Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  settembre 19 Mercoledì calendario

MARCHIONNE LICENZIA, SENZA DIRLO


Cento manager in uscita dal Lingotto. Mentre governo, sindacati, operai e impiegati sono preoccupati per il futuro della Fiat dopo il comunicato di giovedì scorso che ha annunciato l’abbandono definitivo del progetto di Fabbrica Italia, a Torino il futuro nerissimo sembra essere già arrivato, almeno ai piani alti dove sarebbe in corso un alleggerimento di oltre il 20% del management della casa automobilistica.
Che così penserà sempre più con la testa americana e meno con quella italiana. E la questione nasconde anche un piccolo caso editoriale all’interno del quotidiano Repubblica, con il direttore Ezio Mauro scomodatosi per un’intervista esclusiva all’amministratore delegato di Fiat che rassicura che non sta abbandonando il paese e non licenzierà, mentre nell’edizione di Torino dello stesso quotidiano viene denunciato che è già in corso il licenziamento di ben 100 manager. La notizia arriva da fonti esterne alla Fiat visto che gli stessi licenziati, grazie ai ricchi incentivi che stanno ottenendo non si lamentano affatto. A denunciare l’emorragia è stato il direttore di Federmanager Torino, Roberto Granatelli che ha confessato: «Periodicamente abbiamo per discutere di uscite che riguardano il Lingotto. Da parte dell’azienda una gestione che evita la conflittualità». I manager oggetto dell’uscita fanno parte delle seconde e terze file del Lingotto. A questi, alla fine dello scorso anno la Fiat ha rinnovato il contratto integrativo puntando proprio sull’aumento delle mensilità che avrebbero ricevuto in caso di uscita anticipata, e su un puntuale servizio di outplacement per cercare di ricollocarsi una volta fuori. E così i manager si affrettano a prendere il tesoretto e a lasciare in silenzio. L’uscita dei cento manager però, non è una piccola cosa perché attualmente i dirigenti del Lingotto sarebbero in tutti 450. E 100 sono il 22,2%. Si impoverisce il quartiere generale con le decisioni che verranno prese sempre meno in Italia e più oltre Atlantico. La notizia fa nascere anche un caso editoriale all’interno di Repubblica: il personaggio è Marchionne e la disputa è sulla trattativa avviata proprio con l’intervista per restare in Italia. Ieri infatti la prima pagina nazionale si apriva con l’intervista esclusiva di Mauro a Marchionne che assicura già nel titolone che «la Fiat resterà in Italia», in contrasto con la prima dell’edizione di Torino che all’opposto denunciava che quello dell’ad Fiat è stato «un progetto di fabbrica velleitario» e poi con un secondo articolo, che sempre in prima pagina denunciava che «Fiat licenzia cento manager. Via con ricche buonuscite». Insomma le rassicurazioni che il quotidiano di via Cristoforo Colombo offre agli italiani con l’ad di Fiat che si impegna a non smantellare l’industria automobilistica del paese, a non licenziare e a non chiudere stabilimenti, fa a pugni con quanto scritto a Torino dove invece viene fuori che di persone Pne stanno uscendo e non parliamo di ultime file, ma del management, lasciando così vuote le poltrone decisionali cosicché, seppur dovesse davvero restare in Italia la Fiat, comunque penserà sempre meno con la testa italiana. Uno scoop che avrebbe potuto offrire un bel colpo in canna al direttore ma che è rimasto nascosto nelle nebbie piemontesi.