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 2012  settembre 15 Sabato calendario

SPAGNA PRONTA AD ADOTTARE NUOVE MISURE DI AUSTERITÀ

La situazione economica dei paesi più fragili - Spagna e Grecia - ha tenuto banco ieri durante un Eurogruppo che ha preceduto un Ecofin informale di due giorni qui a Nicosia. Sotto pressione da alcuni partner europei perché chieda l’aiuto dei fondi di sostegno, il governo spagnolo ha annunciato che presenterà entro la fine del mese un piano di riforme economiche, e si è detto pronto ad adottare nuove misure pur di raggiungere gli obiettivi di bilancio.
«Adotteremo una nuova lista di riforme per aiutare la crescita - ha detto il ministro delle Finanze spagnolo, Luis de Guindos -. Sarà in linea con le raccomandazioni della Commissione europea». In una conferenza stampa dopo la riunione dei ministri finanziari della zona euro, il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker ha affermato che la Spagna ha rassicurato i suoi interlocutori sul fatto che gli obiettivi di bilancio sono «a portata di mano».
De Guindos «ha promesso nuove misure se necessario», ha aggiunto il premier lussemburghese. Il momento è difficile in Spagna. L’economia non dà segni di ripresa, i conti pubblici soffrono. Ieri, in attesa della prossima entrata in vigore del meccanismo europeo di stabilità, i ministri hanno discusso delle varie possibilità di aiuto di cui la Spagna potrebbe godere. Tra le ipotesi emerse c’è anche quella di una linea di credito precauzionale, così come previsto dallo stesso statuto dell’Esm.
L’idea piace ad alcuni paesi, tra i quali la Francia. I loro ragionamento consiste nel fatto che la promessa della Banca centrale europea di intervenire sui mercati ha contribuito a un calo dei rendimenti del quale bisognerebbe approfittare per rasserenare ulteriormente gli investitori, tanto più che la deriva dei conti pubblici complica la situazione economica. Il governo tedesco del Cancelliere Angela Merkel invece è contrario, preoccupato dall’idea che il protocollo d’intesa con Madrid debba passare davanti al Bundestag.
Anche su questo fronte - oltre che su quello della vigilanza bancaria - Germania e Francia ieri non erano d’accordo. Paradossalmente, la Spagna ha la stessa posizione di Berlino: frena all’idea di un impopolare aiuto europeo. Ieri l’Eurogruppo ha parlato anche di Grecia. Il governo Samaras sta negoziando difficili tagli per il biennio 2013-2014. Su questo fronte, Juncker ha spiegato che l’atteso rapporto della troika, che servirà a capire l’ampiezza del buco di bilancio, sarà pronto all’inizio di ottobre.
Alcuni paesi, solitamente poco flessibili, sono venuti incontro alla Grecia che chiede due anni in più per raggiungere un surplus primario di bilancio del 4,5% del Pil, non più nel 2014 ma nel 2016. I ministri delle Finanze di Austria e Olanda non hanno escluso questa possibilità. Lo stesso direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde ha parlato di possibile «opzione». Altri paesi sono meno flessibili, convinti che in ultima analisi la Grecia avrà comunque bisogno di nuovo denaro fresco.