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 2012  settembre 19 Mercoledì calendario

Italiani tartassati pure al volante: abbiamo il record mondiale di multe - Gli automobilisti italiani sono notoriamente nervosi e indi­sciplinati, con un debole per il par­cheggio in doppia fila («Ero qui al bar!»), un’idiosincrasia per le stri­sce pedonali ( «Vorrai mica passa­re? ») e i limiti di velocità («Davve­ro andavo a 160? »), una tara gene­ti­ca che impedisce l’uso dell’auri­colare ( «Era una telefonata impor­tante! ») e una rarissima forma di daltonismo che fa scambiare il giallo (anche quello quasi rosso, anzi proprio rosso «ma da poco») per verde

Italiani tartassati pure al volante: abbiamo il record mondiale di multe - Gli automobilisti italiani sono notoriamente nervosi e indi­sciplinati, con un debole per il par­cheggio in doppia fila («Ero qui al bar!»), un’idiosincrasia per le stri­sce pedonali ( «Vorrai mica passa­re? ») e i limiti di velocità («Davve­ro andavo a 160? »), una tara gene­ti­ca che impedisce l’uso dell’auri­colare ( «Era una telefonata impor­tante! ») e una rarissima forma di daltonismo che fa scambiare il giallo (anche quello quasi rosso, anzi proprio rosso «ma da poco») per verde. Difetti in cui tutti ci rico­nosciamo. Da decenni. Proprio per questo è impensabile che ne­gli ultimi dieci anni siamo diventa­ti quindici volte più cattivi. Eppure uno studio di con­tribuenti.it sulla base di dati delle polizie locali e stra­dali ci dice che ne­gli ultimi due lu­stri il numero di contravvenzioni per infrazioni str­a­dali comminate in Italia è cresciuto del 1.512 per cen­to. È vero che negli ultimi anni si sono raffinati gli stru­menti tecnologici che permettono di individuare le infrazioni, soprat­tutto in termini di velocità e di acces­so alle­zone a traffi­co limitato. Ed è ve­ro pure che i tagli agli enti locali han­no reso drammati­ca la necessità dei comuni piccoli e grandi di fare cassa a spese dell’au­tomobilista. Ma un simile astrono­mico aumento de­i verbali si confi­gura come una vera e propria per­secuzione. Una sorta di tassazio­ne occulta. I numeri resi noti da contribuen­ti. it sono spietati, soprattutto se messi a confronto con quelli relati­vi ad altri Paesi europei. L’Italia in­fatti stacca tutti in quanto ad au­mento delle multe: il secondo Pae­se in classifica, la Romania, ha fat­to registrare in dieci anni un au­mento del 341 per cento. I Paesi con i quali noi amiamo confron­tarci hanno livelli di aumento ridi­coli rispetto a noi: Francia +46, Spagna +44, Inghilterra +38, Ger­mania + 23 e Svezia +19. Anche i da­ti assoluti ci additano come il Pae­se delle multe: ne vengono emes­se 78,5 milioni ogni anno, circa due per patentato, per un contro­valore di 2,8 miliardi di euro. In Germania, dove vivono 81 milio­ni di persone, si fermano a 23,3 mi­lioni di contravvenzioni annue, in Francia a 15,6, nel Regno Unito a 13,7 e in Spagna a 11,1. E il salasso è uguale per tutti, macroregione per macroregione: nel Nord-Est 23 milioni di multe (con un +1.534 per cento rispetto a dieci anni fa), nel Sud e nelle isole 22,5, nel Nord-Ovest 17 e nel Centro 16. I fischietti trillano frenetici, gli autovelox fotografano targhe in­stancabilmente, la tecnologia ci assedia. Tra le città capoluogo di regione, i più tartassati sono i citta­dini di Milano, Napoli e Aosta, do­ve ogni dieci secondi un vigile o un’apparecchiatura registrano un’infrazione. A Roma, Torino e Venezia tra una multa e l’altra tra­scorrono 12 secondi. Con cifre del genere non c’è da stupirsi se gli automobilisti italia­ni che pagano docilmente la mul­ta sono una minoranza. Secondo contribuenti.it gli italiani fanno ri­corso contro l’88 per cento delle contravvenzioni ricevute. Ma an­che questa strada può rivelarsi una trappola per il cittadino e un modo per far cassa per l’ammini­strazione. Chi vuole contestare l’omologazione di un dispositivo può farlo entro 60 giorni, pagando 37 euro e inviando la richiesta as­sieme a cinque copie della con­travvenzione con una raccoman­data a/r (altri euro che svanisco­no) o consegnando tutto a mano all’ufficio del giudice di pace.Il tut­to per vedersi magari anni dopo re­capitare una cartella esattoriale con la sanzione moltiplicata per due o per tre. Questo non è Paese per automobilisti, giovani o vec­chi che siano.