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 2012  settembre 20 Giovedì calendario

ARRIVA LA RETE PRODIGIO

E’ arrivato il nuovo iPhone, una evoluzione della specie, e la manifestazione di presentazione è stata, come sempre, un evento mediatico seguito online da milioni di persone. Processori più potenti, schermi più grandi, tecniche di riconoscimento vocale facilitano l’uso degli smartphone che spingono ulteriormente la rivoluzione di internet, prima relegata a pc fissi, verso un uso costante e ubiquo; un po’ come avvenuto quando il telefono si staccò dal muro e finì nelle nostre tasche. Per apprezzare il momento rivoluzionario che stiamo vivendo, di gran lunga più rapido dell’introduzione della meccanizzazione dell’industria, bisogna ricordare che i primi accessi a larga banda a internet risalgono a soli 11 anni fa; e bisogna pensare a come oggi si svolgono moltissime attività: leggere giornali, acquistare prodotti, abbonarsi a palestre, informarsi su una patologia, ricevere consulenza finanziaria...
L’ampiezza di queste trasformazioni sarà accelerata dagli smartphone: il loro uso, ubiquo e costante, farà sì che diventino rapidamente la principale porta di accesso all’interazione con il mondo fisico.
Dal punto di vista economico, per tutte le attività con una modalità di relazione immateriale con clienti e utenti, si è avviato uno spostamento di valore dai consueti intermediari fisici a nuovi intermediari immateriali. Intermediari che aggregano servizi e li commercializzano anche grazie ad abilitatori che lo rendono possibile: autostrade e produttori di furgoni per il mondo fisico, reti di trasmissione dati e produttori di hardware per la dimensione immateriale. Le compagnie telefoniche vengono colpite in misura rilevante da questa evoluzione e questi impatti hanno risvolti che partendo dall’industria arriveranno fino alle tasche dei consumatori. Una delle caratteristiche principali del nuovo iPhone è l’adozione della tecnologia Lte (long term evolution, 4G), uno standard per le comunicazioni senza fili con tecniche di trasmissione dati ad alta velocità. Commercialmente ogni punto di accesso può ospitare comunicazioni fino a 100 Mbps, come un collegamento con cinque adsl simultanee, da suddividersi però tra tutti gli utenti collegati in quel momento.
L’Lte può funzionare in diverse porzioni di spettro (bande di frequenza), tra cui alcune bande che erano usate per le trasmissioni tv perché possono superare ostacoli più efficacemente rispetto a bande «più alte» e quindi entrare meglio nelle case. Il passaggio dalla tv analogica al digitale terrestre ha reso possibile liberare alcune bande che sono state riassegnate agli operatori cellulari con l’asta dell’estate 2011. Gli operatori telefonici che si sono aggiudicati le frequenze subentreranno agli attuali inquilini televisivi che le usavano in ogni parte d’Italia. La predisposizione delle reti avverrà a partire dal 2013.
Fine 2013, a giudizio di chi scrive, appare un orizzonte realistico di disponibilità commerciale del servizio in queste bande; fino ad allora gli operatori potranno usare l’Lte sfruttando altre bande di frequenza già disponibili ma più alte, che offriranno una peggiore copertura all’interno degli edifici.
Una rete di telecomunicazioni non è un oggetto unico uniforme sul territorio nazionale ma un aggregato di molte migliaia di punti di accesso: ci vorrà del tempo perché, gradualmente, la quasi totalità dei punti di accesso passi in Lte, iniziando dai luoghi dove si collega la maggior quantità di clientela potenziale. Torino, Milano e Roma sono le prime città ad avere alcune primissime zone servite da Lte; l’evoluzione della rete è in corso da parte di tutti gli operatori.
La domanda sorge spontanea: questo significa che non posso usare il nuovo iPhone? Bw È certamente possibile farlo, in quanto viene assicurata la compatibilità con gli standard precedenti. Se invece l’utente frequenta una delle città abilitate e si trova in una zona dove c’è copertura, potrà collegarsi in Lte e beneficiare di prestazioni di alto livello; meglio all’esterno che all’interno degli edifici.
I primi utenti nelle poche zone coperte da Lte sono quelli che potranno toccare subito con mano le sue grandi performance, che andranno però a ridursi a mano a mano che aumenterà la densità di altri utenti che competeranno per quella disponibilità di banda, fino a quando le reti non verranno aggiornate.
Il consiglio è quindi di aspettare a rottamare la propria adsl, anche se certamente questo effetto di migrazione dalla rete fissa alla rete cellulare potrà essere acuito dalla presenza di copertura Lte, soprattutto quando sarà disponibile nelle frequenze ex televisive.
Abbiamo capito che per offrire prestazioni elevate gli operatori hanno dovuto aggiudicarsi le frequenze, pagandole ben 3,7 miliardi di euro, e devono ammodernare tutta la rete. La seconda domanda che sorge spontanea è quindi: chi paga? E la risposta, in ultima analisi, è che pagheranno gli utenti perché saranno interessati a queste grandi prestazioni. Gli utenti amano il traffico dati ma spendono proporzionalmente molto di più per il traffico voce. Per potere assicurarsi il flusso di ricavi necessario a sostenere questi investimenti, gli operatori cercheranno di aumentare i ricavi medi per utente, una delle loro sfide principali. E cercheranno di farlo, con difficoltà anche regolamentari, desiderando trasformarsi da abilitatori, come le autostrade, in intermediari, come i grossisti, per intercettare quote di quel valore che, dicevamo, si sta spostando dal mondo fisico al mondo immateriale.
A differenza degli standard precedenti, l’Lte usa il protocollo di internet (Ip: internet protocol) per qualunque tipologia di traffico, sia dati, sia voce, sia messaggi. Si può pensare quindi che i terminali Lte abiliteranno sofisticate applicazioni di videocomunicazione con contestuale condivisione di applicativi informatici, magari da collegare a un videoproiettore.
Però l’uso del protocollo Ip per voce e messaggi potrebbe rendere ancora più concreto il rischio che un soggetto simil Skype sfrutti i più economici dati per trasmettere la voce, sottraendo preziosi ricavi di telefonia vocale agli operatori. Pare quindi ragionevole ritenere che per molto tempo gli operatori continueranno a utilizzare i precedenti sistemi per la telefonia e per la messaggistica, usando di fatto le potenzialità di Lte solo per i dati. Anche in questo caso, quindi, una evoluzione, ma con grandi sfide. Il traffico dati aumenterà e aumenteranno le persone che ne fanno uso, rimarcando la sfida del ribilanciamento dei ricavi tra uso delle risorse (voce, dati, messaggi) e prezzo a cui vengono vendute. Per quanto riguarda i dati è ragionevole attendersi un aumento della spesa da parte dei clienti.