Paolo Mastrolilli; R.E, la Stampa 20/9/2012, 20 settembre 2012
L’ASIA BATTE L’AMERICA È LA NUOVA PATRIA DEI RICCHI
Dunque è ufficiale: in Asia ci sono più milionari che in America. Il continente emergente aveva già scavalcato l’Europa, in termini di persone che hanno almeno un milione di dollari a disposizione per investimenti immediati, e ora ha superato anche la terra che nell’immaginario collettivo è la patria dei ricchi. Ma chi sono questi signori? E cosa significa, per il resto del mondo, la loro comparsa sulla scena dell’opulenza globale?
Il dato viene dalla ricerca annuale condotta dalla Royal Bank of Canada e dalla società di consulenza Capgemini. Oggi in Asia vivono 3,4 milioni di persone che possiedono più di un milione di dollari in pronta disponibilità. L’anno scorso avevano superato i colleghi europei, quest’anno sono riusciti a scavalcare anche quelli nordamericani.
In termini di ricchezza complessiva posseduta, Usa e Canada sono ancora in vantaggio: i loro milionari hanno 11,4 trilioni, mentre quelli asiatici si fermano a 10,7. Procedendo di questo passo, però, è logico aspettarsi che presto il sorpasso sarà completato su tutti i fronti. La ragione sta nella rapidità con cui l’Asia si sviluppa e nelle sue dimensioni. Ospita i due paesi più popolati del mondo, Cina e India, entrambi sopra il miliardo di abitanti, e quindi un mercato che ha potenzialità superiori rispetto a quelle dei circa 300 milioni di europei e 300 milioni di americani. Il primo effetto, sul piano finanziario, è che Hong Kong e Singapore stanno rimpiazzando i concorrenti europei tipo Svizzera e Lussemburgo, come centri per le attività offshore. Anche il mercato dell’arte e dei beni di lusso si sta orientando verso questa parte del mondo. I cambiamenti, però, promettono di essere molto più profondi, se si guardano le storie dei protagonisti.
Tanto per cominciare, chi sa nominare al volo tre miliardari cinesi? Bill Gates e Warren Buffett li conosciamo tutti: sappiamo che mestiere fanno, dove abitano, persino cosa amano bere, visto che un bicchiere di Coca non manca mai sulla scrivania dell’Oracolo di Omaha. Un po’ meno noto al grande pubblico è Li Ka-shing. Eppure questo signore, noto anche come il Re Mida di Hong Kong, è per la rivista Forbes l’uomo più ricco dell’Asia, con un patrimonio valutato in 25,5 miliardi. Ha superato il magnate dell’acciaio indiano Lakshmi Mittal, che ha perso 10,5 miliardi e lasciato la seconda posizione al connazionale Mukesh Ambani.
Il primo motivo per cui conosciamo poco i milionari asiatici è la nostra ignoranza: siamo occidentali, tendiamo a occuparci del nostro mondo. Il secondo, però, è la riservatezza degli orientali, cinesi e giapponesi in testa: è raro vederli fare spacconate tipo Donald Trump o Roman Abramovich.
Dietro, poi, c’è anche la cultura dei cosiddetti «valori asiatici», che dà una dimensione diversa alla ricchezza. Nella maggior parte dei casi si tratta di patrimoni famigliari, destinati a restare in famiglia. I numeri della popolazione, infine, contribuiscono alla presenza più diffusa dei milionari. Queste caratteristiche fanno pensare anche al ruolo che i ricchi asiatici giocheranno sullo scacchiere globale. I paperoni americani influenzano la politica con i finanziamenti, ma in genere evitano di apparire in prima fila o candidarsi.
Attraverso la filantropia determinano le politiche sociali in mezzo mondo, e questa tendenza sta aumentando, come dimostra il fatto che Gates e Buffett hanno appena aggiunto 11 colleghi a quelli che hanno sottoscritto il «Giving Pledge», cioé l’impegno ad offrire in beneficenza almeno metà della loro ricchezza. Ora in questo club sono in 92, e secondo la Giving Usa Foundation l’anno scorso i ricchi Usa hanno dato 298 miliardi per cause nobili. I milionari asiatici accetteranno la sfida? E dove cercheranno di portare il mondo?
Paolo Mastrolilli
E IN USA RESTANO IN VETTA GATES E BUFFETT–
Sono ancora loro le tre persone più ricche d’America: Bill Gates, Warren Buffett e Larry Ellison. Secondo l’annuale classifica Forbes 400, redatta dal quindicinale considerato la bibbia della finanza, il fondatore di Microsoft, Bill Gates, ha un patrimonio di 66 miliardi di dollari, il numero uno di Berkshire Hathaway, Warren Buffett, lo segue con 46 miliardi e l’amministratore delegato di Oracle, Larry Ellison, è poco distante con 41 miliardi.
A causa dei dolori del giovane Facebook e del pessimo esito della quotazione sulla Borsa di New York del social network, l’amministratore delegato e fondatore Mark Zuckerberg è scivolato al 36esimo posto con 9,4 miliardi (circa 8 miliardi in meno).
Nella top ten ci sono anche i fratelli Charles e David Koch (appaiati al quarto posto con 31 miliardi), Christy Walton di Wal-Mart (27,9 miliardi, seguita da Jim, Alice e Robson Walton) e il sindaco di New York Michael Bloomberg (25 miliardi).
Nell’ultimo anno 32 super ricchi sono usciti dalla lista (8 in più rispetto all’anno precedente), alcuni per colpa del cattivo andamento della società che guidano (per esempio l’amministratore delegato di Zynga Mark Pincus), mentre sette sono scomparsi (come il fondatore di Apple Steve Jobs).
I nuovi ingressi sono stati invece venti, di cui uno soltanto proveniente dal mondo dei social media (il confondatore di Twitter Jack Dorsey, 1,1 miliardi), mentre sedici sono imprenditori che hanno avviato nuove attività (per esempio Tilman Fertitta che ha trasformato due ristoranti in Texas nella catena Landry’s).
[R.E.]