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 2012  settembre 20 Giovedì calendario

«Clinton pretendeva sesso a tre» Il ritorno a orologeria di Monica - Lo spettro di Monica Lewinsky è tornato a minacciare la campagna elettorale america­na, aleggiando sul partito demo­cr­atico con un tempismo alquan­to sospetto

«Clinton pretendeva sesso a tre» Il ritorno a orologeria di Monica - Lo spettro di Monica Lewinsky è tornato a minacciare la campagna elettorale america­na, aleggiando sul partito demo­cr­atico con un tempismo alquan­to sospetto. L’ex stagista della Ca­sa Bianca, divenuta famosa per una torrida relazione con Bill Clin­ton negli anni Novanta, ha infatti intenzione di raccontare in un li­bro i retroscena dello scandalo sessuale che rischiò di far perdere al presidente degli Stati Uniti lo Studio Ovale. A rivelarlo è il Natio­nal Enquirer secondo cui la don­na, che ormai ha 39 anni, sarebbe alla ricerca di un editore disposto a pagare 12 milioni di dollari per la sua opera. Secondo alcune fonti a cono­scenza dei contenuti, intorno al li­bro si sarebbe già scatenata un’ asta, ma l’ex stagista non avrebbe ancora in mano un contratto fir­mato per raccontare i particolari più torridi della relazione, quelli che potrebbero far naufragare il matrimonio dei Clinton e affossa­re le aspirazioni presidenziali di Hillary in vista delle elezioni del 2016. Lo «Zippergate», lo scanda­lo della cerniera lampo, esplose nel 1998, quando Lewinsky rac­contò a un grand jury, che indaga­va sul presidente per altri motivi, di aver avuto nove rapporti ses­suali con lui nello Studio Ovale, fra il novembre 1995 e il marzo 1997. Clinton negò, fino alla so­glia dell’impeachment per falsa testimonianza, da cui si salvò so­lo grazie all’opposizione dei sena­tori democratici. Nel 1999 Lewin­sky pubblicò una biografia, intito­lata «Monica’s Story», in cui insie­me allo scrittore e giornalista in­glese Andrew Morton raccontava la storia omettendo però i dettagli espliciti della sua relazione con Clinton. A impedirle allora di rive­lare i particolari più piccanti fu un accordo di segretezza firmato du­rante il processo e scaduto però nel 2001. «Per anni Monica ha cercato di proteggere Bill per via di uno smi­surato senso della lealtà », ha rive­lato un anonimo amico della don­na al tabloid scandalistico. «Ora però le cose sono cambiate e quel­la relazione è divenuta il suo peg­gior incubo. Sta per compiere 40 anni, non ha un uomo nella sua vi­ta e freme di rabbia al pensiero di come la sua re­putazione sia stata distrutta davanti al mon­do intero». Ad animarla sa­rebbe proprio il desiderio di vendetta con­tro Clinton, che la trascinò in mezzo a uno scandalo che le ha rovinato la reputazione e la carriera. Lewinsky, che per sfuggire al fantasma di quell’amante ingombrante nel 2005 si è tra­sfe­rita in Inghil­terra, è ora di­soccupata e avrebbe pensa­to quindi di po­ter ottenere una grossa of­ferta per rac­contare la sua storia. Secondo il Daily Mail nel libro dovrebbero fi­nire anche delle lettere d’amore che inviò al presidente, alcune delle quali così intime che non riu­scì mai nemmeno a spedirle. Mo­nica Lewinsky all’epoca aveva 22 anni, e in quelle lettere provava a spiegare al presidente come avrebbe potuto renderlo molto più felice di quanto facesse sua moglie. Secondo le indiscrezioni raccolte dal quotidiano britanni­co, inoltre, il presidente sarebbe stato solito definire la moglie, at­tuale segretario di Stato dell’am­ministrazione Obama, un «pesce freddo». Un amico della donna avrebbe rivelato inoltre al quoti­diano che Clinton ironizzava sull’ inesistente vita sessuale che ave­va con la moglie, e che aveva speci­ficato alla ragazza di non essere l’unico a cercare relazioni extra­coniugali. «Monica può racconta­re come Bill avesse un insaziabile desiderio di sesso a tre, orge e gio­cattoli erotici di ogni tipo », spiega l’amico al tabloid britannico, evi­denziando dettagliatamente le sofferenze della donna dopo la fi­ne della relazione. Lewinsky avrebbe anche intenzione di rac­contare il dolore provato per l’in­terruzione di gravidanza a cui si sottopose per portare avanti la storia con Clinton, racconta sem­pre l’amico. Ai tempi era infatti in­cinta di un dipendente del Penta­gono di nome Thomas, ma fu co­stretta ad abortire. «Quel vuoto non è mai stato riempito», conclu­de l’amico. La precisione chirurgi­ca dell’annuncio di Lewinsky ha fatto però alzare più di un soprac­ciglio negli Stati Uniti. Il prossimo 6 novembre il paese si troverà in­fa­tti a scegliere se rieleggere il pre­sidente Barack Obama o se punta­re sul candidato repubblicano Mitt Romney. Fra i principali sponsor del presidente c’è però proprio Bill Clinton, il protagoni­sta dello Zippergate . Dopo lo strappo delle primarie democrati­che del 2008, quando Obama e Hillary Clinton si scontrarono du­ramente fino a inizio giugno nel tentativo di vincere la nomina­tion, due settimane fa è arrivata in­fatti la­pace fra gli ultimi due presi­denti democratici. A sancirla è sta­to l’ispirato discorso di Clinton al­la convention di Charlotte. Quel­la notte Obama salì sul palco, si congratulò con il predecessore e fra i due scattò un abbraccio com­mosso. Le rivelazioni di Monica Lewinsky rischiano ora di mette­re in imbarazzo il presidente in vi­sta del voto di novembre, ma so­prattutto di colpire nuovamente Hillary Clinton, decisa a riprova­re di nuovo la corsa verso la Casa Bianca.