabrio, la vecchia Panda e la Ford Ka, usciranno, quest’anno, 348 mila veicoli, contro i 588 mila del 2009 e per il 2013, in via provvisoria sono state calcolate 263 mila macchine. In Serbia è partita la 500L, il monovolume medio, che per la fine dell’anno, è stata accreditata per 27.300 unità. Quando si costruiranno anche le versioni per gli Usa e la 7 posti ( 2013) le stime si attesteranno su un totale di 138 mila vetture.
Alleanze
Questo quadro mette in chiaro che il progetto Fabbrica Italia è superato, i margini per Fiat arrivano dagli Stati Uniti e dal Brasile. La previsione di questi 66 modelli, di cui una decina sono adattabili al mercato europeo, rende meno buie le prospettiva. Un esempio è la Freemont, derivata dalla Dodge Journey, fabbricata in Messico, a Toluca, oggi si vende, in Europa, con una cadenza di 3.000 pezzi al mese.
Bianca Carretto