Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 20/9/2012, 20 settembre 2012
BACI E UN FURGONE DI ROSE LA FAVOLA CIOCIARA DI «SISSI» E «BATMAN»
DAL NOSTRO INVIATO
SAN GIOVANNI INCARICO (Frosinone) — Questa non è una storia d’amore, è molto di più: è una favola ciociara. È la favola di Francescone «Batman» Fiorito e Samantha «Sissi» Reali.
Dentro ci troverete tutto: sentimenti e politica, potere, arroganza, lusso sfrenato. La favola non ha un lieto fine. Batman è accusato di peculato, era il capogruppo del Pdl alla Regione Lazio e se l’è goduta alla grande con i soldi del partito; Sissi è una donna ferita nell’animo (il soprannome le fu dato da bambina, aveva boccoli biondi e un visino incantevole da principessa: qui, a San Giovanni Incarico, boschi aspri che nascosero Fra’ Diavolo, parve predestinata).
Sissi ora dice: «Con Francesco è stata passione vera. Non avevo bisogno dei suoi soldi». Figlia di un imprenditore metalmeccanico, affari nell’indotto Fiat: bella e disinvolta, Francone perde subito la testa. Manda un furgone di rose rosse. Regala un cucciolo di alano nero. Spedisce biglietti romantici (pesa 180 chili e indossa abiti gessati con la camicia bianca aperta sul collo come un boss sudamericano: però è capace di pensieri delicatissimi, cita d’Annunzio).
Lui — che è già stato sindaco di Anagni — si descrive a Sissi raccontando qualche bugia: è figlio di un impiegato della Winchester e ha cominciato a fare politica nel Msi (non dice di aver fatto il portaborse prima ad Adolfo Urso, che lo trattava bene, e poi a Francesco Storace, che lo disprezzava). Con la campagna elettorale in corso (siamo nel 2005) spiega di voler arrivare alla Regione. «So’ il numero uno, io. Lo sai come me chiamano? Batman, me chiamano» (omette di dire che il soprannome gli fu scelto quel pomeriggio che, in garage, si mise a cavalcioni di una fiammante Harley-Davidson: ma, non appena i quattro amici che lo sorreggevano mollarono la presa, lui non riuscì a ingranare la prima e, con un tonfo sordo, bestemmiando, cadde su un fianco).
È sempre difficile comprendere gli amori degli altri. Un po’ meno tra i monti Ernici, in Ciociaria, dove la politica ha un suo particolare senso estetico (molto apprezzate la volgarità e l’opulenza): e dove l’arrivo di Batman e Sissi suscita perciò stupore e invidia, ammirazione e timore (lei, intanto, a Ceprano ha aperto un negozio di abbigliamento con un nome a suo modo profetico: «Lupin», come Arsenio Lupin, il celebre ladro gentiluomo).
Una sera arrivano al ristorante «Il Giardino» di Ferentino. Folla di invitati, cena gratis in cambio di voti (nel 2010, secondo mandato, Batman ne prenderà addirittura 26.400). I due incedono come regnanti. Lui scherza: «Ah ah ah! Chi so’ io? So’ il vostro "federale"...» (mai rinnegato il passato da fascista). Lei (con un filo di voce): «Francé, ora però tieniti, mangia poco...».
Ma a Francone potete chiedere tutto, tranne di rinunciare al Suv (Bmw X5, pagato con 88 mila euro del Pdl) e al cibo. Quella sera spazzola due vassoi di fettuccine con i funghi porcini, divora quattro bistecche e quando arriva il dolce, sghignazzando, confessa: «Non posso, scusate: devo stare attentino alla glicemia» (Sissi sospira alla sua vicina di tavolo: «Sì, vabbé: prima s’è vuotato una scatola con 24 Baci Perugina»).
«L’amore — antico proverbio locale — non è bello se non è pizzicarello»: però la coppia, a parte certe divergenze alimentari, è solida e ben assortita. Lui è affettuoso e premuroso. Lei non chiede da dove arrivino tutti quei soldi. Insieme vanno a scegliere la villa del Circeo, insieme partono per la vacanza in Costa Smeralda: messe in conto al gruppo del Pdl (quindi, di fatto, a noi).
Batman è un grande battutista. Sulle ostriche («In Ciociaria, prima di me, conoscevano solo il tonno in scatola»). Su Alemanno («L’altro giorno me lo volevo mette nel taschino»).
Lei rideva.
Si amavano, sì.