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 2012  settembre 19 Mercoledì calendario

E la Lega scrive il manifesto con Passera - Riguardi il taccuino degli appunti sugli Stati generali del Nord e ti pare di stare a un convegno di Confindustria: apre i lavori il ministro allo Sviluppo Corrado Passera, di­sq­uisiscono di welfare i leader di Confindu­stria Giorgio Squinzi e della Cisl Raffaele Bo­nanni, presenti parlanti un centinaio fra ma­nager e imprenditori

E la Lega scrive il manifesto con Passera - Riguardi il taccuino degli appunti sugli Stati generali del Nord e ti pare di stare a un convegno di Confindustria: apre i lavori il ministro allo Sviluppo Corrado Passera, di­sq­uisiscono di welfare i leader di Confindu­stria Giorgio Squinzi e della Cisl Raffaele Bo­nanni, presenti parlanti un centinaio fra ma­nager e imprenditori. Roberto Maroni la chiama «la svolta della concretezza» e promette di annoiare a mor­te­gli amanti della Lega provocatoria di bos­siana memoria. Lui, Umberto Bossi, veda un po’ se esserci o meno: «Ci saranno tutti i dirigenti di rilievo del partito» liquida la que­stione Bobo. Il punto è che la Lega ha davve­ro archiviato il dito medio, sostituendolo con un ecumenico abbraccio verso chi vor­rà venire al Lingotto «non per ascoltare co­mizi ma per essere ascoltato», in un giro di tavole rotonde, dal fisco alla finanza, che metteranno a confronto, per dire due inedi­ti, la Confindustria e il sindacato, «neppure da ministro sono mai riuscito a metterli allo stesso tavolo» sorride Bobo, ma anche i go­vernatori leghisti del Nord, dal veneto Luca Zaia al piemontese Roberto Cota al vicepre­sidente lombardo Andrea Gibelli, con quel terrone, si sarebbe detto una volta, di Giu­seppe Scopelliti, presidente della Calabria. Su tutto, a segnare l’ennesimo passaggio di consegne fra vecchio e nuovo sono due date e due nomi: il fine settimana scorso, con Ma­roni a dare l’ordine di boicottare il raduno indipendentista di Cogne dopo che Mario Borghezio è tornato a dire la sua,e per l’esat­tezza: «Il modello è il Fronte Polisario, gente seria che spara per avere l’indipendenza». E il fine settimana torinese, che guarda un po’ si aprirà con un question time a Passe­ra seguito da un confronto con Oscar Gian­nino, l’economista ispiratore della lista «Fermare il declino». In attesa di capire se ci sarà anche Sergio Marchionne, «venite e ve­drete » dice Bobo sornione. «Dalla sintesi in dieci punti di questa due giorni scaturirà il nuovo manifesto programmatico della Le­ga »avverte.E solo dopo il nodo alleanze«sa­lirà da pagina 25 a pagina 24 della mia agen­da », per arrivare a pagina uno a fine genna­io, quando«a decidere sarà l’assemblea ge­nerale del partito». Per ora, se gli domandi di Silvio Berlusco­ni, Maroni sorride: «Si era ritirato dalla poli­tica? Non mi era parso». E se gli chiedi con quale Pd preferirebbe misurarsi la nuova Le­ga, se quello del vecchio Bersani o del giova­ne Renzi, risponde felino: «Non sono per il nuovismo per forza. La battaglia che Renzi sta conducendo, noi l’abbiamo già risolta, con un congresso e una iperselezione a tutti i livelli, altro che primarie». Del resto: «Die­tro a Renzi non sai chi c’è, noi invece abbia­mo tanti giovani capaci per davvero ». Da Za­ia a Tosi a Salvini, la corsa alla premiership è incominciata, ma questa è un’altra storia.