Simonetta Scarane, ItaliaOggi 19/9/2012, 19 settembre 2012
I FIGLI DEL REVERENDO MOON LITIGANO FURIOSI SULL’EREDIT
L’atmosfera fra gli eredi del reverendo Moon è fra le peggiori, con i famigliari e i figli che litigano furiosamente per l’eredità. Tanto che la scorsa settimana, a Hyun -Jin, il primogenito del reverendo morto il 3 settembre, è stato impedito dai fratelli minori di raccogliersi di fronte alla salma del padre, considerato un Messia dalla sua Chiesa dell’unificazione che conta 3 milioni di fedeli.
E si è dovuto accontentare dell’omaggio solitario nella sua camera d’albergo a Seul. «Mio fratello è un demonio», ha inveito Guk Jin, che gestisce il ramo finanziario del movimento para-religioso. Lui, industriale che ha fatto fortuna nel commercio di armi con gli Usa, era stato designato erede della gestione degli affari di famiglia insieme al giovane trentenne fratello, Hyung-Jin, viso d’angelo, incaricato di ridare nuovo ossigeno alla setta incamminata su un piano inclinato. La guerra fra i 14 figli del prolifico reverendo di Gapyeong per il controllo del gigantesco impero finanziario, era cominciata ben prima del funerale che ha riunito intorno al santuario nella città della Corea del Sud, più di 35 mila persone provenienti da tutto il mondo. La terzogenita ha fatto causa alla madre, Han Hak-Ja, accusandola di aver ridotto il valore dell’eredità, valutata, invece, 2 miliardi di dollari, comprensivo anche di un parco divertimenti, un hotel a New York, il quotidiano Usa, Washington Times, due località sciistiche e una fabbrica d’armamenti. Il figlio di 43 anni ha fatto, invece, una scelta separatista creando un ramo separato del movimento, non accettando di non essere stato scelto per succedere al padre nella guida della sua chiesa unificazionista. Una lotta intestina tra famigliari che è stata abilmente celata durante i funerali trasmessi in mondovisione che hanno celebrato l’ascensione di quello che è stato considerato «un Messia» dai suoi seguaci del movimento che Moon ha fondato nel 1954, dopo aver avuto «una visione di Gesù Cristo», raccontava, «che lo invitava a finire il suo lavoro». La Chiesa dell’unificazione è riuscita a raccogliere molti adepti, 15 mila in Corea, e altrettanti in 85 paesi del mondo, assumendo anche una certa influenza politica e ha lavorato anche per la riunificazione delle due Coree. Tanto che le condoglianze sono arrivate alla famiglia anche dalla Corea del Nord. I litigi tra gli eredi del reverendo, cui i seguaci avevano tributato anche il culto della personalità, non giovano al Chiesa dell’unificazione che basa i suoi principi «sull’amore e la pace», come recitava lo slogan degli anni 70-80. E il comportamento etico dimostrato dalla famiglia di Moon non si è dimostrato all’altezza degli ideali della chiesa del reverendo. Così, la scomparsa del patriarca ridurrà sicuramente l’influenza del movimento che potrebbe sopravvivergli come una religione con pochi seguaci, oppure, potrebbe significare anche l’inizio della fine.