ItaliaOggi 19/9/2012, 19 settembre 2012
CINA, SULLA LIBIA FA LEZIONI AGLI USA
La stampa ufficiale cinese ha commentato, non senza un certo compiacimento, l’attuale disinganno degli Usa nei confronti del mondo arabo. I commentatori cinesi fanno lezioni al governo di Obama, sostenendo che Washington ha giocato con il fuoco durante le primavere arabe e ora paga il ritorno di fiamma.
L’editoriale del quotidiano Global Time, intitolato «Il fiasco in Libia illustra la triste realtà della politica americana» sostiene che l’attacco contro l’ambasciatore ha un «significato politico grave e il malcontento contro l’Occidente rischia di non essere più controllabile». L’ Agenzia Nuova Cina asserisce che la fronda anti-americana in corso bene illustra la cattiva strategia degli Usa e suggerisce alla Casa Bianca di ripensare la sua politica nell’area. La Cina non ha digerito l’intervento militare Usa in Libia, attuato, dicono, infrangendo la risoluzione Onu del non intervento negli affari interni di un altro Paese. Risoluzione rispettata, invece, dai cinesi durante le primavere arabe. Una politica che ha condotto la Cina a sostenere i regimi e a ignorare i movimenti di opposizione. Ma di fronte al crollo dei governi in Tunisia, Egitto, Libia, la Cina ha rapidamente realizzato che avrebbe potuto trovarsi «estromessa» da questo nuovo mondo arabo, pagando il prezzo per non aver lanciato ciambelle di salvataggio ai rivoluzionari. Una estromissione che avrebbe avuto conseguenze negative per i propri interessi nell’area. Infranti i suoi principi, Pechino ha presto avviato rapporti con i ribelli libici prima ancora della caduta di Gheddafi. Oggi, quelli che la Cina ritiene errori di Washington hanno permesso a Pechino di riguadagnare il terreno perduto. E riguardo le violenze esplose per il film blasfemo i commentatori cinesi vogliono dare un’altra lezione agli Stati Uniti sostenendo che dovrebbero mostrarsi meno arroganti e rispettare le altre culture. E con questo sottintendono anche quella cinese, specialmente in materia di diritti dell’uomo. E sottolineano che non si può spiegare ai musulmani che non possono fare niente di fronte alla diffusione del film su Maometto rifugiandosi dietro il concetto di libertà d’espressione. Come dire, che c’è qualcosa di buono nella censura e nella restrizione delle libertà personali...