Giusi Fasano, Corriere della Sera 20/9/2012, 20 settembre 2012
«PIÙ TUMORI A TARANTO». SCONTRO SUI DATI
DAL NOSTRO INVIATO
TARANTO — Ogni anno, a Taranto, muoiono 194 persone in più rispetto alla «media regionale attesa», parametro stabilito dall’Istituto superiore di Sanità. Il conteggio riguarda gli anni 2003, 2006, 2007 e 2008 e nella cifra rientra anche il comune di Statte, ex quartiere tarantino diventato autonomo nel 1992 con un referendum (per il 2004 e 2005 variazioni di parametri Istat hanno impedito l’utilizzo dei dati). Fra Taranto e Statte, sempre negli anni 2003, 2006-2008, i mesoteliomi pleurici (tumori legati all’amianto) sono aumentati del 306% anche se il numero in termini assoluti è basso: in pratica pur essendo di sole 52 persone, il gruppo dei malati di mesotelioma qui è tre volte superiore rispetto alla media della Puglia. E poi i tumori al fegato (24% in più), i linfomi (38% in più), le leucemie (17% in più), le morti infantili di bimbi sotto i 12 mesi di età (+35%) e il dato generale: a Taranto e Statte è più alta del 12% la probabilità di ammalarsi di un tumore.
Eccoli i dati del Progetto Sentieri, lo studio dell’Istituto superiore di Sanità. Numeri scioccanti che hanno scatenato una nuova guerra: da una parte i Verdi di Angelo Bonelli e gli ambientalisti di Peacelink, dall’altra il ministro dell’Ambiente Corrado Clini. «Il governo e il ministro Clini volevano nascondere tutto» è stata l’accusa di Bonelli. Poi il riferimento all’Ilva e all’inchiesta in corso: «Si è voluta sottacere una verità ai cittadini di Taranto, probabilmente per condizionare fatti che in realtà non possono essere più condizionati perché l’Autorità giudiziaria è abbastanza determinata ad andare avanti». Immediata la risposta del ministro: «Querelo Bonelli. Quello che mi preoccupa non è tanto la diffamazione quanto la diffusione di notizie false che generano allarme e mirano a intimidire chi si occupa di protezione dell’ambiente e tutela della salute. Comunque: sono stati sparati troppi numeri, ora servono dati certi».
Una polemica di vecchia data, quella fra il ministro e gli ambientalisti tarantini, come di vecchia data (anche se non ancora ufficiali) sono le cifre del Progetto Sentieri, già prese in considerazione dal giudice delle indagini preliminari Patrizia Todisco che li ha inseriti nel fascicolo penale dell’Ilva scrivendo che «si tratta di atti pubblici, trasmessi ufficialmente in data 8 marzo 2012 al ministero della Sanità, sulla cui piena utilizzabilità non può sussistere dubbio alcuno».
Alessandro Marescotti (Peacelink) annuncia che «i dati dell’Istituto superiore di Sanità sono peggiori rispetto a quelli dei periti del giudice Todisco». «Numeri provvisori, si sta girando intorno a un problema che non c’è» replica il ministro della Salute Renato Balduzzi, «e poi da dove l’hanno preso quel dato del 306%?».
Sullo sfondo della polemica ovviamente c’è l’Ilva. Quanto incide la sua attività industriale sulle morti e sulle malattie? Lo deciderà il processo, per ora nessuno mette in correlazione diretta i dati di Sentieri con l’acciaieria della quale oggi si occuperanno i custodi giudiziari: per dare il loro parere sul piano di risanamento presentato due giorni fa dall’azienda.