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 2012  settembre 23 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL CASO SALLUSTI


LASTAMPA.IT
«Il presidente naturalmente segue il caso e si riserva di acquisire tutti gli elementi utili di valutazione». Dopo l’allarme lanciato ieri da Federazione della Stampa e Ordine dei giornalisti e gli appelli bipartisan dei politici, arriva via Twitter, postata dal portavoce di Napolitano Pasquale Cascella, la notizia che anche il capo dello Stato sta seguendo la vicenda di Alessandro Sallusti, il direttore de Il Giornale, che rischia l’arresto e 14 mesi di prigione senza condizionale per omesso controllo di un articolo uscito su Libero quando lui ne era alla guida e ritenuto dai giudici diffamatorio.

E nell’imminenza dell’appuntamento di mercoledì con la Corte di Cassazione (chiamata però a verificare solo la regolarità formale del giudizio) sono in molti anche a chiedere una modifica della legge che permette questo arresto, legge definita da alcuni «ingiusta e antiquata». Il tweet del Quirinale risponde al deputato pd Mario Adinolfi, che sempre sul social network aveva chiesto l’intervento del capo dello Stato. Ma a partire dal grido d’allarme firmato da Vittorio Feltri che apriva venerdì la prima pagina del Giornale, sono state tantissime in queste ore le voci di solidarietà per il giornalista milanese. Appelli arrivati indifferentemente dalle fila del Pdl (da Alfano a Schifani, Gelmini, Gasparri, LaRussa, Cicchitto, Quagliarello, Bondi) come da quelle del Pd (Adinolfi, Vita, Merlo) o dell’Udc, che con il capogruppo in commissione giustizia Roberto Rao, ha sottolineato come la vicenda debba «indurre la politica ad intervenire in tempi brevissimi per riformare una legge antiquata, ingiusta e lesiva del diritto di informazione».

Schierati contro l’arresto del giornalista anche gli editoriali di molti quotidiani, dal Corriere della Sera a Il Fatto, dalla prima pagina del quale il vicedirettore Marco Travaglio firma oggi un editoriale dal titolo "Salvate il soldato Sallusti".

Solidale con il direttore de Il Giornale anche il ministro per l’integrazione e la cooperazione Andrea Riccardi, che ieri ha definito «abnorme che un direttore di un giornale possa finire in carcere, con una condanna a 14 mesi senza condizionale, per omesso controllo in un caso di diffamazione a mezzo stampa». Mentre Walter Veltroni chiede oggi un intervento del governo: «Ne va davvero della libertà di stampa - sottolinea l’esponente pd - La giusta tutela di ogni cittadino dalla diffamazione non può in nessun caso significare la riduzione della libertà personale di un giornalista».

Sallusti, ha ricordato Feltri, è stato condannato per diffamazione a mezzo stampa, in particolare per omesso controllo, a causa di un articolo (un commento ad una vicenda giudiziaria scritto da un altro autore e firmato con uno pseudonimo sottolineava ieri Feltri) pubblicato nel febbraio del 2007 su Libero, il quotidiano di cui era allora direttore. Dopo una sentenza di primo grado nella quale i giudici gli avevano inflitto una pena pecuniaria di 5 mila euro, il giornalista è stato condannato in appello a 14 mesi di reclusione, senza condizionale. Mercoledì la Cassazione dovrà esaminare il caso, ma non entrerà nel merito, controllando solo la regolarità formale del giudizio. Ciò vuol dire che se la Corte non avrà nulla da eccepire, la sentenza sarà immediatamente esecutiva e per Sallusti si apriranno le porte del carcere. L’Ordine dei Giornalisti ha invocato l’intervento del ministro della Giustizia, Paola Severino, per capire come sia possibile che una sanzione passi nei due gradi di giudizio da 5.000 euro di multa al carcere. Duro il commento della Fnsi: «È inaccettabile che un giornalista per fare il suo lavoro e per le sue opinioni rischi la galera. Non è da Paese civile. Succede solo in Italia e questa è una delle ragioni principali per cui siamo così in basso nelle graduatorie mondiali sulla libertà di stampa».