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 2012  settembre 14 Venerdì calendario

LE QUOTE NERE

Una femminista che porti la quinta di reggiseno, per qualche ragione, non la troverete mai: in genere sono piattine e bruttine come Hanna Rosin, la fanatica statunitense che ha scritto «La fine del maschio» (vedi dibattito su Libero) solo perché si è accorta che la storica prevalenza degli uomini tende fisiologicamente ad affievolirsi, come è logico e come accadrà anche senza quote rosa e altre forzature. Ci sono già molte professioni (magistrati, avvocati, medici) in cui le donne stanno già raggiungendo la parità da sole e in virtù di un riequilibrio, non di un’inversione di tendenza. Il che non toglie che comincia a crearsi il problema contrario, tanto che ci sono settori in cui le discriminazioni positive si applicano agli uomini anziché alle donne: come in Germania, dove mancano lavoratori maschi nel campo dell’educazione (scuola, università, asili ecc.) e perciò cercano di favorirli in tutti i modi. Siamo alle quote blu, stimolate dal semplice fatto che il personale misto, in molti campi, funziona molto meglio com’è ampiamente dimostrato. Le femministe alla Hanna Rosin, tuttavia, andrebbero avvertite che le quote blu, anzi nere, in un certo senso esistevano già: sono quelle che salvaguardano le donne dai cantieri, dalle cave, dalle miniere, dalle fonderie e dai pozzi petroliferi. Sono le quote secondo le quali sono uomini il 97 per cento dei morti sul lavoro.