Grazia Longo, la Stampa 24/9/2012, 24 settembre 2012
IL BUCO NERO DELLE CARTE RICARICABILI
Nella bulimica gestione del conto regionale Pdl da parte dell’ex tesoriere Franco Fiorito spiccano 64 ricariche di 10 carte di credito - per un valore complessivo di 188 mila euro - di cui non si conosce il destinatario. La procura e la Guardia di finanza stanno cercando di capire chi ha beneficiato di queste 64 ricariche. Il dato certo, comunque, è l’ennesimo buco nero dell’attività dell’ex capogruppo indagato per peculato. Che continua a professarsi innocente e ad accusare i compagni, come dimostra l’autodifesa scritta di suo pugno che pubblichiamo oggi. Eppure i sospetti sulle 64 ricariche si aggiungono alle altre sue presunte ruberie: 753 mila euro in 109 autobonifici, 1 milione e 426 mila euro di «bonifici senza specifica», più 846 mila euro di assegni senza beneficiari. Il simbolo del magna-magna finora contestato dagli inquirenti a «Er Batman» di Anagni (soprannome che si è guadagnato cadendo da una Harley Davidson ferma sul ciglio della strada), ma che potrebbe essere esteso anche ad altri dei suoi 16 compagni di partito.
La Corte dei Conti - oltre alla procura ordinaria - sta vagliando la documentazione relativa agli sprechi e alle spese ingiustificate dei consiglieri regionali. Per ora, l’unico indagato è Fiorito, accusato di aver distratto denaro pubblico a uso personale. Un’abitudine che si è intensificata a ritmo incalzante con il passare del tempo. Dal giugno 2010 al luglio 2011 il buco nero delle carte di credito ha registrato un’escalation: da una prima ricarica di 800 euro, il 26 luglio 2010, si sale a 1000 il 1° gennaio 2011 e a 4000 il 16 marzo 2011. Poi si deve aspettare fino ad ottobre 2011, con una ricarica di 4500 euro. Ma più passa il tempo e più Fiorito si sente sicuro e aumenta le ricariche (operazioni da 2000, 3000 e 4000 euro).
Ci sono giornate in cui l’attività del magna-magna è super frenetica: nella sola giornata del 21 marzo scorso «Er Batman» si concede due autobonifici da 8381 euro ciascuno, una ricarica da 2000 euro e un prelievo da 7000. E appena due giorni dopo, il 23 marzo, si registrano due ricariche da 3500 euro, due da 2500 e due bonifici senza destinatario da 4191 l’uno.
Intanto Fiorito insiste: «Non sono un ladro, assolutamente no. Forse ho gestito male il denaro, ma non ho rubato».
E per ribadire la sua innocenza ha consegnato agli inquirenti anche una minuta con la sua autodifesa. Dove tira in ballo solo due dei nove compagni di partito che ha accusato durante l’interrogatorio di mercoledì scorso. Si tratta di Francesco Battistoni e Lidia Nobili, collegati con una freccia alla voce spesa «per la comunicazione». Indica la cifra «250 mila euro per la Lallaria», società a cui si è rivolta la Nobili, che ha però fatturato 111 mila euro e non 250 mila. Segue una lista spese imputate ai compagni: champagne, cravatte, servizi foto, auto, cene e festini.
Stamattina Fiorito sarà interrogato a Viterbo dal pm Massimiliano Siddi per «reato connesso». Assistito dall’avvocato Carlo Taormina, dovrà fornire spiegazioni sulle fatture depositate in Regione per i rimborsi al consigliere regionale viterbese, suo nemico giurato, Francesco Battistoni. Fatture che secondo lo stesso Battistoni e almeno due società con sede a Viterbo, la Panda Cz e la Majakovskij Comunicazioni, sarebbero state falsificate, aumentando di decine di volte il loro importo.
L’ex tesoriere insiste con le accuse, compresa quella contro Carlo De Romanis: «Non è vero che ha pagato lui la festa mascherata da greci. Io ho dato i soldi ai giovani del Ppe e comunque il preventivo da 45 mila euro di Cinecittà l’ho respinto io». Il party si è svolto il 10 settembre 2010, sul conto corrente Pdl c’è un bonifico di 15 mila euro per i giovani del Ppe ma è stato versato il 23 febbraio scorso. Ma De Romanis giura d’aver pagato la festa in costume di tasca sua.