Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  settembre 19 Mercoledì calendario

CLONARE MAMMUT IL SOGNO DEI RUSSI


Gli scienziati russi vogliono clonare un mammut. Non sarà facile, ma loro sono determinati. La speranza è nata in seguito al ritrovamento di alcuni resti, fra cui tessuti muscolari, nei ghiacci dell’Artico, all’interno dei quali sono emerse cellule vive. Come ha spiegato Semen Grigoriev, dell’università della Jacuzia, che ha diretto la spedizione a nord della Siberia, grazie a una soluzione speciale che colora il Dna si è potuto osservare sul posto, con il microscopio elettronico, che il nucleo di alcune cellule del midollo era blu, quindi vivente.
Gli ultimi esemplari di mammut scomparvero dal pianeta meno di 10 mila anni fa.
Stavolta i ricercatori russi sono ottimisti, perché è la prima volta che vengono rinvenute cellule viventi. Si potrebbe dunque ripetere il caso della pecora Dolly. Ma, secondo alcuni addetti ai lavori, è meglio rimanere coi piedi per terra.
Corinne Cotinot, direttrice del laboratorio di biologia dello sviluppo dell’Inra, un ente di ricerca pubblico francese, il tasso di riuscita della clonazione per specie domestiche come i bovini non supera il 10%. Per una specie scomparsa come il mammut, invece, siamo intorno allo 0,2%. Le speranze, insomma, sarebbero quasi nulle. Cotinot sottolinea che il Dna potrebbe non essere intatto e aver subìto delle mutazioni. Ancora, bisognerebbe avere a disposizione un gran numero di ovociti di femmine d’elefante per impiantarvi il nucleo della cellula di mammut. Almeno un centinaio di esemplari andrebbe abbattuto. Con tutte le incognite del caso.