Maurizio Tropeano, la Stampa 23/9/2012, 23 settembre 2012
“OGM TOSSICI SULLE CAVIE FERMATE LE IMPORTAZIONI”
Lo studio choc sul mais Ogm (alto grado di tossicità su alcune cavie trattate per lunghi periodi), realizzato in Francia rilancia in Italia il pressing nei confronti del governo. Un fronte trasversale - dal Pd alla Lega, dall’Italia dei Valori alle organizzazioni agricole fino al governatore del Veneto, Luca Zaia chiede a gran voce a Palazzo Chigi di intervenire per bloccare le importazioni in Italia. E di farlo anche a livello comunitario. Domani a Bruxelles è previsto un consiglio dei ministri dell’agricoltura. All’ordine del giorno, però, c’è la discussione sull’Ocm unica ed è difficile che si affronti il problema. L’Efsa, l’ente per la sicurezza alimentare ha ordinato un nuovo studio sul mais Mon Nk63 assicurando che «i risultati scientifici parleranno da soli». Tutto questo mentre Assobiotec, l’associazione delle aziende del comparto biotecnologico, solleva dubbi «sull’attendibilità della ricerca francese».
Il responsabile green economy del Pd, Ermete Realacci, ha presentato un’interrogazione ai ministri della Salute (Balduzzi) e dell’Agricoltura (Catania) chiedendo di monitorare «gli effetti dell’utilizzo in agricoltura di Ogm e dell’impiego nell’allevamento animale di mangimi Ogm e tutti gli effetti sulla salute pubblica». Secondo Realacci «i risultati della ricerca francese rappresentano un ulteriore elemento che spinge a frenare sull’introduzione di Ogm nel nostro Paese».
L’ex ministro e presidente del Veneto, Luca Zaia, attacca: «Alla luce della ricerca francese il rilascio delle autorizzazioni alla semina va immediatamente sospeso ad ogni livello e in tutta Europa va vietata l’importazione di prodotti transgenici». Una richiesta che trova una sponda nella parlamentare Giovanna Negro, responsabile della Lega Nord per le politiche agricole, che chiede al ministro Catania di intervenire nei confronti della commissione Ue. Secondo Niccolò Rinaldi, capo delegazione dell’Idv al Parlamento Europeo «i dati resi noti dallo studio francese devono rappresentare la pietra tombale sulla diffusione degli Ogm.
Anche buona parte delle organizzazioni agricole si unisce al pressing contro gli Ogm. Giuseppe Politi, presidente della Cia, sottolinea la necessità di attivare l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare al fine di porla in sintonia con l’Authority europea di Parma: «Serve un’Agenzia senza troppi lacci e impedimenti burocratici, ma in grado di intervenire e operare in modo snello e tempestivo per affrontare i problemi e gestire in maniera valida situazioni di rischio e i sistemi di rapido allarme sotto il profilo agroalimentare».
Secondo la Coldiretti la ricerca dimostra come «il 71 per cento degli italiani che ritengono il cibo biotech meno salutare di quello tradizionale trovano ora una conferma». Quei risultati «rafforzano la scelta dell’Italia di vietare le coltivazioni di Ogm modificati nel rispetto del principio di precauzione».
Ma c’è anche chi contesta la ricerca. Silvano Dalla Libera, vicepresidente Futuragra, l’associazione di agricoltori favorevole all’innovazione tecnologica, sottolinea la necessità che si «L’Europa si è dotata di un’Autorità per la sicurezza alimentare che ha il compito di effettuare questo tipo di valutazioni. Prima che si inneschi una nuova polemica ideologica è necessario che l’Efsa intervenga con tempestività». Anche perché secondo Assobiotec, la ricerca è «inattendibile». E si spiega: «Simili risultati, prodotti dallo stesso gruppo di ricerca, e oggetto in passato di grande clamore mediatico, sono stati giudicati non accurati dalla comunità scientifica e irrilevanti al fine di valutare la sicurezza delle colture».
Mentre in Italia la ricerca è ferma in Svizzera nel corso del 2012 sono state condotte 59 sperimentazioni, «tutte con esiti positivi», spiega Dalla Libera. Nel mondo sono 200 milioni gli ettari di mais Ogm coltivati. E le coltivazioni aumentano ogni anno.