Libero 20/9/2012, 20 settembre 2012
UN MONTANELLI INTIMO RACCONTA SE STESSO ATTRAVERSO LE LETTERE
È un Montanelli intimo e tormentato quello che appare nell’autobiografia inedita pubblicata da Rizzoli Nella mia lunga e tormentata esistenza. Lettere 1929-2001. Dalla raccolta di epistole, inviate dal grande giornalista a parenti e amici ma anche ai protagonisti della politica, della cultura e del giornalismo come Andreotti, Cossiga, Moro, Prezzolini e Fellini, emerge il ritratto di un uomo ribelle a ogni costrizione interna ed esterna. «Sono un disordinato assolutamente refrattario al lavoro di team e animato da uno spirito d’indipendenza che spesso sconfina nella riottosità. Non conosco remore di cautela e di diplomazia; non credo che riuscirei a imporre la disciplina per il semplice motivo che non l’ho mai rispettata io stesso», scrive Montanelli il 23 dicembre 1977 in una missiva spedita da Milano. Curiosa poi la lettera inviata al suo professore di liceo, in cui un ventenne e universitario Indro rivela le sue aspirazioni da giornalista; e toccanti quelle spedite ai genitori durante l’esperienza in Africa e quella scritta in carcere nel 1944. Le ultime epistole si riferiscono invece agli anni del Corriere, del Giornale, e dello scontro con Berlusconi. Un affresco completo in cui Montanelli, per la prima volta, non risponde alle lettere altrui, come faceva nella famosa rubrica sul Corsera, ma mette a nudo se stesso tramite le lettere.