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 2012  settembre 19 Mercoledì calendario

ROMA — E adesso anche i “responsabili” Scilipoti e Moffa dovranno spiegare come è stato utilizzato il milione 249 mila euro che il gruppo Popolo e territorio ha incassato nel 2011

ROMA — E adesso anche i “responsabili” Scilipoti e Moffa dovranno spiegare come è stato utilizzato il milione 249 mila euro che il gruppo Popolo e territorio ha incassato nel 2011. I responsabili come metafora, sia chiaro, perché i loro sono spiccioli rispetto ai quasi 35 milioni di euro che la lo scorso anno la Camera ha assegnato alle otto formazioni che occupano gli scranni. Carte di credito a disposizione dei capigruppo, viaggi aerei, cene di rappresentanza e telefonini. Senza controlli, in nome dell’autodichia. I FORZIERI DI PDL E PD È un’enorme torta, sulla quale — neanche a dirlo — la parte del leone la fanno il Pdl e il Pd. Stando ai ta- bulati che Repubblica ha acquisito dagli uffici di Montecitorio, tanto la squadra di Cicchitto quanto quella di Franceschini hanno potuto contare su quasi dieci milioni di euro ciascuno. La gran parte per il personale (6 milioni) il resto per generiche spese di funzionamento dei gruppi che vanno sotto la voce “contributo unico” (4 milioni ad appannaggio dei berlusconiani e 3,6 milioni dei democratici). Ecco, è su quel “contributo” che foraggia tutti i gruppi che si accenderanno adesso i riflettori. Come vengono utilizzati? Con quanta discrezionalità? Esistono pezze giustificative? Così per i quasi 3 milioni in totale del gruppo Lega, i 2,1 dell’Udc, i quasi due di Fli, il milione e mezzo dei dipietristi. E i ben 5 e mezzo del calderone del Misto, dove 52 deputati sono confluiti in questi anni, in molti casi per sottrarsi alle regole (e agli obblighi di contributo) dei rispettivi partiti di origine. I CONTI SOTTO CHIAVE Fino ad oggi e per tutto il 2012 le squadre parlamentari di Camera e Senato hanno goduto della più totale autonomia nella gestione di quei fondi pubblici. Né la Corte dei conti, tanto meno una società di certificazione esterna ha mai potuto verificare. Ma la sindrome “Fiorito” ormai ha gettato nel panico anche deputati e senatori. E l’incidente di ieri, con la retromarcia imposta da Fini e Casini ai colleghi, sta costringendo tutti a correre ai ripari. Il Senato, dove la situazione è identica, si metterà in scia. In ogni caso, se le cose cambieranno, avverrà dal 2013, se ne parlerà insomma dalla prossima legislatura. 48 ORE PER “ORDINARE” I BILANCI Di nuovo rischio «forconi fuori dal Palazzo». Ieri sera in Transa- tlantico l’atmosfera era elettrica. Ed è bastato un passa parola tra i tesorieri dei gruppi per accordarsi nel tentativo di arginare il caso: al di là del provvedimento adottato in giunta per il regolamento in queste ore, nell’ufficio di presidenza di domani il presidente Fini proporrà che tutti assumano l’impegno a pubblicare on linei rispettivi bilanci interni. Così, è scattata la corsa per mettere ordine, diciamo così, nelle singole voci di spesa che compongono il generico «contributo unico» dei gruppi (tutto ciò che esula dal personale). IL CASO LEGA Uno squarcio si era aperto il 19 aprile scorso, quando gli scandali Belsito e Lusi erano già noti. Gianluca Pini, deputato romagnolo e «barbaro sognante» vicino a Maroni, sgancia in tv (a Omnibus su La7) una bomba contro Marco Reguzzoni: «Quando scopro che il mio ex capogruppo ha speso in un anno 90 mila euro con la carta di credito del gruppo, qualcuno mi deve giustificare come cavolo sono stati spesi». Scoppia un putiferio. Reguzzoni si difende: «L’importo complessivo delle spese della presidenza, i 90 mila euro citati per il 2011, tiene conto di molte esigenze, tutte documentabili, trasparenti e perfettamente motivate». Poi il caso è stato archiviato. Era una goccia, adesso rischia di venire giù tutto.