VARIE 19/9/2012, 19 settembre 2012
APPUNTI PER GAZZETTA - LA POLVERINI SI DIMETTE?
REPUBBLICA.IT - CRONACA
La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, sarebbe intenzionata ad annunciare le sue dimissioni. Indiscrezioni si sono rincorse per tutto il pomeriggio, e secondo lanci di agenzia sarebbero state confermate da fonti del Pdl. La Polverini - secondo le indiscrezioni - avrebbe già comunicato agli assessori la sua decisione. "Spero siano solo voci", ha commentato il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto (fra poco è previsto un vertice pdl a Palazzo Grazioli sul caso Fiorito) mentre gli assessori medesimi smentiscono tutto e la stessa Polverini, dopo un lieve malore, lascia gli uffici e se ne torna a casa.
Le dimissioni provocherebbero la decadenza del Consiglio e il voto anticipato nel Lazio. La rinuncia volontaria infatti - insieme con la rimozione, la decadenza, l’impedimento permanente e la morte del Presidente della Regione - comportano le dimissioni della Giunta regionale e lo scioglimento del Consiglio regionale. Lo stabilisce l’articolo 44 dello Statuto della regione.
In serata Renata Polverini ha incontrato al Viminale il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri. Al centro del colloquio, sollecitato dalla governatrice, ci sarebbe stata una richiesta di parere su quelli che sarebbero tempi tecnici e condizioni del ricorso alle urne in caso di dimissioni.
La Polverini aveva riproposto l’argomento già stamani. Dopo le dimissioni minacciate più volte era tornata a dire: "Sto chiedendo un appuntamento al ministro dell’Interno Cancellieri per capire quali sono i tempi e le condizioni per andare al voto qualora si dovesse procedere con questo disastro". "Mi auguro che la smettano in Consiglio con questo atteggiamento che sta diventando ridicolo - aveva proseguito - O questa storia finisce oggi o la faccio finire io". Intanto nella sede del comando del nucleo di polizia valutario della Guardia di finanza di Roma Franco Fiorito, l’ex capogruppo Pdl indagato per peculato, viene in queste ore ascoltato dai pm dopo che lunedì l’avvocato Carlo Taormina aveva depositato la richiesta di audizione. L’interrogatorio è tenuto dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal sostituto Alberto Pioletti. All’attenzione dei magistrati ci sono 109 bonifici per un importo di oltre 800mila euro che, secondo l’accusa, Fiorito avrebbe prelevato dalle casse del partito per dirottarli su conti correnti da lui aperti in Italia e all’estero.
"La cosa che non mi pare che sia stata compresa dal Consiglio - protesta in sostanza Polverini - è che bisogna ’fare’. Invece si sta procedendo in una lotta intestina. Vogliono cercare di fare capire all’opinione pubblica che il presidente della Regione vale un consigliere regionale. Oggi ci sono degli articoli che fanno il conto sul mio staff". Insomma, ingiunge la Presidente, "non mi coinvolgano". "Io ho il dovere di amministrare e governare. Ci sono andata io in Consiglio - ricorda - perché non hanno capito nulla. Mi auguro che la smettano con questo atteggiamento che sta diventando ridicolo per tutti quanti. Io ho molto alto il senso del ridicolo, credo di averlo già superato. O questa storia finisce oggi - o finisce comunque per tutti perché la faccio finire io, perché sono stanca. Molto stanca".
Però, secondo quanto si apprende da esponenti pidiellini, il pressing per farle cambiare idea sarebbe tuttora in corso. La presidente della Regione Lazio avrebbe avuto un colloquio con Silvio Berlusconi che in tutti i modi gli avrebbe chiesto di aspettare prima di prendere decisioni definitive. L’ex sindacalista medita. E intanto l’interrogatorio fiume dell’ex capogruppo del Pdl, Franco Fiorito, non è ancora finito.
Altre immagini forti la Polverini le ha usate in una intervista al Messaggero: "Vanno cacciati i mercanti dal tempio del Pdl - ha detto - . Certamente Fiorito è una persona da mandare fuori. E quanto agli altri, che non sono indagati, il Pdl deve valutare se questo è il momento giusto per liberare il partito da qualsiasi tensione e lotta intestina. Secondo me, assolutamente, il momento giusto è ora". Al partito la presidente chiede "un segnale chiaro. Il Pdl deve dire che non vuole esporre se stesso a questo abisso di perdita di moralità, di credibilità, d’immagine". "Mi ha telefonato Berlusconi - dice ancora Polverini - , per dirmi: ’Tu non c’entri niente con questo scandalo, vai avanti nella tua battaglia di pulizia’. Vuol dire che si è reso conto che nel Pdl qualche mela marcia c’è". Per la governatrice "la vicenda del Lazio e questa battaglia moralizzatrice che abbiamo avviato può cambiare il centrodestra in tutta l’Italia".
Intanto Francesco Storace scrive nel suo blog: "Alla Pisana fatti concreti, e non più solo parole. A tutti quegli scettici che stanno dando seguito a illazioni e dubbi sull’effettiva volontà da parte della Regione Lazio di offrire un contributo serio ai tagli dei costi della politica, e alle intenzioni espresse dalla presidente Polverini, è doveroso sottoporre le misure già adottate nella sola giornata di ieri dopo il Consiglio straordinario di lunedì scorso’’. Interviene anche Flavia Perina (Fli), coordinatrice romana di Futuro e libertà: "I romani pensavano di aver visto tutto con l’abbuffata di pajata e polenta a piazza Montecitorio. Le foto del festino in costume da antichi romani raccontano pagliacciate addirittura peggiori: una brutta copia del Satyricon felliniano messa in scena da gente che è stata eletta per governare. Sono più o meno gli stessi - aggiunge Perina - che in ogni occasione fanno prediche morali sui valori, sulla famiglia e sull’etica, ridicoli censori dei ’vizi’ altrui in pubblico e maldestri imitatori di Trimalcione e Messalina in privato. Un partito serio li manderebbe tutti a casa: forse non hanno commesso reati specifici ma con quelle foto - conclude Perina - hanno infangato le istituzioni più dei ladri’’.
(19 settembre 2012)
PDL A RISCHIO SCISSIONE - REPUBBLICA.IT
ROMA - Il Pdl è nella tempesta. Anche lo scandalo del Lazio, quell’"abisso di perdita di moralità, di credibilità, d’immagine" (parole di Renata Polverini, la presidente della giunta) contribuisce a scuoterlo dalle fondamenta e rischia di dare il colpo finale a un partito lacerato da una guerra di tutti contro tutti.
Dalle sette è in corso un vertice a Palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi e gli ex An Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri e Giorgia Meloni. Presente anche il segretario del Pdl Alfano. Sul tavolo l’ipotesi di uscire dal Pdl e dar vita a un movimento di destra autonomo. Contatti in corso anche con Francesco Storace per una reunion di ex An. Arrivando alla riunione La Russa ha detto solo: "Siamo qui per trovare il modo migliore di vincere le elezioni". E un modo, appunto, potrebbe essere quello di "spacchettare" le diverse anime di quello che fino ad oggi è stato il Pdl.
Edmondo Cirielli questa mattina è andato a trovare Gasparri per chiedere lumi e il capogruppo dei senatori del Pdl ha risposto alzando le spalle: "Ignazio vuole uscire, io invece sono per dare battaglia da dentro. Tuttavia per me l’amicizia conta più della politica e se Ignazio decide io lo seguo".
La linea di Berlusconi, secondo quanto si apprende, è quella di evitare le dimissioni della Polverini. Da parte dell’ex premier sarebbe in corso un vero e proprio pressing per convicere la presidente della Regione Lazio a cambiare idea
(19 settembre 2012)
CORRIERE.IT CRONACA
ROMA - Renata Polverini sarebbe ormai prossima alle dimissioni. Ma da Palazzo Grazioli sarebbe partito un forte pressing per convincerla a desistere e a rimanere alla guida della regione Lazio: glielo avrebbe chiesto lo stesso ex premier in un incontro. La governatrice è salita anche al Viminale per incontrare il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri: tema del colloquio, la richiesta di un parere sulle modalità tecniche e giuridiche di un eventuale ricorso alle urne. Fonti vicine all’ex sindacalista continuano a smentire l’ipotesi abbandono, in seguito al quale la crisi della Pisana giungerebbe al culmine. L’addio della Polverini potrebbe avvenire tra la serata di mercoledì e giovedì mattina. Ma in molti pensano che anche stavolta le dimissioni non ci saranno.
ELEZIONI ENTRO SEI MESI - Se invece le dimissioni - annunciate più volte e mai arrivate negli ultimi tre giorni - venissero confermate, avverte l’opposizione di centrosinistra in Regione, «con la rinuncia del presidente eletto dai cittadini, a termini di legge, si dovrebbe tornare alle urne in una forbice che va da 45 a 70 giorni». Ma l’Avvocatura dello Stato corregge: la presidente dimissionaria resterebbe in carica per l’ordinaria amministrazione e potrebbe indire le elezioni entro sei mesi dalla data delle dimissioni.
DECADREBBE IL CONSIGLIO - Le dimissioni volontarie, la rimozione, la decadenza, «l’impedimento permanente e la morte del presidente della Regione comportano le dimissioni della Giunta regionale e lo scioglimento del Consiglio regionale». Lo stabilisce l’articolo 44 dello Statuto della Regione Lazio. Se Polverini si dimettesse, decadrebbe quindi l’intero Consiglio regionale.
INFORMATI GLI ASSESSORI - Secondo fonti parlamentari del Pdl, la governatrice avrebbe già comunicato ai suoi assessori la volontà di rassegnare le dimissioni. Nel pomeriggio si era sparsa la voce che intorno alle 18.30 la presidente avrebbe convocato una conferenza stampa, che però non c’è stata. La governatrice sarebbe invece attesa, sempre mercoledì sera, a Palazzo Grazioli per un incontro con Silvio Berlusconi che - rivelano voci del suo entourage - vorrebbe convincerla a non dimettersi.
Contrari alle dimissioni anche il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto - «Mi auguro si tratti solo di voci e non della realtà. Polverini deve andare avanti» - e gli esponenti in regione dell’Udc: «Polverini deve continuare la sua azione perché un milione e mezzo di elettori ha creduto in lei. Andare alle urne in questo momento sarebbe una catastrofe che si aggiunge alla catastrofe», sottolineano in una nota congiunta il capogruppo Udc in Consiglio regionale del Lazio Francesco Carducci, il vicepresidente della Giunta Luciano Ciocchetti e l’assessore alle Politiche sociali e Famiglia Aldo Forte.
L’APPUNTAMENTO AL VIMINALE - Dopo aver minacciato le dimissioni lunedì e aver gestito con fatica il faccia a faccia con i colleghi di partito, quindi la riunione di giunta che ha votato - martedì 18 - i tagli per circa 50 milioni (in tre anni) al bilancio della regione Lazio, la governatrice Renata Polverini si preparava al peggio fin dalla mattinata di mercoledì.
Non ancora certa che le gli esponenti del Pdl coinvolti nello scandalo dei fondi regionali spariti e ricomparsi su conti all’estero avrebbero davvero rassegnato le dimissioni, meditava di giocarsi il tutto per tutto. Così, di prima mattina, ai microfoni della trasmissione «Mattino Cinque», aveva avvertito di essere pronta ad andare a nuove elezioni. «Sto chiedendo un appuntamento al ministro Cancellieri - aveva detto la governatrice - per capire, nel caso in cui si proceda in questo disastro, quali siano i tempi e le condizioni per andare al voto».
BALLETTO E RESPONSABILITA’ - L’incertezza sul futuro della giunta provoca nervosismo: «Le dimissioni che a corrente alternata la Presidente Polverini annuncia non vanno minacciate ma presentate immediatamente - commenta il deputato del Pd Michele Meta -. Ciò rappresenterebbe l’ultimo atto di responsabilità nei confronti della martoriata istituzione regionale, una scelta coerente e conseguente alla scuse rivolte dalla Presidente Polverini ai cittadini nell’aula del Consiglio regionale».
I COSTI DELLA REGIONE
ROMA - Le foto, alla Regione Lazio, costano care. Non solo quelle della consigliera Veronica Cappellaro, che ha usato mille euro dei fondi Pdl per un book in uno studio del centro di Roma. Ma anche quelle della presidente Renata Polverini che, da inizio legislatura, non ha badato a spese: tra le delibere di assunzione della sua giunta, infatti, c’è anche quella di Edmondo Zanini, fotografo della presidente, che costa alla Regione 75 mila euro l’anno. Zanini la segue da sempre e, quando Polverini viene eletta, entra a far parte del suo staff come «responsabile comunicazione e grandi eventi».
La giunta, ieri, ha ratificato i tagli per il consiglio regionale (auto blu, commissioni, fondi ai partiti, rimborsi, monogruppi: manovra da 20 milioni circa) e la Polverini incassa anche il sostegno di Silvio Berlusconi: «Mi ha detto - racconta il governatore - che non c’entravo niente con questa vicenda e che dovevo andare avanti. Anche Alfano e Casini sono stati con me in questa battaglia». Non è che va all’Udc? «Fantapolitica».
Ma ora, ridotte le spese dell’assemblea, l’attenzione passa su quelle della giunta. Quella del fotografo non è l’unica assunzione che ha fatto discutere. A ottobre 2011, Gabriella Peluso viene chiamata a guidare la «Verifica dell’attuazione delle politiche regionali e del programma di governo»: contratto da dirigente, costo 122 mila euro l’anno. La Peluso è la compagna di Salvatore Ronghi, potentissimo segretario generale della Regione a 189 mila euro l’anno, uno del gruppo ex Ugl, di cui fanno parte anche il capo di gabinetto Giovanni Zoroddu e l’assessore al Bilancio Stefano Cetica.
La Polverini si fida quasi esclusivamente di loro e Ronghi, insieme a Cetica, è lo stratega di «Città nuove», la fondazione della presidente che punta a diventare un partito. Cetica, invece, è il braccio della Polverini nell’azione amministrativa. Passa tutto da lui, decisioni politiche e finanziarie.
Se l’assessore dà «parere negativo», la proposta di legge (lo hanno ricordato i Radicali, citando una serie di tagli che volevano introdurre) viene cassata. Altrimenti, si va avanti. Come nel caso dei fondi dati direttamente ai partiti, norma voluta dalle forze politiche, approvata in consiglio, ma col «lasciapassare» della giunta. Anche i vitalizi agli assessori esterni sono transitati nelle mani di Cetica, su indicazione della Polverini. Prima non c’erano, adesso sì. E visto che, nell’esecutivo regionale, gli assessori (14) sono tutti esterni, quei vitalizi costeranno ai contribuenti circa un milione lordo l’anno per circa un trentennio.
Frutto della mancata presentazione della lista Pdl alle elezioni 2010: chi doveva entrare in consiglio regionale è stato «risarcito» prima entrando in giunta e poi col vitalizio. Basta una legislatura, per portarsi a casa circa 3 mila euro al mese. Tutta la giunta, pensione a parte, costa 5 milioni l’anno: se gli assessori fossero «interni», cioè eletti in consiglio regionale, si risparmierebbe oltre un milione. Senza contare i circa 270 contratti stipulati, tra consulenti e collaboratori a tempo determinato. Dirigenti, portaborse, segretarie, addetti stampa. Ogni assessore ha diritto a uno staff di dieci persone, ma - con lo «spacchettamento» di contratti full time - si arriva al numero di 189 persone.
Il record ce l’ha Gabriella Sentinelli (Istruzione), con 17 persone nello staff. In mezzo, c’è un po’ di tutto: qualche volto noto (l’ex calciatrice Carolina Morace), l’ex estremista di destra Adriano Tilgher, parenti di assessori regionali o del Comune di Roma, la compagna dell’ex sottosegretario al Mibac Francesco Giro. È vero che auto blu e di servizio sono state ridotte, ma restano sempre un bel numero, 68. Mentre le società regionali si sono allargate a dismisura: a «Lazio Service», nel 2010 (a cavallo tra le giunte di centrosinistra e centrodestra) sono entrati 200 dipendenti in più, toccando quota 1.300.
Per andare in elicottero alla sagra del peperoncino di Rieti, la Polverini disse di non aver utilizzato soldi pubblici: era un passaggio, della ditta che forniva i mezzi alla Protezione civile regionale. E altre polemiche ci furono per la vicenda della casa popolare, di cui usufruiscono governatore e marito dagli anni 90, a poche centinaia di euro al mese. La Polverini, ora, annuncia trasparenza: «Lunedì mettiamo online i conti della mia Lista».
Ernesto Menicucci
LE FESTE IN COSTUME - CORRIERE.IT
ROMA - Allora, nel 2010, subito dopo l’elezione alla Regione, era vestito da Ulisse. Il consigliere mascherato. Carlo De Romanis - 32 anni, Pdl, abbigliamento classico, almeno in Consiglio - non nega, anzi rilancia: «Feste ne ho sempre organizzate, ma con i soldi miei. Fiorito mi ha diffamato con quella storia del party a Cinecittà da cinquantamila euro, e a suo dire coi soldi del Pdl, ma sono solo bugie, quella cifra era relativa a un preventivo». E però quel controdossier dell’ex capogruppo ha dato il via a voci incontrollate, spifferi velenosi. Oggi arrivano (mittente anonimo) anche le foto.
De Romanis, scusi, ma dopo la storia della festicciola da cinquantamila euro della quale parlava Fiorito, adesso spunta questa al Foro Italico nella quale, ehm, ci sono ancelle che versano vodka nelle giare. Dovrebbe essere una festa post elettorale?
«Una festa privata pagata con soldi miei, non ho abusato dei soldi del gruppo, non ho mai neanche presentato rimborsi per cene, per i viaggi in aereo. Perché Fiorito con quella storia di Cinecittà mi ha diffamato».
Carlo De Romanis in costume da UlisseCarlo De Romanis in costume da Ulisse
Sì, però adesso andiamo un poco indietro nel tempo, 2010, lei è appena stato eletto in Regione. E?
«E niente, faccio una festa con i miei amici di Roma Nord visto che torno a lavorare a Roma dopo otto anni a Bruxelles con Tajani».
Ed è una festa in costume, lei vestito da Ulisse. E arriva anche l’assessore Stefano Cetica?
«Avevo invitato tutti, Cetica passò ma mi pare di ricordare che sia rimasto poco».
Renata Polverini con un partecipante a una festa di De Romanis Renata Polverini con un partecipante a una festa di De Romanis
Perché Fiorito, parlando della presunta festa a Cinecittà, raccontò di un Cetica che andò via «disgustato».
«Veramente ieri Cetica mi ha ricordato che nella festa del 2010 era solo in difficoltà per non essere in costume».
Sì, ma lunedì Cetica a chi gli chiedeva se fosse vero quanto riferito da Fiorito, e cioè che era andato via disgustato dalla festa di Cinecittà, ha risposto, testualmente: «Non sono mai stato a una festa a Cinecittà in vita mia». Quindi è rimasto disgustato da questa del 2010?
«No, lunedì mi ha detto di no».
Ma che tipo di festa era, scusi?
«Normale, volevo festeggiare l’elezione, ed era anche un modo per far girare il nome, e così siccome sono sempre stato bravo a organizzare feste, ne ho data una al circolo».
Uno degli scatti alla festa tenutasi al Foro Italico nel 2010: 2mila invitati, costo 10 mila euroUno degli scatti alla festa tenutasi al Foro Italico nel 2010: 2mila invitati, costo 10 mila euro
C’erano altri politici?
«Io ho invitato tutti i consiglieri, certo, ma c’erano duemila persone».
Ma dai gladiatori romani fino a Ulisse, scusi, ma come mai lei fa sempre feste in costume?
«Ho sempre dato feste in costume, anche una all’Auditorium con i giovani del Ppe, in blu e oro. Se volete posso raccontare le feste che ho fatto, con soldi miei».
Ultima curiosità, oggi rifarebbe una festa così?
«Per me non c’è niente di male ma oggi no, c’è la crisi. Con quella per i giovani ci ho rimesso ventimila euro».
Alessandro Capponi