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 2012  settembre 20 Giovedì calendario

L’ITALIA FA ANCORA GOLA, MA SOLO AGLI IMMIGRATI

A prima vista potrà sembrare un paradosso. Nel Paese dove l’economia è ferma e lo spread morde alle gambe, mettendo le famiglie con le spalle al muro, c’è un fenomeno che non conosce crisi: l’immigrazione. A testimoniarlo è il rapporto Ocse 2012 dedicato alle “Prospettive sulle Migrazioni Internazionali”. L’analisi del “capitolo Italia” del dossier stilato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che parte dagli ultimi dati Istat, spiega come sono si siano affatto arrestati i flussi d’immigrazione verso l’Italia. E neanche la crisi economica globale, che ha provocato una battuta d’arresto negli altri Stati Ocse nel 2010, ha frenato gli stranieri che - sempre più numerosi -decidono di fermarsi nel Belpaese per ricominciare una nuova vita. Se esistesse uno spread dell’immigrazione ne deterremmo il primato.
LE CIFRE
La quota di cittadini stranieri sul totale dei residenti (italiani e stranieri) continua ad aumentare e al primo gennaio 2011 è salita al 7,5% dal 7% registrato un anno prima. Sono 4,57 milioni gli stranieri residenti in Italia al gennaio 2011, 335 mila in più rispetto all’anno precedente (+7,9%). Il rapporto stima anche il flusso di 60.300 migranti clandestini tra gennaio e agosto 2011. Secondo l’organizzazione che ha elaborato i dati, «alla luce di una ripresa ancora in stato embrionale e di un’opinione pubblica sensibile alle problematiche migratorie in un contesto di persistente ed elevata disoccupazione, molti governi hanno introdotto politiche maggiormente restrittive in materia di migrazione». Un politichese andante dietro al quale si nasconde una sola verità: nonostante tutto siamo il ventre molle dell’Europa, sotto tutti i punti di vista. Non solo. L’Italia è la maglia larga di una catena che prova a stringere i cancelli dell’immigrazione.
E siccome il problema è anche generazionale, dalla ricerca emerge come «i giovani migranti senza lavoro rappresentano altresì una particolare fonte di preoccupazione che necessita di un’azione di intervento mirata da parte dei governi». Cosa della quale l’Italia sembra far difetto. Il numero degli stranieri residenti nel corso 2010 è cresciuto soprattutto per effetto dell’immigrazione dall’estero (425 mila individui).
LE COMUNITÀ
I cittadini romeni, con quasi un milione di residenti (9,1% in più rispetto all’anno precedente) rappresentano la comunità più numerosa in Italia (21,2% sul totale degli stranieri). A fine 2010 gli altri gruppi principali sono albanesi (483.000) e marocchini (452.000). Il numero di permessi di soggiorno concessi per i cittadini non comunitari è aumentato del 16,4% nel 2010 rispetto all’anno precedente, a 599.000, il 62% delle quali sono stati emessi per più di 12 mesi. La maggior parte dei permessi è stata data per motivi di lavoro (359.000) - sia subordinato sia stagionale - e ricongiungimento familiare (179.000). Nel 2011 i permessi emessi sono stati 331.000, di cui 141.000 per ricongiungimento familiare e 119.000 per lavoro.
L’ingresso di cittadini non europei per motivi di lavoro è fissato da quote annuali. Nel 2009, il lavoro non-stagionale contingente è stato limitato a 10.000 posti per la formazione e apprendistato. Tuttavia in quest’anno è stato regolarizzato il maggior numero di lavoratori domestici e badanti: la maggior parte delle 295.000 richieste depositate è stata accettata (233.000 a ottobre 2011). Nel 2010 erano 710.000 gli stranieri legalmente occupati nella cura della casa e nell’assistenza agli anziani. Numeri, cifre, dati che danno la fotografia sempre più appeso agli stranieri, soprattutto per quanto riguarda determinati lavori, ma che non ha ancora metabolizzato l’idea del villaggio globale. Né dal punto di vista culturale, né da quello legislativo. Perché l’assenza di veri controlli e la mancanza, per carenza di mezzi, di una vera opera di prevenzione ha determinato questo salto in avanti dell’immigrazione, creando uno squilibrio fra risorse disponibili e domanda. Una forbice che rischia di allargarsi, creando altri danni.
Proprio per questa ragione il deputato del Pdl, Alfredo Mantovano, punta il dito contro il sistema dell’accoglienza in Italia. In particolare il meccanismo per i «richiedenti asilo e protezione umanitaria è inadeguato»; dice l’ex sottosegretario, «i flussi di persone dai Paesi delle cosiddette “primavere arabe”, sono destinati ad aumentare». «Il sistema di prima accoglienza dei rifugiati in Italia è migliorato», spiega Mantovano, «ma ancora inadeguato sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo». Da parte sua il ministro per l’Integrazione e la Cooperazione internazionale, Andrea Riccardi, replica con i numeri ricordando che le domande presentate da datori di lavoro desiderosi di regolarizzare immigrati irregolari alle loro dipendenze sono più di 12 mila. Il ministro, in particolare , ha risposto ad un’interrogazione della deputata leghista Silvana Andreina Comaroli che criticava la «sanatoria» rappresentata dal decreto legislativo di luglio sul “ravvedimento operoso”dei datori di lavoro.