Enrico Franceschini, la Repubblica 19/9/2012, 19 settembre 2012
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA
— William e Kate vincono la prima battaglia per la difesa della privacy: un tribunale di Parigi condanna la rivista francese Closer e il suo proprietario italiano (la Mondadori) per violazione della riservatezza della famiglia reale, ordinando di restituire immediatamente ai Windsor gli originali delle foto della principessa in topless e di non pubblicarne o distribuirne più. «Bene, siamo soddisfatti», commenta la giovane coppia dall’Estremo Oriente, dove la notizia della sentenza li raggiunge a conclusione del viaggio che stavano facendo in rappresentanza della regina. «Hanno
sempre sostenuto che era stata infranta la legge e che avevano diritto alla loro privacy», osserva un portavoce di Buckingham Palace. Il giudice parigino stabilisce una multa di 10 mila euro al giorno per ogni 24 ore di ritardo nella consegna delle foto al duca e alla duchessa di Cambridge (il loro titolo ufficiale) e di altri 10 mila euro per la pubblicazione di ogni foto
del servizio su Kate senza reggiseno d’ora in poi. I loro avvocati non hanno chiesto la confisca del settimanale dalle edicole, dove peraltro è già praticamente esaurito: si sono accontentati di avere ottenuto ragione in via di principio e di avere stabilito un precedente che potrebbe fare da monito ad altri casi dello stesso genere in futuro. La causa in Francia, peraltro,
non si è conclusa: esaurita ieri quella civile, ora si attende l’esito di quella penale, in cui il fotografo autore degli scatti, se ritenuto colpevole, potrebbe essere condannato a un anno di carcere
e 40 mila euro di sanzione.
Gli esperti ritengono che sarà difficile, perché se da un lato in Francia le leggi proteggono fortemente la privacy degli individui,
dall’altro proteggono il diritto dei giornali a mantenere segrete le proprie fonti, per cui l’identità del paparazzo potrebbe non essere rivelata. Ma a William e Kate, forse, non interessa tanto ottenere un colpevole e un verdetto, quanto inviare un segnale: chi proverà ancora a ’rubare’ foto dei loro momenti privati rischia di essere perseguito in giudizio. In Gran
Bretagna, i tabloid ormai si autoregolamentano da soli in proposito; e il proprietario inglese del
Daily Star,
quotidiano irlandese che a ripubblicato le foto di Closer, ha licenziato ieri il direttore.
Resta da vedere se il verdetto di Parigi influenzerà il comportamento dei giornali anche all’estero. La famiglia reale non ha ancora reso noto se farà causa pure a Chi, il settimanale (di proprietà della Mondadori e dunque di Berlusconi come Closer) che ha pubblicato le stesse foto di Kate in topless nel nostro paese. «No comment, teniamo d’occhio la situazione », si limita a dire un portavoce di Buckingham Palace, davanti a una richiesta di informazioni.