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 2012  settembre 23 Domenica calendario

MANAGER, TROPPO STRESS: LA DOMENICA NIENTE MAIL

NEW YORK
NON guardare la posta dell’ufficio quando sei a casa: è il tuo capo che te lo ordina. E basta con quelle email inviate a ogni ora del giorno e della notte: anzi magari aspettando proprio quell’ora della notte per far vedere che tu non stacchi mai. Contrordine impiegati: troppa posta elettronica fa male.
SOPRATTUTTO se è la posta del lavoro. Ma come: non avevamo tanto decantato le magnifiche virtù del multitasking? Non avevamo eretto sul piedistallo gli infaticabili lavoratori
che grazie alle nuove tecnologie avevano abbattuto il muro tra casa e ufficio? Intendiamoci: tutti noi poveri fantozzi l’abbiamo sempre sospettato che dietro i telefonini, i computer, gli iPad e tutte le altre technodiavolerie gentilmente messaci a disposizione dall’azienda si nascondesse sotto sotto una gran sòla. Ma la notizia sbandierata in prima pagina dal
Washington Post
sembra
davvero quella dell’uomo che morde il cane: perché, stavolta, è l’azienda che ci chiede di staccare, di lavorare meno, di non stare lì ogni due minuti a controllare i messaggi e l’e-mail. La questione per la verità è più che controversa. Proprio l’uso delle nuove tecnologie che hanno permesso — come si dice — di portarsi il lavoro anche casa ha incrementato notevolmente la
produttività in America: e proprio negli anni della recessione in cui — purtroppo — si lavora in pochi. L’indice di produttività è cresciuto del 3,1 nel 2010, di 2,6 nel 2011 e promette di sfoderare un bel più anche quest’anno. Ma la preoccupazione delle aziende adesso è l’effetto-saturamento: nuovi studi avrebbero dimostrato che la dipendenza dall’e-mail di ufficio alla lunga rischia di abbassare
concentrazione e rendimento.
I numeri sulla dipendenza sono pochi. Dice il Labor Department, cioè il ministero del lavoro, che nel 2010 un dipendente su ha 10 confessato di lavorare anche da casa. Ma gli esperti giurano che in realtà sono molti di più perché quella cifra considera solo chi “si segna” per avere gli straordinari. Qui parliamo ovviamente di lavoro non retribuito: come ha giustamente argomentato un funzionario della polizia di Chicago facendo causa perché non gli avevano riconosciuto due anni di extra — testimoniati invece da e-mail e telefonate sul suo Blackberry.
Il fenomeno non è solo americano. Dai tedeschi della Volkswagen ai francesi dell’industria tecnologica Atos sono sempre di più le aziende che caldeggiano la chiusura della posta elettronica fuori dagli orari di lavoro: weekend naturalmente compresi. La Society for Human Resource Management sostiene che ormai un’azienda su quattro si è dotata di un vademecum che vieta o regola l’uso delle e-mail fuori dal lavoro. Per carità: non ci volevano i maghi dell’università di Irvine, California, con la professoressa Gloria Mark in testa, a dimostrarci che troppe e-mail aumentano, oltre alla produttività, anche lo stress. Harj Taggar, un manager della Silicon Valley, è arrivato addirittura a cancellare la posta dal suo telefonino. Per il sollievo suo e il bene dell’azienda: non essendo raggiungibile, dice, i miei collaboratori sono stati costretti a prendere loro tante decisioni, anche piccole, che altrimenti avrebbero rimandato a me. Sarà. Ma lui è il capo di se stesso. Chissà quei poveretti, a casa loro, costretti in sua assenza a districarsi, nottetempo, sotto la sua montagna di e-mail.