Filippo Facci, Libero 12/9/2012, 12 settembre 2012
BRIGATISTA SÌ TERRORISTA NO
La Cassazione ha definitivamente ridotto le condanne per alcuni esponenti delle «Nuove Br», parliamo di quelli che nel 2004 volevano ammazzare Pietro Ichino e che peraltro progettavano un attentato contro Libero. La Suprema Corte ha riconosciuto che i condannati erano dei sovversivi ma non dei terroristi, giacché il progettare dei singoli attentati mirati (contro Ichino e non contro la popolazione in generale) secondo la recente giurisprudenza non è da considerarsi terrorismo. E messo così suona scemo, ma se approfondite le varie modifiche di legge dello scorso decennio (modifica art. 270 del 2001, pacchetto Pisanu del 2005, riforma Castelli del 2006) scoprite che suona scemo uguale, come è capitato tutte le volte che dei governi hanno cercato di colpire delle «categorie» e hanno legiferato a botta calda sulla base di scandali e sondaggi: si trattasse di rom, clandestini, stupratori o anche leghisti che rischiavano incriminazioni per terrorismo. L’esito, spesso, è un pasticcio inestricabile, con gli articoli di legge che si elidono a vicenda. Sostenere che «noi applichiamo soltanto la legge » è spesso un paravento a uso di magistrati che la legge l’hanno appena stravolta, ma altre volte, purtroppo, è davvero così, i magistrati hanno lavorato e condannato con le leggi che meramente si ritrovavano. È questo il caso. Ora l’applauso va a chi, quelle leggi, le ha fatte.