Celestina Dominelli, Il Sole 24 Ore 20/9/2012, 20 settembre 2012
ENI, MAXISCOPERTA DI GAS IN PAKISTAN
In attesa del consiglio di amministrazione odierno, chiamato a deliberare l’acconto di 54 centesimi di euro sul dividendo 2012, proposto dall’assemblea degli azionisti agli inizi di agosto, Eni ha annunciato ieri una nuova scoperta di gas nell’onshore pakistano, chiudendo poi in territorio positivo a Piazza Affari, dove il titolo del Cane a sei zampe ha archiviato la seduta a +0,77 per cento.
Dopo l’ultimo successo registrato qualche settimana fa in Mozambico, anche il Pakistan, nella concessione esplorativa Badhra Area B, a 350 chilometri a nord di Karachi, riserva quindi buone notizie alla società guidata da Paolo Scaroni. Il pozzo Badhra B North 1 è stato perforato a 2.450 metri di profondità e ha incontrato uno spessore mineralizzato a gas di oltre 54 metri in due reservoir di ottima qualità di età cretacica della formazione Mughal Kot. Durante i test di produzione, il pozzo ha poi erogato dai due bacini rispettivamente 700mila e un milione di metri cubi di gas al giorno, risultato peraltro di ottima qualità. Per accertare con precisione la dimensione della scoperta, saranno necessari ulteriori pozzi di delineazione: attualmente, però, si stima una risposta tra 8,5 e 11,5 miliardi di metri cubi di gas in posto.
La scoperta si trova a 20 chilometri a est dal centro di trattamento gas di Bhit, operato da Eni, dove al momento arriva il gas dei campi di Bhit e Badhra. La strategia del Cane a sei zampe è chiara: rifocalizzare le attività esplorative in aree limitrofe ai campi produttivi. Non a caso, Eni ha avviato un confronto con l’ente regolatore pakistano e la joint venture per accelerare la messa in produzione della scoperta attraverso un test di produzione di lunga durata che consentirà la commercializzazione del gas, contribuendo anche a ridurre il deficit di fabbisogno del paese. Dove Eni è presente dal 2000 ed è il principale produttore con una produzione equity pari, nel 2001, a circa 54.800 barili di olio equivalente al giorno (prevalentemente gas).
In Pakistan, il colosso energetico è operatore del blocco, attraverso la controllata Eni Pakistan Limited, con una quota, nella fase dello sviluppo, del 40% insieme agli inglesi di Premier Oil Plc (6%), a Oil & Gas Development Company Limited (20%), la compagnia nazionale pubblica controllata dal governo di Islamabad, e a Kufpec Pakistan Limited (34%), braccio locale della multinazionale kuwaitiana Kufpec, cui fanno capo tutte le attività estere della Kuwait Petroleum Corporation (KPC).
L’attività di Eni nel paese si svolge principalmente in ambito onshore, su una superficie complessiva sviluppata e non di quasi 23mila chilometri quadrati (9.289 dei quali in quota al Cane a sei zampe). I principali permessi partecipati dalla società sono, oltre a Bhit (operato da Eni al 40%), Sawan (23,68% in capo alla società) e Zamzama (con il 17,75%): nel 2011, da questi tre tasselli, è arrivato circa l’81% della produzione Eni nel Pakistan. Nel campo di Bhit, dove è stato completato il sistema di compressione, sono in corso attività di drilling e interventi di ottimizzazione della produzione con l’obiettivo di estendere il plateau produttivo. A Zamzama è invece in programma la perforazione dei due pozzi. A questo, Eni ha poi affiancato alcune iniziative a sostegno delle comunità locali con la realizzazione, tra l’altro, di strutture sanitarie in prossimità delle aree di Bhit, Bahdra e Kadanwari.
Buone notizie, infine, anche dagli Usa. Dove la Corte distrettuale americana (si veda il Sole 24 Ore di ieri), in linea con la richiesta formulata dal dipartimento di giustizia statunitense (Doj), ha rinunciato ad agire penalmente contro Snamprogetti Netherlands Bv in relazione a episodi corruttivi, dal 1994 al giugno 2004, a favore di funzionari nigeriani in cambio di appalti da parte del consorzio Tskj, guidato dagli americani di Kbr e partecipato, oltre che dalla società del gruppo Eni - controllata indirettamente dal Cane a sei zampe fino al 2006 e poi incorporata da Saipem - dai francesi di Technip e dai giapponesi di Jcg.