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 2012  settembre 15 Sabato calendario

La7, frequenze in vendita Mediaset studia un’offerta - Che La7 sia in vendita è noto. E che interessi a diversi opera­tori anche

La7, frequenze in vendita Mediaset studia un’offerta - Che La7 sia in vendita è noto. E che interessi a diversi opera­tori anche. Ma che tra questi ci sia anche Mediaset è una sor­presa, riferita ieri dall’agenzia Radiocor che l’ha appresa da fonti finanziarie vicine al dossier. Tra l’idea e la realtà dei fatti, televisivi e finanziari, però ce ne corre. Che La7 sia in vendita è noto. E che interessi a diversi operatori an­che. Ma che tra questi ci sia anche Mediaset è una sorpresa,riferita ie­ri dall’agenzia Radiocor che l’ha ap­presa da fonti finanziarie vicine al dossier. E va da sé che la sola idea che tanto il Tg di Mentana quanto i format guidati dai vari Formigli, Dandini fino a Santoro (per citare solo una parte dei transfughi della Rai meno simpatizzanti rispetto Berlusconi) possano finire sotto il controllo del Biscione è clamoro­sa. Dopodiché, tra l’idea e la realtà dei fatti, televisivi e finanziari, ce ne corre. Vediamo allora di che si tratta. Mediaset ha realmente presen­tato una manifestazione d’interes­se per la rete La7 al gruppo Tele­com Italia, che la controlla (trami­te Ti Media, anch’essa quotata in Borsa). Ma, in questa fase, le offer­te non sono vincolanti: servono per guardare il dossier, fare qual­che valutazione per poi, nel caso, intervenire in una fase successiva con un’offerta, quella sì, vincolan­te. Ecco perché c’è anche Media­set, che certo non può permettersi - nell’ambito della tivù generalista in chiaro e in questo difficile mo­mento della raccolta pubblicitaria -di ignorare del tutto un’operazio­ne come quella della vendita di La7. Soprattutto se sono vere le altre voci che circolano da qualche tem­po, sulla nuova attenzione del gruppo Sky per il digitale terrestre, che potrebbe manifestarsi attra­verso un’intesa con il gruppo Espresso (già titolare, tra l’altro, del canale nazionale 9, Deejay tv). La manifestazione non vincolan­te, in fondo, costa poco o nulla. Quindi a Cologno Monzese hanno deciso che è sicuramente meglio entrare nella partita. Poi si vedrà. Anche perché i limiti antitrust che un tempo impedivano al grup­po Mediaset di crescere, oggi non valgono più: la concentrazione, nel nuovo sistema digitale, è per­messa fino al 20% delle reti a diffu­sione nazionale. Si tratta di una ses­santina di canali dei quali il Biscio­ne non arriva a 10, intorno al 16% quindi. Tecnicamente, secondo quanto si è appreso, Mediaset ha presenta­to­una doppia manifestazione di in­teresse per l’acquisto degli asset Telecom:la prima riguarda l’emit­tente vera e propria, La7. La secon­da - attraverso la controllata Ei Towers - concerne l’infrastruttura per le frequenze, cioè i multiplex (le piattaforme digitali su cui si emettono i canali, 6-7 per ogni mul­tiplex). I soggetti che stanno guar­dando ala rete - nell’asta gestita da Mediobanca e Citigroup - sono ol­tre dieci tra cui il gruppo Cairo, Di­scovery Channel, Ben Ammar e ora Mediaset. Per i multiplex sono in corsa Ei Towers e gli spagnoli di Abertis, oltre ad alcuni fondi infra­strutturali o focalizzati sui media. Tra questi è presente anche un in­vestitore asiatico. Hanno presenta­to manifestazioni di interesse per tutta Telecom Italia Media, tra al­tri, anche il fondo di private equity Clessidra. L’asta sugli asset media del grup­po Telecom entrerà nel vivo a fine mese quando sono attese, entro il 24 settembre, le prime offerte con­crete a carattere non vincolante: lì si vedrà chi dei numerosi soggetti interessati si farà concretamente avanti.