www.cinquantamila.it/fiordafiore 17/9/2012, 17 settembre 2012
Se vince le elezioni Berlusconi taglierà l’Imu • Il crollo della produttività dell’industria italiana • Lo Stato con le aziende ha un debito di 90 miliardi • Gli scatti automatici dei dipendenti del Senato • La spending review di Gomorra • Chi lavora dietro le sbarre non torna a delinquere Berlusconi Silvio Berlusconi, in crociera coi lettori del “Giornale”, ha svelato la linea del Pdl per i prossimi mesi annunciando fra l’altro che sarà abolita l’Imu in caso di vittoria
Se vince le elezioni Berlusconi taglierà l’Imu • Il crollo della produttività dell’industria italiana • Lo Stato con le aziende ha un debito di 90 miliardi • Gli scatti automatici dei dipendenti del Senato • La spending review di Gomorra • Chi lavora dietro le sbarre non torna a delinquere Berlusconi Silvio Berlusconi, in crociera coi lettori del “Giornale”, ha svelato la linea del Pdl per i prossimi mesi annunciando fra l’altro che sarà abolita l’Imu in caso di vittoria. Attacchi a Grillo («È uno straordinario attore comico, ma sta ancora facendo quel mestiere»), elogi a Renzi: «È bravo. Porta avanti le nostre idee sotto le insegne del Pd. Auguri. Se vincesse lui le primarie, si verificherebbe il miracolo della trasformazione del Pd in partito socialdemocratico». Replica del sindaco di Firenze: «Berlusconi è il passato di questa Italia. È normale che faccia il tifo per Bersani o Vendola: sa che se vinciamo noi lui è il primo rottamato» (su questo vedi anche il Fatto del Giorno, etichetta verde qui in alto). Produttività Negli anni Settanta l’Italia era al primo posto per la produttività nell’industria. Oggi chiudiamo la classifica. Lo rivela il Rapporto sul mercato del lavoro che domani sarà presentato al Cnel. «Nel decennio 1970-1979 l’output per ora lavorata (valore aggiunto al costo dei fattori) del settore manifatturiero era cresciuto in Italia in media del 6,5% l’anno. Meglio del Giappone (5,4%), dell’Olanda (5,2%), della Francia e della Germania (intorno al 4%) e molto meglio dei padroni del mondo, gli Stati Uniti (2,7%), e della culla della rivoluzione industriale, il Regno Unito (2,4%). Negli anni Ottanta gli inglesi erano però balzati al primo posto (sarà stata la cura Thatcher?) con una crescita della produttività del 4,4%, l’anno mentre l’Italia era scivolata in coda, dimezzando il ritmo precedente (dal 6,5% al 3,2%). Negli anni Novanta la leadership fu conquistata dagli Stati Uniti, grazie soprattutto alle innovazioni tecnologiche e informatiche (4,3% l’anno) e l’Italia rallentò ancora (2,6%). Ma è nel primo decennio del Duemila, cioè dopo l’introduzione dell’euro, che la produttività nel nostro Paese precipita a un misero 0,4% in media d’anno, contro l’1,8% della Germania, il 2,5% della Francia, il 2,8% dell’Olanda, il 3% del Regno Unito. E meglio di noi ha fatto anche la Spagna (1,5%). Bastano questi dati a illustrare la centralità del problema della produttività in Italia». (Enrico Marro, Cds) Debiti In Italia un’impresa su tre muore perché non riesce a farsi pagare servizi e forniture. Le ultime stime parlano di 90 miliardi di euro a carico di Stato e amministrazioni locali. I pagamenti da parte della Pubblica amministrazione vengono onorati in media dopo 180 giorni con un ritardo medio, nei confronti dei termini contrattuali, di 90 giorni. Meglio di noi anche Grecia e Spagna, rispettivamente con 174 e 160 giorni. (Paolo Baroni, Sta) Capannoni In Italia per fare un capannone ci vogliono 258 giorni, negli Usa 26 (Paolo Griseri, Rep.) Salari Sempre dal Rapporto sul mercato del lavoro risulta che in Italia il livello medio dei salari è basso ma negli ultimi 10 anni si è pur sempre incrementato dello 0,9% contro lo 0,5% della Germania. In modesto miglioramento l’occupazione: 96 mila posti in più nel 2011 sull’anno prima. Ma gli occupati crescono soprattutto tra gli anziani. Nella fascia tra i 45 e i 64 anni si sono avuti 330 mila posti in più mentre in quella tra i 15 e i 34 anni si sono persi quasi 200 mila lavoratori. (Enrico Marro, Cds) Dipendenti Al Senato, gran raduno dei dipendenti che temono vengano tolti loro gli scatti automatici in busta paga aboliti per tutti gli altri impiegati pubblici 20 anni fa. Automatismi che ancora oggi consentono a Palazzo Madama, nell’arco della carriera, perfino di quintuplicare lo stipendio, al di là del merito. E di guadagnare mediamente 149.300 euro lordi l’anno: oltre il quadruplo di uno «statale» medio italiano (Rizzo e Stella, Cds). Precari Per colpa della faida, la camorra taglia stipendi e arruola precari. I primi “salari” a saltare sono stati quelli dei detenuti. Poi è toccato ai pali e agli spacciatori delle piazze di Scampia, fino a qualche mese fa regolarmente stpendiati dalle loro organizzazioni e adesso pagati a giornata o a ore. (Attilio Bolzoni, Rep) Detenuti In Italia, oltre allo scandalo di 66 mila detenuti stipati in carceri che potrebbero contenerne 45 mila, c’è quello della costante riduzione dello stanziamento (ora di 4,6 milioni l’anno) per consentire ai detenuti di lavorare in carcere. «Eppure i dati raccontano che solo una percentuale tra il 12 e il 19% di chi ha un’occupazione dietro le sbarre poi torna a delinquere, mentre è recidivo il 70% di chi espia la pena tutta in cella» (Luigi Ferrarella, Cds)